Il Palazzo El Badi (in arabo قصر البديع?, Qaṣr al-badīʿ, il palazzo incomparabile) è quanto rimane di un palazzo di Marrakesh, in Marocco, fatto costruire dal sultano Sa'diano Aḥmad al-Manṣūr al-Dhahabī nel 1578.
La struttura originaria aveva circa 360 stanze, un cortile lungo 135 m e largo 110 e una piscina lunga 90 m e larga 20 m, riccamente decorate con marmi italiani e grandi quantità d'oro, importato dall'Africa subsahariana. Nel piano inferiore sono presenti quattro celle, in un corridoio-prigione, dove il re teneva i suoi prigionieri.
Il pittore olandese Adriaen Matham, che arrivò a Marrakesh nel 1640 a seguito di un'ambasciata diplomatica, definì il palazzo una "meraviglia del mondo" e lo descrisse in questo modo:
«Era un edificio di grandi dimensioni nel centro del quale ci sono piscine e giardini. Su ogni lato del cortile c'erano cupole, palazzi secondari e sale. Vi erano decorazioni di tutti i colori e marmi brillanti come l'argento o completamente neri; i capitelli delle colonne erano coperte di oro fuso e foglie d'oro zecchino. Il pavimento era decorato con bellissime piastrelle di marmo lucido e finemente lavorato; le pareti erano ricoperte di mosaici in piastrelle decorate con intrecci di fiori. Infine, i soffitti erano incrostati d'oro, e le pareti, decorate dello stesso metallo, erano decorate con splendide sculture e iscrizioni eleganti. In breve, si tratta di una sorta di paradiso terrestre, una meraviglia del mondo, l'epitome dell'arte.[1]»
Il palazzo, costruito in circa 25 anni, fu distrutto dal sultano Alawita Mulay Ismāʿīl, che ne usò i materiali per decorare il suo palazzo a Meknès.
L'architettura del palazzo è fortemente influenzata dall'Alhambra di Granada.
In uno dei padiglioni restaurati, è possibile ammirare il minbar della Moschea della Kutubiyya.
Note
Bibliografia
- (FR) Meunié, Jean. "Le grand Riad et les bâtiments saâdiens du Badi à Marrakech selon le plan publié par Windus", in: Hespéris 44 (1957), pp. 129–134
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