Rispetto a quest'ultima l'artista creò un punto di vista ancora più alzato, ispirandosi probabilmente alla Pianta di Venezia di Jacopo de' Barbari (1500), in modo da permettere una visione strada per strada, di una precisione tale che ancora oggi ne fa un riferimento fondamentale negli studi sulla topografia cittadina.
La pianta numera, con legenda, più di 200 edifici di rilievo, oltre alle varie sezioni della Fortezza da Basso segnate con le lettere romane. Spesso si tratta di edifici non più esistenti, come quelli della zona di Mercato Vecchio, oppure legati a zone trasformate o "risanate" a più riprese, di cui la pianta offre oggi spesso la migliore testimonianza iconografica antica esistente. Gli edifici e le strade ancora oggi esistenti e di poco cambiati ne confermano tuttavia la straordinaria attendibilità, nella forma, nella dimensione e nella localizzazione dei fabbricati, nonché di giardini, chiostri e orti. Il cartografo commise tuttavia qualche errore, soprattutto per le zone inaccessibili, come i monasteri femminili: ad esempio confuse l'orientamento della chiesa del monastero di Sant'Orsola. Si tratta tuttavia di errori marginali, da inquadrare nella funzione essenzialmente militare e amministrativa della pianta stessa.
I. Del Badia, Pianta topografica della città di Firenze di don Stefano Bonsignori dell'anno 1584, in Attidel III Congr. geogr. it., Firenze 1898, Firenze 1899, II, pp. 570–577, con riproduzione della carta;
G. Boffito-A. Mori, Firenze nelle vedute e piante..., Firenze 1926, pp. 40–44 con riproduzione della pianta del Bonsignori;