Dalla stagione di esordio hanno disputato i playoff per oltre la metà della loro storia con 34 partecipazioni in 54 anni. Hanno raggiunto le finali NBA in tre occasioni: nel 1971, nel 1974 e nel 2021, vincendo le edizioni 1971 e 2021. Sin dalla stagione di esordio, il simbolo della franchigia è un cervo e i colori sociali principali sono il verde e il crema.
Storia
Fondazione della franchigia
I Bucks furono fondati nel 1968 come franchigia di espansione insieme ai Phoenix Suns ad Ovest. La NBA decise di premiare con una franchigia il Milwaukee Professional Sports and Services, Inc.; un gruppo guidato da Wesley Pavalon e Marvin Fishman. L'iscrizione alla lega avvenne previo pagamento di circa 2 milioni di dollari dell'epoca, che permisero ai Bucks di iniziare la loro avventura in Nba. La squadra giocò la sua prima partita di regular season il 16 ottobre 1968 contro i Chicago Bulls, davanti a 8 467 persone. La prima vittoria della sua storia arrivò poco tempo dopo nella sesta gara giocata; i Bucks vinsero quella partita per 134-118 contro i Detroit Pistons. Come è spesso accaduto alle squadre appena fondate, la prima stagione dei Bucks fu molto difficile: in quella stagione infatti vinsero solamente 26 delle 82 gare della regular season. Ciò diede però ai Bucks la possibilità di scegliere per primi al draft del 1969 e quel draft portò a Milwaukee il lungo centro Lew Alcindor, che in seguito avvicinandosi alla fede islamica cambiò il nome in Kareem Abdul-Jabbar. Futuro hall of famer e riconosciuto da tutti come uno dei più grandi giocatori Nba di tutti i tempi, il lungo pivot avrebbe fatto le successive fortune della franchigia negli anni a venire.
Gli anni d'oro: l'anello del 1971 e la finale del 1974
Nei primi anni settanta, nonostante i pochissimi anni di vita, i Bucks riuscirono a diventare subito una delle squadre da battere di tutta la lega. Un gruppo di giocatori temuto e rispettato, guidato sul parquet dal duo composto da Kareem Abdul-Jabbar e Oscar Robertson, che assicurarono alla franchigia il primo titolo NBA nel 1971 dopo aver superato agevolmente i playoff con un doppio 4-1 ai danni degli Warriors e dei Lakers, e battendo nelle Finals i Baltimore Bullets con un perentorio 4-0 che la disse lunga sul dominio della compagine bianco verde durato tutta la stagione. Ad oggi i Bucks con il primo titolo vinto dopo soli tre anni dalla loro fondazione sono ancora detentori del record di campioni più precoci della storia della lega.
Dopo due altre buone stagioni concluse ai playoff, prima in finale e poi in semifinale di conference, eliminati rispettivamente da Los Angeles Lakers e Golden State Warriors, i Bucks si ripresentano alle Finals nel 1974 desiderosi di portare un nuovo titolo nel Wisconsin. Dopo essersi liberati facilmente di Lakers e Bulls nei playoff, vedono interrompere i loro sogni di gloria al termine di una serie tiratissima contro i più esperti Boston Celtics, che si impongono solamente a gara 7.
Al termine della stagione appende le scarpette al chiodo Oscar Robertson, andando così a concludere il quadriennio in maglia Bucks condito da ben due finali Nba. La stagione seguente viene chiusa inaspettatamente dai Bucks con la mancata qualificazione ai playoff e la sensazione che il ciclo sia ormai prossimo alla fine. In aggiunta, nel 1975 avviene anche il passaggio di Abdul-Jabbar ai Los Angeles Lakers, con cui insieme a Magic Johnson avvierà la dinastia degli anni ottanta. A Milwaukee si chiude così un'era e per la franchigia si avvia un periodo di transizione e ricostruzione con nuovi giovani. Alla fine degli anni settanta si segnalano un paio di qualificazioni ai playoff senza mai andare oltre la semifinale ad Ovest.
Anni ottanta e novanta tra alti e bassi
A partire dalla stagione 1980-81, a seguito dell'ingresso degli esordienti Dallas Mavericks, posizionati dalla Nba ad Ovest, i Bucks che erano tra le franchigie più a est, vengono spostati nella Eastern Conference dove sono tutt'oggi.
Negli anni ottanta i Bucks vissero un periodo di fortune alterne senza mai giungere a una finale Nba, sebbene protagonisti di qualche annata positiva condita da alcune finali di conference. Nonostante fossero una squadra competitiva con giocatori di ottimo livello nel roster come Junior Bridgeman, Sidney Moncrief, Bob Lanier e Brian Winters, non riuscirono mai a raggiungere le finali NBA e replicare così i risultati degli anni settanta, fermandosi per tre volte alle finali di Conference, nel 1983 contro i Philadelphia 76ers di Julius Erving e nel 1984 e 1986 contro i Celtics di Larry Bird.
In aggiunta ai risultati altalenanti ma comunque discreti, soprattutto se paragonati a quelli di altre franchigie, si aggiunse anche il crescendo di voci che volevano la franchigia lontana da Milwaukee. Molte infatti furono le speculazioni sulla possibilità di trasferire la franchigia in un'altra città più grande quindi potenzialmente più appetibile per gli sponsor, facendola giocare in una nuova arena più moderna e capiente. Il rischio venne alla fine sventato grazie a Herb Kohl che, rilevata la squadra nel 1985, riuscì a mantenerla a Milwaukee preservandone la tradizione storica.
