Si trova nell'Alto Molise, a 1027 m s.l.m. incastonato fra enormi massi detti "Morge" ai piedi del monte Saraceno (1250 m s.l.m.).
Il territorio del comune risulta compreso tra i 354 e i 1.215 metri sul livello del mare. L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 861 metri.
Clima
Il clima è di tipo semi-continentale, con estati miti e inverni rigidi con neve abbondante; Zona Climatica (a) E
Origini del nome
Da tempo si è sempre supposto che il nome derivò al paese dalla gran quantità di pietre e sassi disseminati nel suo agro. Dallo studio di recenti ritrovamenti nell'area archeologica si è elaborata anche la teoria che il nome sia collegato al culto della dea "Ops consiva" o dea dell'abbondanza, praticato nel portico del Tempio.
Storia
Epoca sannita
I resti delle fortificazioni sannitiche sul monte Saraceno testimoniano la presenza umana sul territorio di Pietrabbondante sin da epoca remota.
Nei pressi del centro abitato si trovano i resti dell'antico insediamento che fu il più importante santuario e centro politico dei Sanniti tra il II secolo a.C. e il 95 a.C., fra cui il teatro e tempio italico.[6]
Epoca feudale
Fu capoluogo delle 34 contee che formavano il ducato di Benevento. Nell'XI secolo fu uno dei castelli della Terra Borellense, vasto feudo della famiglia di origini franche dei Borrello, posto tra l'Abruzzo meridionale ed il Molise settentrionale[7]. In seguito il feudo appartenne a Roberto Cornai, alla famiglia Carafa, a Guglielmo d'Alemagna e alle famiglie Cantelmo, Galluccio, De Raho, Marchesani e D'Andrea, questi ultimi proprietari del feudo. Fino al 1807 faceva parte, insieme ad Agnone, Cantalupo e Belmonte del Sannio, dell'Abruzzo Citeriore; in seguito al riordinamento napoleonico venne ceduto al Molise.
Simboli
Lo stemma del comune, antichissimo, consiste in uno scudo appuntato, detto sannitico, interzato in fascia. Nella parte superiore, azzurra, sono poste nel campo le tre Morge ai cui piedi sorge Pietrabbondante, ciascuna sormontata da una spiga di grano. Nella parte centrale, bianca, figurano le lettere B NTE. La parte inferiore, grigia, porta nel campo una superficie di acque leggermente increspata.
La sua lettura costituisce, perciò, una sorta di rebus che risolto dà appunto il nome di Pietrabbondante. Gli ornamenti esteriori sono quelli generalmente usati per il comune: un ramo di alloro, un ramo di quercia e il tutto sormontato da una corona. Il significato araldico dello stemma[8] non è meno suggestivo: la spiga è un augurio di eterna abbondanza e di sicura ricompensa al lavoro perché premia annualmente le fatiche del contadino. Presso i popoli antichi era vaticinio di pace giacché non si poteva coltivare la terra in tempo di guerra; inoltre le spighe di grano adornavano le figure allegoriche della pace. Pur avendo lo stemma origini antichissime non risultava ancora autorizzato, come per legge. Pertanto solo nel 1972 la civica amministrazione ha inoltrato istanza alla Presidenza della Repubblica per ottenere il prescritto riconoscimento anche per l'uso del Gonfalone[9][10].
Monumenti e luoghi d'interesse
Il centro storico
Il centro storico, di tipologia insediativa medievale, venne edificato con l'utilizzo di pietre e massi provenienti dal vicino sito archeologico. In particolare, vi si trova la chiesa di Santa Maria Assunta, che presenta frammenti di lapidi osche.
