In economia la politica monetaria è l'insieme degli obiettivi, strumenti e interventi adottati da uno Stato per modificare e orientare la moneta, il credito e la finanza[1], al fine di raggiungere obiettivi prefissati di politica economica, di cui la politica monetaria fa parte.
Descrizione
Obiettivi
Gli obiettivi si distinguono in obiettivi finali e obiettivi intermedi. Gli obiettivi finali sono gli stessi della politica economica (prezzi, occupazione, sviluppo). La politica monetaria si occupa di raggiungere uno o più obiettivi manovrando le variabili monetarie (tasso d'interesse o quantità di moneta). Solitamente, il principale obiettivo affidato alla politica monetaria è la stabilità dei prezzi. Infatti, si è osservato che il perseguimento di tale obiettivo è il maggior contributo che la politica monetaria può dare alla crescita economica nel medio periodo.
Poiché, però, il livello dei prezzi non è direttamente manovrabile dalla Banca centrale, è stata teorizzata la necessità di definire degli obiettivi intermedi. L'obiettivo intermedio deve presentare le seguenti caratteristiche:
- possibilità di una tempestiva rilevazione del suo livello (ritardi informativi molto ridotti);
- controllabilità entro limiti molto stretti e con gli strumenti a disposizione delle autorità;
- stabilità della relazione tra obiettivo intermedio ed obiettivo finale.
A questo punto, tuttavia, la scelta dell'obiettivo intermedio e, più in generale, del regime di politica monetaria da adottare, dipende fortemente dalle ipotesi teoriche sui meccanismi di trasmissione degli impulsi monetari. I due principali regimi di politica monetaria sono il monetary targeting e l'inflation targeting.[2]
Strumenti e operazioni di politica monetaria
Per raggiungere tali obiettivi, le banche centrali, cui viene affidata solitamente la politica monetaria, in maniera più o meno indipendente dal Tesoro, hanno a disposizione due strumenti: la base monetaria ed il tasso d'interesse. Altri due strumenti di politica monetaria sono il quantitative easing e la forward guidance.
Le Banche centrali si avvalgono di tali strumenti agendo principalmente attraverso operazioni di mercato aperto che, con la compravendita di titoli, modificano così il volume della base monetaria e il livello dei tassi d'interesse a brevissimo termine. A loro volta le modifiche dei tassi a breve si trasmettono ai tassi a più lungo termine e ai tassi bancari sui prestiti e sui depositi dei clienti, finendo così con l'influenzare il livello complessivo dell'attività economica. Un'altra operazione tipica delle banche centrali, ma che ha perso importanza nel tempo, è il risconto. Inoltre, esse hanno il potere di imporre un coefficiente di riserva obbligatoria.
Tipi di politica monetaria
Si definisce espansiva una politica monetaria che, attraverso la riduzione dei tassi di interesse, voglia stimolare l'offerta di moneta delle banche alle imprese, e quindi gli investimenti e la produzione di beni e servizi. Al contrario si definisce restrittiva una politica monetaria che, attraverso l'aumento dei tassi d'interesse, riduca l'offerta di moneta. Politiche monetarie restrittive hanno l'obiettivo di ridurre l'inflazione o far calare il disavanzo pubblico in modo da rendere sostenibili le finanze pubbliche. Politiche monetarie non convenzionali eterodosse e ultraespansive sono chiamate QE (acronimo di Quantitative Easing)
Note
- ^ McLeay, M. Radia, A., & Thomas, R. (2014, Q1), Money creation in the modern economy, Quarterly Bulletin, Bank of England.[1]
- ^ Benchimol, J., Fourçans, A. (2012), Money and risk in a DSGE framework : A Bayesian application to the Eurozone, Journal of Macroeconomics, vol. 34, pp. 95-111.
Voci correlate
Altri progetti
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