Nel ventennio dal 1860 al 1880 era tra i cinque giocatori più forti del mondo.
Era fratello più giovane di Wilfried Paulsen (1828 – 1901), anch'egli un forte maestro di scacchi.
Fu uno dei primi a formulare i concetti del gioco posizionale, sostenendo che un attacco non può avere successo se la posizione non lo permette, sempre che il difendente non commetta degli errori.
Le sue idee furono accolte e portate avanti da Wilhelm Steinitz, anch'egli sostenitore della scorrettezza di molti degli attacchi brillanti così in voga a quei tempi, e dell'importanza del gioco di difesa.
Uno dei più grandi ammiratori di Louis Paulsen fu Aaron Nimzowitsch, che riteneva le sue idee molto più avanzate rispetto a quelle dei suoi contemporanei.
Louis Paulsen, al pari di Paul Morphy, era un fortissimo giocatore di scacchi alla cieca. Riusciva a giocare fino a dieci partite in simultanea alla cieca con ottimi risultati.[1]
Contributi alla teoria delle aperture
Paulsen era un eminente teorico ed analista. Le sue ricerche erano indirizzate soprattutto alla difesa dai gambetti in voga ai suoi tempi, come il gambetto Evans e il gambetto Kieseritzky.
La variante Paulsen della difesa Siciliana: 1. e4 c5 2. Cf3 e6. 3. d4 cxd4 4. Cxd4 a6, tuttora molto giocata (vedi diagramma sopra a destra).
Nella partita Scozzese, nella variante 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. d4 exd4 4. Cxd4 Ac5 5. Ae3 Df6 6. c3 Cge7, la mossa 7. Ab5 è chiamata "attacco Paulsen".
Nella partita Viennese: 1. e4 e5 2. Cc3 Cf6 3. f4 d5 4. fxe5 Cxe4, 5. Df3 è la variante Paulsen.