Massimo Manzi (Roma, 1956[1]) è un batteristaitaliano, tra i più popolari nell'ambito del jazz nazionale. È noto sia per il suo stile batteristico estremamente personale che per la versatilità con cui attraversa i vari stili del jazz[2]. Ha partecipato ad oltre 200 album.
Biografia
Infanzia e studi
Massimo Manzi nasce a Roma nel 1956, per poi trasferirsi ad Alatri[3]. Iniziò a suonare da autodidatta fin da bambino, per poi iscriversi alla Scuola Popolare di Musica Testaccio di Roma[2] e contemporaneamente frequenta il Liceo classico[3]. Negli anni '70 entrò nella scena romana con formazioni come The Magicians ed UT[4]. Nel 1976 si trasferì con la famiglia prima ad Osimo e poi a Senigallia[3], dove Manzi trasformò sempre più la musica nel suo principale lavoro[4][1], anche suonando in locali da ballo come la Rotonda a Mare di Senigallia[3] e perfezionando propria tecnica nell'ambito dei laboratori della rassegna “Mister Jazz” a Ravenna con Max Roach, Elvin Jones, Peter Erskine e Jack DeJohnette[2].
Nel 1979 presta la batteria nell'album Dentro Edipo (Divergo) di Raffaele Mazzei, e nello stesso anno prese parte al tour della band jazz rock marchigiana Agorà[5], con cui realizzerà una ventina di date fino allo scioglimento della band nel 1980.
In ambito extra-jazzistico, in questi anni partecipa alla band blues rock Flame, realizzando un 7" dal titolo Why-When I Meet You (Koala Recording, 1987) e poi all'album Red (CGD, 1989) dei Gang, ma sono sempre collegati alla Marche Jazz Orchestra i primi album nel jazz, con il primo album solista di Bruno Tommaso intitolato Dodici variazioni su un tema di Jerome Kern (Splasc(h) Records, 1989) di Bruno Tommaso e poi con Dies Irae (Philology, 1989) della MJO[4].
Nel 1994 viene chiamato dal rapper Frankie hi-nrg mc a mettere la batteria nella versione homemade del brano Omaggio, Tributo, Riconoscimento (RCA, 1994), in una band che comprendeva Alberto Brizzi alla tastiera, Andrea Ambrosi al basso, Francesco Bruni alla chitarra, Bob Piermartire alla tomba e DJ Stile ai piatti. Nella seconda metà degli anni '90 iniziò a suonare con Lee Konitz, realizzando con lui L'Age Mür del Konitz / Rava Quartet per poi registrare con lui altri cinque album[2]. E poi con Franco D'Andrea registra il Live From Virginia Ranch (Philology, 1998) nell'omonimo locale di Corridonia, iniziando così una collaborazione che vedrà Manzi entrare nel Franco D'Andrea Trio negli 8 album successivi[2]. Sempre in questi anni incide Esperanto (Splasc(H) Records, 1996) con Paolino Della Porta, Jazz Work (Splasc(H) Records, 1997) con Augusto Mancinelli[6] e poi ancora album con Stefano Micarelli, Paolo di Sabatino e Fabrizio Bosso[4].
Nel 1997 suonò nella trasmissione radiofonica RAI Stasera a Via Asiago con la Italian Big Band del M° Marco Renzi e nel 1999 entrò con Furio Di Castri nell'Italian Trio di Richard Galliano, con cui furono in una tournée di una ventina di date in Giappone che comprendeva anche una settimana dal vivo ogni sera al Blue Note di Tokyo[4].
2000-in poi: Massimo Manzi Project ed altre collaborazioni
Se già in precedenza Massimo Manzi elaborato progetti propri, è nel 2000 che grazie alla proposta della Wide sound di Domenico Di Gregorio pubblica il suo primo album a proprio nome intitolato Quasi sera, con una band composta da Paolo di Sabatino, Fabrizio Bosso, Massimo Morganti, Samuele Garofoli, Pasquale Innarella, Stefano Micarelli, Luca Bulgarelli. Ma in questi anni molte sono anche le pubblicazioni su Philology Jazz Records: una ventina di album con il Renato Sellani Trio, e poi album che lo vedono tra gli autori come Flashback (Philology Records, 2002), Four for Jazz (Philology Records, 2004), Introducing Series Vol. 1 (Philology Records, 2004), Standards (Philology Records, 2005), I Wish I Knew (Philology Records, 2005), Standardslee (Philology Records, 2007), Gershwin! (Philology Records, 2007).
Dal 2003 Massimo Manzi è direttore artistico Gubbio No Borders, un festival che si tiene nella città di Gubbio[4].
Nell'attività concertistica vanno invece sottolineati concerti come quello con Pat Metheny alla XXX edizione di Ravenna Jazz, il concerto all' Heineken Jazz Festival a San Juàn e le date del 2005 nel Birdland di New York patrocinate da Umbria Jazz[4].
Premi
2012 - Premio "Readers Poll" della rivista JAZZIT come miglior batterista italiano[6][7]