Nelle Historiae di Paolo Orosio, scritto nel IX secolo per conto di Alfredo il Grande, Ottar disse di aver vissuto "più a nord di qualsiasi altro uomo del nord", e che "nessuno [visse] più a nord di lui".[1] Parlò dei suoi viaggi a nord nel Mar Bianco, ed a sud in Danimarca ed Inghilterra, descrivendo le rotte percorse. Parlò anche dei Sueoni, dei Sami (Finnas), e di due popoli chiamati "Cwena" che abitavano a Kvenland e "Beorma". Ottar disse che i Beorma parlavano una lingua simile ai Sami, e che vivevano in un'area della regione del Mar Bianco.[2] Questo popolo è segnato sulla mappa come "Bjarmland".
La storia di Ottar è la più antica fonte scritta dei termini "Norvegia" (Norðweg) e "Danimarca" (Denamearc).[3] Secondo l'opinione comune, il luogo in cui visse Ottar si trovava da qualche parte nell'area Malangen del Troms meridionale.[4]
Nella cultura moderna
Ottar e il suo viaggio appaiono nel romanzo "The Lost Dragon of Wessex" (1957) di Gwendolyn Bowers.
Nel gennaio 2009, Othere fra Hålogaland [sic] fu interpretato da Stephen John Mouat al Lerwick Up-Helly-Aa, un festival di Shetland, Scozia.[5] Una versione parzialmente romanzata della storia fu reinterpretata nel festival.[6]
Note
^Thorpe, 1900, pp. 249-253. "Norðmanna": letteralmente "uomo del nord", termine generico, ma forse va inteso come "norvegese".
Onions, C.T. (ed.), Sweet's Anglo-Saxon Reader in Prose and Verse (14th edition), Clarendon, 1959. An excerpt from Alfred's account of Ohthere's travels.
Thorpe, B., The Life of Alfred The Great Translated From The German of Dr. R. Pauli To Which Is Appended Alfred's Anglo-Saxon Version of Orosius, Bell, 1900, pp. 249–53