Iniziò la sua attività aderendo al gruppo letterario della rivista Nyugat (Occidente). Nel 1932, forte di questa esperienza, fondò la rivista Il testimone, che redasse e scrisse da solo fino al 1935, diventando punto di riferimento per i letterati populisti dell'epoca. Aderì appassionatamente al socialismo qualitativo, che si rifaceva alle idee contemporanee dei filosofi irrazionalisti come Spengler.
Produsse tutta una serie di saggi di vario argomento, da letterari a storici, politici e culturali, come In minoranza, del 1939; La rivoluzione della qualità, del 1941; La missione degli intellettuali, del 1943; che all'epoca suscitarono non poche polemiche.
Le sue opere, soprattutto i romanzi e i lavori teatrali ebbero molta fortuna all'estero.