Chiesa madre di Santa Maria Assunta
Sorge sulla sommità del paese, presso la Morgia della Croce. Risale al XIII secolo circa, fondata come cappella del castello, e successivamente ampliata nel XVI-XVII secolo, inglobando sull'esterno alcune lapidi osche. La facciata è lineare, in stile barocco semplice ad accezione del ricco portale con la cornice a modanature composite in stile squisitamente seicentesco, con nicchia votiva. Il portale è sovrasta da un finestrone in asse, anch'esso con cornice riccamente ornata. Sulla sinistra il campanile in pietra che termina a vela, con tre arcate per le campane. Un arco a cornice ornata da motivi floreali, racchiude una statuetta della Vergine Assunta. L'interno è a tre navate scandite da robusti pilastri che compongono archi a tutto sesto, in stile neoclassico (XIX secolo), con l'altare maggiore sovrastato dall'organo ligneo a canne, e del grande Crocifisso di Padre Angelico. Il soffitto ha solaio a botte, e i lati superiori sono spezzati dall'ordine di finestre quadrate. Le opere di interesse sono le statue di San Nicola di Bari e San francesco di Paola del 1867, insieme a quella di San Rocco. Sul transetto a destra si trova la tela di Padre Angelico Zarlenga ritraente San Vincenzo Ferrer, mentre nella navata di sinistra ci sono le statue del Sacro Cuore di Gesù e Sant'Antonio, e un quadro ritraente San Randisio Borrello, opera di Domenico Cirulli.:
si trova nella contrada di Arco, sopra il Monte Santa Scolastica, lungo il tratturo Celano-Foggia. Comunicava con il monastero di San Benedetto de Jumento Albo a Civitanova del Sannio; nel 977 fu donato dal conte di Borrello all'abbazia di Montecassino, come testimonia la formella XI del primo battente della porta del monastero benedettino cassinese. Nel 1097 compare ancora tra i possedimenti di Montecassino, elencati nella bolla di conferma che papa Urbano II inviò all'allora abate cassinense Oderisio[13]. Ancora nel 1112 Papa Pasquale II lo elenca tra i possedimenti cassinensi in una bolla di conferma al nuovo abate di Montecassino Gerardo[14]. Il convento di Pietrabbondante fu soppresso nel 1807, e adibito a cascina e ospizio per i pastori, e la dipendenza fu spostata al convento di San Bartolomeo a Mafalda. A causa dei terremoti, e in particolare a seguito del sisma del Molise del 1805, il convento cadde in progressivo abbandono fino alla scomparsa quasi totale. Oggi rimangono dei resti sul colle, gli alzati delle strutture del perimetro rettangolare appartengono alla chiesa, si preserva molto bene un perimetrale in blocchi e bozze di calcare, la muratura è alta circa 3,50 m, e lunga 7 m.
Convento di Santa Maria in Saliceto
si trova in contrada Collemeluccio, nominato in un documento del 1280 di Carlo I d'Angiò. Ne rimangono ruderi presso la riserva naturale.
Palazzo Marchesani
si trova nella parte alta del paese, ricostruito sopra il castello longobardo dei Conto di Borrello. Edificato nel XVII secolo per volere di Donato Giovanni, barone di Pietrabbondante, nel 1641 ricevette il titolo di "Barone". Rifatto ampiamente nell'Ottocento, il palazzo non presente caratteristiche militari, eccettuata la vicina torre di guardia. Ha un aspetto dunque neoclassico semplice, con ordine regolare di aperture, e porte ad arco tutto sesto alla base, incorniciate da blocchi di pietra.
Torre medievale Marchesani
sorge sulla roccia di Pietrabbondante, si presenta come una costruzione quadrangolare alta 20 metri, e con 5 metri di larghezza. Risalente al XIII secolo circa, è in blocchi di pietra squadrati, con ordine regolare di piccole feritoie, e comunicava con altre tre torri, demolite nell'Ottocento perché pericolanti. La torre attuale è stata tagliata e restaurata dal barone Donato Giovanni nel XVII secolo, l'accesso originario era dato da un sistema di scale mobili retrattili, l'ingresso infatti è sopraelevato di 3 metri rispetto al piano di calpestio
Torre dell' Orologio
costruita tra il 1800 e il 1900 , sorge nella piazza adiacente l'antico borgo murato[15]
Statua del Guerriero Sannita
si trova nella parte alta di Pietrabbondante, nella piazza principale del paese, al di fuori del centro storico che si è sviluppato a valle nella metà dell'Ottocento. La statua fu realizzata tra il 1922 e il 1931, nel pieno clima di Regime di riappropriazione delle antiche identità italiche dei vari comuni del Paese: la statua vale sia come omaggio all'antica popolazione italica del Molise, che come Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale: rappresenta una figura umana di bronzo poggiante sopra un piedistallo in travertino a blocchi rialzati. Il guerriero è ritratto nel costume tipico da guerra, con l'elmo a pennacchi, con in mano uno scudo, e con l'altra stringente un gladio, ripiegata all'indietro verso lo scudo, nell'attimo immortalato di sguainare la spada per lanciarsi all'attacco, mentre con il volto fissa torvo un nemico immaginario, in segno di sfida.
