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Poltiglia bordolese

Solfato di rame usato per la preparazione della poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese è un fungicida rameico di contatto, ad azione preventiva, utilizzato come anticrittogamico in agricoltura e nel giardinaggio e, in particolare, nella frutticoltura e nella viticoltura.

Il preparato è ottenuto dalla neutralizzazione del solfato rameico pentaidrato con idrossido di calcio. La neutralizzazione si rende necessaria per rimediare alla fitotossicità del solfato di rame puro e permette l'utilizzo diretto della poltiglia in sospensione.

Era già utilizzato ai tempi dei Romani, come composto a base di rame e calcio, diluiti in acqua.

Preparazione

La dose classica della poltiglia bordolese prevede: ogni 100 litri di acqua, 2 kg (20 g per 1 litro d'acqua) di solfato di rame pentaidrato e 1,3 kg (13 g per litro d'acqua) di calce in polvere, le dosi possono variare in funzione della purezza del solfato di rame, per solfato al 99% si usano 5 g di solfato e 3 di calce per litro (il rapporto calce rame è lo stesso ma con dosi minori). Si può anche variare la dose della calce: se si aumenta la dose di calce si ha una soluzione basica, se si diminuisce si ha una soluzione cosiddetta neutra e poi, con un'ulteriore diminuzione, una soluzione acida. Per una corretta preparazione bisogna versare molto lentamente 20 parti di soluzione di calce in 80 parti della soluzione di solfato. La velocità di miscelazione è molto importante ai fini delle dimensioni delle particelle in formazione.

Trattamento della vite

Il trattamento con poltiglia bordolese nella vite è indicato contro le più comuni malattie come la peronospora. Il primo trattamento può essere fatto quando i germogli sono lunghi circa 5-8 centimetri e cioè - a seconda del clima e della collocazione geografica - attorno alla seconda settimana di aprile, il secondo trattamento quando le gettate hanno una lunghezza di circa 11-20 centimetri. I trattamenti hanno cadenza quindicinale, da ripetersi in caso di pioggia. L'ultimo trattamento della stagione va fatto non oltre la prima settimana di agosto.

A differenza dei trattamenti sistemici che sono endoterapici (ovvero entrano nella circolazione della pianta), la poltiglia bordolese ha azione coprente ovvero superficiale.

Effetti negativi per il suolo

La poltiglia bordolese ha il grave difetto che lascia sul terreno notevoli quantità di rame che è un metallo pesante, altamente dannoso per il suolo. In quanto metallo, esso non viene degradato da processi fisici o biologici ma resta permanentemente legato alle particelle di suolo su cui è stato impiegato. È noto il suo effetto tossico per i lombrichi[1] e in generale resta assorbibile nel suolo per pH inferiori a 7,5 anche se è più biodisponibile con pH inferiori a 6,5[1]. Il rame risulta rapidamente legato dalla materia organica nei suoli in cui questa è disponibile, per cui i suoi effetti si fanno sentire soprattutto sugli organismi che di questa materia si nutrono, e soprattutto nel caso che questa tenda a diminuire, la concentrazione può aumentare a livelli tali da modificare l'ecologia microbiologica del suolo, o raggiungere valori fitotossici[2].

Note

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