Commento: Quasi totale assenza di note nel testo, allo stato è impossibile cosa provenga dai testi in bibliografia e cosa no e se questi testi siano stati effettivamente usati per la scrittura della voce
Nasce il 22 marzo1894 a Monte Vidon Corrado, un paese vicino a Fermo, nelle Marche. Subito dopo la sua nascita i genitori, Vincenzo Licini e Amedea Corazza, si trasferiscono a Parigi per motivi di lavoro: qui Vincenzo svolge l’attività di cartellonista pubblicitario e Amedea dirige una casa di mode. Osvaldo resta a Monte Vidon Corrado affidato alle cure del nonno paterno, Filippo. Nel 1896 nasce a Parigi la sorella Esmeralda che diventerà ballerina all'Opéra.
Nel 1908, appena quattordicenne, si trasferisce a Bologna per frequentare l’Accademia di Belle Arti: ci sono, tra i suoi compagni di studi, Giorgio Morandi, Mario Bacchelli, Severo Pozzati (Sepo), Giacomo Vespignani. La sua adesione sarà incentivata anche da parte del nonno paterno, Filippo, il quale, piccolo proprietario terriero, riconosce delle doti artistiche in suo nipote.
Nel 1913 ha contatti con ambienti futuristi pur non aderendo, nella sostanza, al futurismo; durante l’estate scrive i Racconti di Bruto, cinque brevi racconti nei quali Bruto è lo stesso Osvaldo; fa leggere il manoscritto dei Racconti di Bruto al musicista Francesco Balilla Pratella. Dipinge un suo autoritratto che poi dona all’amico Morandi.
Nel marzo del 1914 alcune sue opere vengono presentate al pubblico per la prima volta: si tratta della mostra collettiva cosiddetta dei Secessionisti che si tiene a Bologna nei sotterranei dell’Hotel Baglioni e nella quale, insieme a lui, espongono Bacchelli, Morandi, Pozzati e Vespignani.
Nel 1915 parte per combattere nella prima guerra mondiale; sul Podgora viene ferito ad una gamba (ciò lo renderà claudicante per tutta la vita). A seguito del ferimento viene ricoverato presso l’ospedale militare di Firenze.
Nel capoluogo toscano conosce Beatrice Müller, una giovane svizzera che, terminati gli studi di lingue a Ginevra e a Londra, decide, allo scoppio della Prima guerra mondiale, di entrare per motivi umanitari nella Croce Rossa Internazionale; Osvaldo inizia con lei, crocerossina a Firenze, una relazione dalla quale nasce, nel 1917, il figlio Paolo.
Nel 1917 si reca in convalescenza a Parigi presso la madre Amedea e la sorella Esmeralda, ballerina all’Opéra. Il padre Vincenzo è a quel tempo già deceduto.
A Montparnasse, nell’autunno, incontra Amedeo Modigliani del quale diventa amico. Modigliani disegna un suo ritratto che tuttavia, alcuni anni dopo, va distrutto in un incendio.
Nel 1921 soggiorna a lungo a Parigi: tramite il pittore francese Maurice Loutreuil partecipa a una esposizione collettiva dedicata a un confronto tra artisti “pompiers” e “modernes” presso la Galleria Devambez; in questa mostra espongono anche, tra gli altri, Manuel Ortiz de Zarate e Chaïm Soutine.
Al 14° Salon d’automne è presente con tre ritratti femminili.
Tra il 1922 e il 1925 continua ad alternare i suoi soggiorni tra l’Italia e la Francia.
In questi anni intraprende uno stimolante dialogo culturale con gli amici marchigiani Felice ed Ermenegildo Catalini, Gino Nibbi, Acruto Vitali.
Partecipa a Parigi ad alcune esposizioni: nel 1922 al 15° Salon d'Automne; nel 1923 al 34° Salon des Indépendants; nel 1924, oltre a partecipare a una mostra collettiva presso la Closerie des Lilas, tiene una sua personale nell’abitazione della sorella Esmeralda in Boulevard Lannes.
Attraverso la sorella conosce Gabriel Voisin (pioniere dell’aviazione francese e industriale aeronautico e automobilistico) che diventa uno dei suoi primi collezionisti.
Sposa la pittrice svedese Nanny Hellström, conosciuta in Francia, e con lei va ad abitare a Monte Vidon Corrado.
Nel 1927 partecipa, con quattro opere, alla mostra del Novecento italiano ad Amsterdam (Esposizione d’arte italiana in Olanda) presentata da Enrico Morpurgo.
Nel 1928 espone a Parigi nella mostra collettiva Les artistes italiens de Paris curata da Mario Tozzi.
