I monti degli Ksour (in araboجبال القصور?) sono una catena montuosa dell'Algeria situata nell'ovest del paese; costituiscono una parte dell'Atlante sahariano.
Etimologia
Il nome di monti degli Ksour si deve alla presenza di villaggi fortificati (ksour, plurale di ksar), generalmente situati sulla sommità delle colline[2].
Geografia
I monti degli Ksour fanno parte dell'Atlante sahariano, del quale costituiscono l'estrema parte occidentale[3]: sono situati tra il Djebel Amour ad est e la pianura del Tamlelt ad ovest; culminano con i 2336 m del djebel Aïssa[1].
La catena presenta una topografia accidentata fatta da lunghi allineamenti sud-ovest/nord-est. La presenza di sorgenti ha permesso l'esistenza di frutteti e di una popolazione che abita in villaggi sedentari[4]. Le precipitazioni annue non superano i 300 mm annui[1].
I monti degli Ksour ospitano una quarantina di ksour, villaggi ammassati di colore ocra[5]. Gli ksour sono generalmente situati in posizioni ben protette e nei pressi di sorgenti importanti; i loro giardini si estendono lungo il corso degli uidian. Il nucleo originario consisteva in una fortezza, un fossato tutto intorno allo ksar e un unico ingresso principale[2].
Quest'area, il cui capoluogo è Aïn Sefra si estende dalla frontiera algero-marocchina fino ai piedi del djebel Amour; tra gli ksour della regione vi sono Sfissifa, Tiout, Moghrar, Asla, Chellala-Dahrania, Chellala-Gueblia, Boussemghoun, Arba-Fougani e Arba-Tahtani[2].
La catena è nota anche per le sue pitture rupestri, tra i più begli esempi di arti preistorica. I graffiti vennero incisi su pareti di arenaria mediante picchettaggio e lucidatura e risalgono al Paleolitico; gli specialisti distinguono più stili, risalenti ad epoche diverse[5].
Il sito più importante è quello di Tiout: le sue incisioni furono le prime al mondo ad essere state segnalate come opere preistoriche (nel 1847)[6]. Su una vasta parete relativamente liscia si affolla un gran numero di bovini di grosse dimensioni e di leoni; tra queste grandi figure si interpongono soggetti di minori dimensioni. Nei pressi è situato un altro sito: Tiout sud, scoperto più recentemente e famoso per le sue incisioni di equini selvatici. Tra gli altri siti importanti ricordiamo quelli di Moghrar-Tahtani e dello uadi Dermel[6].
Note
^abcG. Camps, «Amour (djebel)», in Encyclopédie berbère, 4 | Alger – Amzwar online, 1º dicembre 2012, consultato il 23 febbraio 2015.
^ Marc Côte, L'Algérie espace et société, Masson, 1999, p. 216, ISBN2-225-85146-8.
^ab Marc Côte, Guide d'Algérie: paysages et patrimoine, Média-Plus, 1996, pp. 47-48, ISBN9961-922-00-X.
^abG. Camps, «Ain SefraA122. AIN SEFRA», in Encyclopédie berbère, 3 | Ahaggar – Alī ben Ghaniya online, 1º dicembre 2012, consultato il 28 febbraio 2015.