Gli anni novanta sono quelli peggiori per la franchigia, che dal 1991 al 1998 manca per sette stagioni consecutive l'accesso ai playoff nonostante la presenza nei roster di quegli anni di giocatori importanti, sebbene spesso nella fase finale della carriera come Moses Malone e Orlando Woolridge. Nel 1996 le cose iniziano a cambiare nuovamente per la franchigia, che mette sotto contratto la guardia Ray Allen, a cui seguiranno un paio di anni dopo altri giocatori importanti come Vinny Del Negro e Sam Cassell. Alla fine degli anni novanta i Bucks, guidati da coach George Karl, tornano ad affacciarsi ai playoff dopo diversi anni.
Anni duemila; exploit iniziale e sporadiche apparizioni ai playoff
La stagione 2000-01 è probabilmente una delle migliori per quanto riguarda la storia più recente della franchigia del Wisconsin. In quell'annata i Bucks grazie all'asse portante della squadra formato dai cosiddetti "Big Three": Ray Allen, Glenn Robinson, Sam Cassell e ottimi giocatori come Tim Thomas e Ervin Johnson, dopo aver disputato una grande annata nei playoff, arrivano fino alle finali di conference dove vengono sconfitti al termine di match tiratissimi solo in gara 7 per mano dei Philadelphia Sixers di Allen Iverson.
La bella stagione rimarrà però un'eccezione negli anni a venire, con le successive annate che saranno contraddistinte da alcune stagioni ai playoff sempre però con eliminazioni al primo turno senza entrare mai nella lotta per l'anello. Nel 2005 i Bucks ottengono la prima scelta assoluta al draft selezionando Andrew Bogut dell'università dello Utah. Nel marzo 2012 i Bucks lo avrebbero poi ceduto ai Golden State Warriors delusi dal rendimento del giocatore.
Dal 2006 al 2012 i Bucks, nonostante alcuni buoni giocatori nel roster come Carlos Delfino, Jerry Stackhouse, Corey Maggette e il turco Ersan Ilyasova, riescono ad accere ai playoff solo in una occasione, venendo eliminati al primo turno. Nelle annate successive la franchigia continua ad alternare eliminazioni in regular season ad altre al primo turno dei playoff, senza mai replicare l'exploit della stagione 2000-01 che rimane l'ultima di in certo livello degli ultimi quindici anni.
L'era Giannis Antetokounmpo e il secondo titolo
La svolta arriva al draft del 2013 quando, con la quindicesima chiamata, viene selezionato il giovane prospetto greco di origine nigeriane, Giannīs Antetokounmpo. Dopo la pessima stagione 2013-14 chiusa con un record negativo di 15 vittorie e 67 sconfitte, nelle annate seguenti i Bucks iniziano leggermente a migliorare, complice anche la presenza di Antetokounmpo che diventa sempre più importante per le sorti della squadra. Nei quattro anni dal 2015 al 2018 si segnalano tre partecipazioni ai playoff, sebbene sempre con l'uscita al primo turno.
Per la stagione 2018-19 viene inaugurata la nuova arena, il Fiserv Forum. Sotto la guida del nuovo coach Mike Budenholzer, i Bucks dominano la regular season con un record di 60-22, il migliore della NBA. Ai playoff superano i Detroit Pistons e i Boston Celtics ma nelle finali della Eastern Conference sono sconfitti dai Toronto Raptors. Giannīs Antetokounmpo vince il titolo di MVP della regular season 2018-19. Nel 2019-2020 arrivano ai playoff con il miglior primato della Eastern Conference. Passano al primo turno contro gli Orlando Magic ma escono alle semifinali di conference contro i solidi Miami Heat. Per il secondo anno consecutivo Giannīs Antetokounmpo vince il titolo di MVP della regular season 2019-20 e per la prima volta il Defensive Player Of The Year.
La stagione 2020-2021 diventa quella della definitiva consacrazione per la franchigia, tornata competitiva come nei primi anni settanta grazie al cestista greco e all'apporto di giocatori come Khris Middleton e Brook Lopez. Al primo turno dei playoff sconfigge con un netto 4-0 i Miami Heat e al secondo turno i Nets di Durant, Irving e Harden vincendo la serie 4-3. Alle Conference Finals i Bucks superano gli Atlanta Hawks vincendo 4-2 e giungendo alle NBA Finals per la prima volta dal 1974.
Ad attenderli ci sono i Phoenix Suns di Chris Paul e Devin Booker, che non arrivavano alle finali dal 1993. Dopo aver perso le prime due gare a Phoenix, i Bucks rimontano chiudendo la serie sul 4-2 e vincendo il secondo anello, a distanza di 50 anni dal primo. Giannis Antetokounmpo vince il premio MVP delle finali.
La stagione seguente, giocata come squadra campione in carica, vede i Bucks passare agevolmente la regular season per poi eliminare i Chicago Bulls al primo turno. Le possibilità di difendere il titolo si arenano però in semifinale dopo essere stati battuti in gara 7 dai Boston Celtics.
Al termine della regular season 2022-2023, i Bucks si posizionano primi a est. Ai playoff però vengono sconfitti al primo turno dai Miami Heat per 4-1. È divenuta celebre l'intervista a Giannis Antetokoumpo in cui, dopo aver perso gara 5 contro gli Heat, contesta il giornalista che definisce la stagione dei Bucks un fallimento.
Wayne Embry (Ex direttore generale; introdotto come contributore. Nel 1971 fu il primo direttore generale di colore dell'NBA. Sarebbe diventato il primo presidente di colore con i Cleveland Cavaliers)
^Top 10 Coaches in NBA History, in National Basketball Association, Turner Sports Interactive, Inc. URL consultato il 9 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012).