Si dedica, nello stesso anno, al progetto di illustrare un libro su Giacomo Leopardi; a tal fine inizia a realizzare alcuni disegni che hanno Leopardi come soggetto; in seguito il progetto viene tuttavia abbandonato.
Compila un questionario, che invia a Giovanni Scheiwiller, nel quale indica, tra l’altro, quelli che sono stati, fino a quel momento, i periodi della sua evoluzione artistica: il primitivismo fantastico (dal 1913 al 1915), gli episodi di guerra (dal 1915 al 1920) e, dal 1920 al 1929, il realismo (il termine realismo viene peraltro fatto seguire da un punto interrogativo a significare la particolarità del suo modo di raffigurare il reale).
A Parigi partecipa alla mostra collettiva Art italien moderne organizzata da Mario Tozzi.
Dipinge quello che è considerato il suo primo quadro astratto, Fili astratti su fondo bianco.
Nel 1931 partecipa con due opere (Figura in verde e Paesaggio) alla I Quadriennaled’arte nazionale a Roma.
A settembre si reca a Stoccolma per l’inaugurazione della mostra “Novecentoitaliano” Nutida italiensk konst nella quale espone due nature morte e il ritratto di Nella.
Nel 1932 scrive un racconto, la Sibilla, il cui manoscritto non è mai stato ritrovato.
A Villa Olmo a Como, nel 1936, espone nella Mostra di pittura moderna italiana.
Nel 1937 a Milano partecipa alla mostra collettiva Venti firme presso la Galleria del Milione. Nello stesso anno, su Il Corriere Padano pubblica uno scritto intitolato Natura di un discorso nel quale espone la sua concezione dell’arte.
Risale al 1938 la prima lettera che documenta l’esistenza di una corrispondenza epistolare con Franco Ciliberti, teosofo e studioso di filosofie orientali.
Nello stesso anno è presente, al Teatro delle Arti a Roma, alla conferenza tenuta da Marinetti sulla Difesa della civiltà per la libertà dell’arte.
Espone, a Torino, alla mostra Pittori d’oggi Francia – Italia.
Nel 1953 espone, alla Liljevalchs konsthall di Stoccolma, nella mostra collettiva Nutida italiensk konst organizzata dalla Biennale di Venezia.
A Monte Vidon Corrado, nel 1957, riceve la visita del critico Luigi Carluccio che intende organizzare una sua mostra retrospettiva a Torino nell’ambito della rassegna Pittori d’oggi Francia – Italia; aderisce all’iniziativa di Carluccio e concede in prestito per la mostra varie opere. La mostra si inaugura a ottobre (per la Francia viene dedicata una retrospettiva a Fernand Léger).
Nel 1957 partecipa, con due disegni, alla mostra Collettiva "Grafica Internazionale Contemporanea" ad Ascoli Piceno , curata da Luigi Dania (presenti anche Delaunay, Derain, Leger, Picabia, Picasso, Roult, Ernst, Klee, Kokoscka, Chagall, Afro, Campigli, Capogrossi, Casorati, De Chirico, De Pisis, Manzù, Morandi, Ferrari)
Nel febbraio del 1958 il Centro Culturale Olivetti di Ivrea gli dedica un’ampia mostra personale presentata da Marchiori; nei mesi che precedono l’inaugurazione collabora personalmente alla realizzazione dell’iniziativa.
Sono esposte 62 opere (dal 1921 al 1957); numerosi sono anche i dipinti degli anni Venti appartenenti al periodo del cosiddetto realismo.
Alla XXIX Biennale d’arte di Venezia gli viene dedicata una sala personale nella quale (in base alla terza edizione riveduta del catalogo della Biennale) espone 43 opere; Umbro Apollonio presenta l’esposizione, l’allestimento è di Carlo Scarpa.
La giuria gli assegna il Gran premio internazionale per la pittura; a giugno è a Venezia con il figlio, Paolo, per la cerimonia di premiazione e qui riceve il premio dal Presidente della RepubblicaGiovanni Gronchi.
L’11 ottobre, quando è ancora in corso la XXIX Biennale, muore nella sua casa di Monte Vidon Corrado.
Elena Pontiggia, Osvaldo Licini. Tra le Marche e l'Europa, Silvana Editoriale, 2008
Antonello Trombadori, Osvaldo Licini. Novembre 1973, La nuova Pesa, 1973
Giuseppe Marchiori, Licini - I cieli segreti di Osvaldo Licini col catalogo generale delle opere, Alfieri, 1968
Daniela Simoni, a cura di, Francesco Scarabicchi e Daniela Simoni, testi di, Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado. Catalogo illustrato del Centro Studi Licini, Edizioni Ephemeria, 2016.