La parabola del fico sterile (da non confondere con la parabola del fico che germoglia) è una parabola di Gesù che si trova nel vangelo di Luca (13,6-9). Essa parla di una pianta di fico che non produce frutti.
«Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: «Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?». Ma quello gli rispose: «Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai»»
I padri della chiesa e successivamente tutta la chiesa cattolica hanno interpretato questa parabola come un avviso di Gesù ai cristiani, i quali si devono impegnare a produrre frutti con la loro conversione e con le loro opere o rischiano di essere condannati all'inferno. Dio, nella sua infinita misericordia, ripetutamente chiede ai credenti di portare i loro frutti con la memoria del loro battesimo. Se qualcuno che è stato battezzato non da frutto alla parola di Cristo, egli è condannato. Questi versetti vennero ampiamente utilizzati dalla controriforma per supportare la chiesa nella propria credenza di essere nel giusto condannando gli "eretici" protestanti.
Nella parabola, il proprietario della pianta è generalmente inteso come Dio Padre, il quale si aspetta che le sue piante diano il frutto per cui sono state seminate. Il giardiniere è Gesù.[1] Le piante di fico erano piante comuni nel mondo mediorientale e difficilmente venivano piantate nei vigneti a causa delle loro radici profonde e delle grandi fronde che avrebbero coperto eccessivamente il raccolto della vite.[2]
La pianta di fico era inoltre un simbolo comune per Israele che anche in riferimento al popolo di Dio può quindi avere un senso nella parabola,[1] come pure esso si può riferire ai cristiani che hanno udito la parola di Cristo attraverso il vangelo. In entrambi i casi, la parabola fa riflettere sul fatto che Gesù ci dona una possibilità di redimerci dal peccato perdonandoci, mostrando la sua grazia ai credenti.[2] "Questi tre anni" logicamente si riferisce al periodo del ministero di Gesù, o semplicemente esso è il periodo in cui un fico è maturo per la produzione di frutti.
Il proprietario è un possidente assente, che si reca in visita la campo una volta all'anno. La legge ebraica, come specificato nel Levitico 19,23-25, proibiva di mangiare i frutti di questa pianta prima del suo terzo anno di vita. Probabilmente l'evangelista Luca trasse questa parabola dalla tradizione ebraica o riprese comunque elementi noti alla cultura israelitica per renderne il significato ancora più familiare al pubblico di lettori.