Alto, biondo, atletico e baffuto, Merli interpretava personaggi di duri poliziotti in rivolta contro l'ingiustizia e il lassismo della legge e dei magistrati. Numerose scene acrobatiche e pericolose di alcuni film furono girate direttamente da lui senza avvalersi di controfigure. La sovrapposizione tra attore e personaggio portato sullo schermo fu, nel caso di Merli, tanto profonda da essere considerato il "commissario di ferro" per antonomasia. Molti saranno i suoi successi nella seconda metà degli anni settanta, spesso guidato con maestria dai registi Umberto Lenzi e Stelvio Massi.
Col finire degli anni settanta anche il genere poliziesco entrò in crisi e per Merli divenne difficile ritagliarsi altri spazi nel mondo del cinema italiano, tanto che il suo tentativo di cimentarsi in un altro genere, con lo spaghetti-westernMannaja di Sergio Martino, si rivelò un fallimento.
A partire dall'inizio degli anni ottanta, ormai emarginato da una critica cinematografica ostile, aveva partecipato solo ad alcune trasmissioni televisive d'intrattenimento, tra cui una partecipazione al programma di Pippo BaudoFestival, su Canale 5, insieme al duo comico Zuzzurro e Gaspare e, nell'agosto 1988, al programma di Marco ColumbroTra moglie e marito VIP. Più rilevante lo spettacolo Crazy Boat in nove puntate andato in onda su Rai 2 nell'estate del 1986. Nell'ultimo anno di vita fu ospite frequente del programma televisivo Il gioco dei 9, condotto da Raimondo Vianello su Canale 5, e nel programma di Rai 1Domani sposi, condotto da Giancarlo Magalli, dove si presentò con tutta la famiglia. La sua ultima apparizione in un lungometraggio sarà nel 1987 nel film Tango blu, scritto e diretto da Alberto Bevilacqua, anche produttore insieme allo stesso Merli.
La morte improvvisa
Il 10 marzo 1989 a Roma, mentre stava giocando a tennis al circolo "Casetta bianca" sulla via Cassia con un amico e sotto gli occhi della figlia, l'attore fu colto da un infarto:[2] sia pur prontamente soccorso e trasportato all'ospedale "Villa San Pietro" vi giunse già privo di vita. Morì così, a 49 anni, proprio quando si stava prospettando la possibilità di tornare a recitare nuovamente nel ruolo del commissario di polizia. Il funerale si svolse presso la chiesa di San Gabriele Arcangelo in viale Cortina d'Ampezzo a Roma.[senza fonte] È sepolto nel cimitero di Poggio Catino (RI), paese dove amava trascorrere le vacanze e il tempo libero con la famiglia. Nel 2008, il comune di Poggio Catino, ha dedicato un tributo cinematografico all'attore.[3]
Vita privata
Sposato con Rita Di Santo, ha avuto due figli: Michela e Maurizio Matteo, quest'ultimo, come il padre, è attore.
A partire dal film Poliziotto sprint non fu più doppiato.
Curiosità
Nella seconda metà degli anni sessanta si rese involontariamente protagonista di un fatto di cronaca: fu infatti accusato di essere l'autore di una serie di truffe perpetrate ai danni di vari uffici postali di Roma, dopo che vari testimoni affermarono di aver riconosciuto in lui il principale responsabile di queste truffe; nel gennaio del 1969 fu riconosciuta la sua piena estraneità ai fatti, dopo aver trascorso, però, un mese di carcere.
Si racconta di un altro episodio di cronaca (di cui non si è certi della veridicità) che lo avrebbe visto protagonista: un giorno, al volante della sua auto, fermato da una pattuglia della polizia stradale per un normale controllo di routine, credendo che gli agenti lo avrebbero subito riconosciuto per la sua notorietà, si sarebbe presentato a loro come "il Commissario Betti", rischiando invece di essere denunciato per aver fornito false generalità.
Nel 1997, in occasione della messa in onda su Rete 4 del film Roma violenta, il settimanale TV Sorrisi e Canzoni erroneamente "resuscitò" Merli, attribuendogli 57 anni, ossia l'età che effettivamente avrebbe dovuto avere a quel momento.
Il film Buitres sobre la ciudad, nonostante la co-produzione italiana, è stato distribuito solo in Spagna a causa di problemi legati alla produzione.