MuseoArcheologico
è in costruzione, li verranno esposti reperti archeologici e la Statua del Guerriero Sannita[16]
Nei pressi di Pietrabbondante è presente, in località Calcatello, un complesso ellenistico-italico. Vi si trovano due templi "A" e "B" ed un teatro, con sedili in pietra dalla caratteristica forma anatomica, utilizzato come luogo di riunione.
Nel periodo estivo vi si svolgono manifestazioni teatrali classiche. Le terrecotte architettoniche rinvenute nel complesso architettonico sono accostate all'arte ellenistica dell'Asia Minore e confrontate con quelle presenti al museo civico archeologico di Monte Rinaldo.
È controversa e contesa con Bojano la collocazione, nel sito archeologico, dell'antica capitale dei SannitiPentri: Bovianum Vetus. Nuovi ritrovamenti archeologici, rinvenuti a seguito di recenti scavi, accrescono l'importanza del sito e lasciano sperare in una definitiva determinazione storica, che tuttavia allontana sempre di più Pietrabbondante dall'essere identificata con l'antica Bovianum Vetus.
Le rilevazioni di Adriano La Regina hanno portato a individuare nel sito archeologico - definito dallo studioso "luogo fulcro di religiosità e di politica del Sannio"[21] - la domus publica, edificio che rappresenta un vero e proprio unicum in Italia.
I piatti tipici sono lo scattone, la polenta servita a tocchetti in sugo di carne e salsiccia e le “pallotte casc' e ova”.
Importanti sono anche le sopressate e gli insaccati nonché i formaggi, dai caciocavalli alle scamorze.
Eventi
L'appuntamento più importante a livello internazionale è costituito da una rassegna teatrale (oggi Sannita Teatro Festival), organizzata fin dal 1974 presso il teatro italico nel periodo estivo.
Amministrazione
La serie dei Sindaci, Podestà e Commissari Prefettizi:
Pesa Luca Sindaco (1810-1814);
De Geronimo Clementino Sindaco (1815-1818);
Santangelo Celestino Sindaco (1818-1823);
Zarlenga Sabatino Sindaco (1828-1832);
De Geronimo Clementino Sindaco (1833-1837);
Pesa Giuseppe Sindaco (1838-1839);
Santangelo Michelangelo Sindaco (1840-1843);
Di Tullio Giuseppe Nicola Sindaco (1844-1846);
Pesa Paolo Sindaco (1847-1849);
Di Tullio Francesco Sindaco (1850-1852);
Nerone Nicolamaria Sindaco (1853-1855);
Vitullo Lattanzio Sindaco (1856-1858);
Mancini Domenico Sindaco (1859-1860);
De Geronimo Giovanni Sindaco (1860-1867);
Di Tullio Adriano Sindaco (1867-1869);
De Geronimo Girolamo Sindaco (1870-1871);
De Geronimo Giovanni Sindaco (1872-1876);
Vitullo Giuseppe Sindaco (1877-1883);
Di Salvo Ruggiero Sindaco (1885-1886);
Santangelo Raffaele Sindaco (1886-1889);
Di Salvo Ruggiero Sindaco (1889-1901);
Cristiani Stefano R. Commissario (1901-1902);
Di Salvo Ruggiero Sindaco (1902-1906);
Arno Vincenzo R. Commissario (1906);
Di Tullio Giovanni Sindaco (1906-1914);
Santangelo Vincenzo Sindaco (1914-1920);
Di Tullio Giovanni R. Commissario (1921);
Di Tullio Giovanni Sindaco (1921-1925);
Orsalino Antonio Commissario Prefettizio (1925);
Di Tullio Giovanni Commissario Prefettizio (1925-1926);