Domenico Maria Lazzaro, questo il suo vero nome, si rivelò subito in età adolescenziale come un genio multiforme. Iniziò a scolpire e dipingere aderendo alla corrente del futurismo ma passò poi a scrivere e poetare poiché detta corrente artistica non era legata alle sole arti figurative, ma aveva investito anche la letteratura.
Nel 1924 si trasferì a Roma, dove frequentò corsi di studio all'Accademia di belle arti e venne in contatto con alcuni dei pittori più importanti dell'epoca che orientarono il suo stile. In particolare costituì un'amicizia importante con il pittore Gino Bonichi, noto come Scipione, e con lo scultore Silvestre Cuffaro. La sua prima mostra personale venne organizzata a Messina nel 1926 e fu l'inizio di una serie di partecipazioni che culminarono nella Biennale di Venezia e nella Quadriennale di Roma. Si dedicò all'insegnamento prima a Napoli e poi nella sua Catania, dove assieme ad altri artisti, costituì l'Istituto d'Arte.
Gaetano Bongiovanni, La collezione d'arte del Novecento, in L'arte degli intagliatori della pietra. Palazzo Ajutamicristo e le sue collezioni, Palermo, Regione Siciliana, 2015, pp. 87-94, SBNIT\ICCU\PA1\0031724.