Il suo nome completo è Pietersz Frans de Grebber[1] Figlio di Frans de Grebber, pittore e ricamatore di Haarlem, imparò i rudimenti dell'arte dal padre e da Hendrik Goltzius, uno dei più celebri incisori olandesi. De Grebber discendeva da una famiglia cattolica di artisti: oltre al padre, due fratelli sono ricordati come pittori, e la stessa professione seguì la sorella Maria (suocera di Gabriel Metsu). Fu amico del prete e musicologo Joan Albert Ban, e compose una poesia poi messa in musica da Cornelis Padbrué.
Pieter non si sposò mai e rimase fino alla sua morte al beghinaggio di Haarlem.
Opere
Oltre ai dipinti storici, de Grabber creò un gran numero di ritratti, e di lui sopravvivono alcuni disegni. Tra le grandi influenze di Rubens, Rembrandt ed i Caravaggisti di Utrecht, si fece riconoscere per uno stile fortemente personale; insieme a Salomon de Bray è considerato l'iniziatore e maggior esponente del "classicismo di Haarlem".
Nel 1649, de Grebber scrisse il trattato "Regole che un buon pittore e maestro di disegno dovrebbe osservare"[2], dove spiega secondo il proprio giudizio le undici norme che i pittori avrebbero dovuto seguire nel loro lavoro. Alla base di questo scritto si ritrova l'ispirazione dello Schilderboeck di Karel van Mander.