Un porto è una struttura naturale o artificiale posta sul litorale marittimo o sulla riva di un lago o di un corso d'acqua, atta a consentire l'approdo e l'ormeggio a natanti, imbarcazioni e navi, e la loro protezione dalle avverse condizioni delle acque. Ha anche la funzione di consentire e facilitare il carico e lo scarico di merci e l'imbarco e lo sbarco di persone.
Storia
Il porto è da sempre fonte di scambi commerciali e crocevia di comunicazioni e ha storicamente favorito lo sviluppo delle civiltà: nell'antichità, come al giorno d'oggi, i porti hanno infatti rivestito un ruolo fondamentale negli scambi mercantili tra le popolazioni. Tracce notevoli di commerci marittimi si trovano infatti negli insediamenti costieri preistorici di isole del Mediterraneo tra cui Pantelleria, Malta, Isole Eolie.
Nel Lexicon del Suida, lessicografo bizantino del decimo secolo, leggiamo che nell’antichità un porto, per essere considerato tale, doveva offrire agli approdanti due principali agevolazioni e cioè innanzitutto i longoni (gr. λογγόνες), oggi diremmo le bitte d’ormeggio; allora si trattava però di pesanti massi trascinati sulla riva del mare, piantati saldamente nel suolo e poi guarniti di forti anelli di ferro ai quali ormeggiare le imbarcazioni. Ecco dunque il perché di un nome come ‘Porto Longone’. Occorreva poi che il luogo fosse ben provvisto di robusti pellami da usarsi come para-bordi, cioè ammucchiandoli sulle fiancate dei vascelli affinché non si danneggiassero nell’urtarsi con quelle degli altri legni all’ormeggio a causa della risacca o delle ristrettezze di manovra. [1]
L'utilizzo dei porti ha avuto un notevole sviluppo al tempo delle crociate e, nell'Italia medievale, con la nascita delle Repubbliche marinare. L'incremento e lo sviluppo maggiori si hanno tuttavia nel XV secolo con l'inizio della colonizzazione e, in seguito, con la rivoluzione industriale degli ultimi secoli.
Caratteristiche e tipologie
Esistono vari tipi di porti; a seconda della localizzazione si distinguono:
Porti fluviali: porti lungo il corso di un fiume;
Porti naturali: che presentano una configurazione nativa che permette di dare sicuro ricovero alle navi e consentono operazioni di imbarco e sbarco di passeggeri e merci; tipicamente sfruttano il riparo offerto da anse o golfi;
Porti artificiali: - che hanno ripari costruiti dall'uomo;
Porti - canale: che sfruttano come riparo l'ultimo tratto di fiumi.
Si parla di porto naturale quando la protezione dalle onde è dovuta ad un'insenatura della costa o alla presenza di promontori o scogliere naturali[4]. Al contrario, in un porto artificiale la protezione dalle onde è ottenuta attraverso la costruzione di moli, dighe foranee e scogliere frangiflutto, o anche allo scavo, in una zona di terraferma situata nei pressi della costa, di un bacino da utilizzare come porto.
Si definisce porto turistico quel particolare tipo di infrastruttura portuale costruita o dedicata ad un uso prettamente diportistico. Può essere dotata di strutture per il rimesaggio, la riparazione e il rifornimento dei natanti.
Porto commerciale
Un porto commerciale è di regola costituito da molte strutture:
I moli esterni, in genere protetti da blocchi di cemento o da grandi pietre frangiflutti sul lato verso il mare, per proteggere l'interno dalle onde. La protezione può essere fornita in alternativa da una diga foranea.
I moli interni e le banchine per attraccare le navi e consentire di salire e scendere o caricare e scaricare.
I fari, uno bianco visibile da lontano con una sequenza luminosa caratteristica per identificare il porto dal mare aperto di notte, e due fanali, uno rosso e uno verde, rispettivamente a sinistra e a destra dell'ingresso nel porto.
Eventuali gru per caricare le merci sulle navi o per posare le navi nell'acqua
Eventuali magazzini o piazzali per lo stoccaggio delle merci o dei container
Eventuali terminal delle compagnie di navigazione
Le strade ed eventualmente le ferrovie per raggiungerlo.
Nei porti di maggior rilevanza sono istituite delle Corporazioni di Piloti dei Porti, utilizzando dei professionisti scelti fra coloro i quali hanno i requisiti di accesso in base al vigente codice della navigazione[in tutto il mondo? fonti?].
Strutture portuali
Le varie parti del porto hanno una nomenclatura specifica. Si riporta un elenco dei termini:
La corsa al varo di navi sempre più grandi e con maggiore capacità di carico ha reso necessarie operazioni di adeguamento delle strutture esistenti, tra cui riveste particolare importanza il dragaggio. Il dragaggio dei fondali è un intervento di rimozione di fanghi, sabbie e altri materiali depositati nei fondali di un fiume o di una zona marina e avviene tramite imbarcazioni che mediante compressori aspirano i materiali dal fondale, filtrandoli delle acque e reimmettendoli al largo.
Considerando che, nel traffico mercantile, il 75% delle navi portacontainer in costruzione è tarato per trasportare 25.000 tonnellate di merci, bisogna prevedere fondali marini profondi almeno 14 metri per poter consentire loro di attraccare nei porti. Il dragaggio assume quindi una rilevanza strategica per il settore della logistica e degli spedizionieri, per non restare esclusi dalla quota più consistente di tale mercato: quello delle super-portacontainer.
Tale intervento può avere un rilevante impatto ambientale per la qualità delle acque, con ricadute nel turismo, nella pesca, sulla flora e sulla fauna ittiche in genere. Se sui fondali dragati confluisce una notevole quantità di rifiuti tossici o di scarichi fluviali non a norma, il dragaggio di questi materiali potrebbe diffonderli e spostarli altrove, oltre a ostacolare il corretto funzionamento dei meccanismi di filtraggio.
Disciplina normativa nel mondo
Italia
La legislazione riguardo ai porti è stata riordinata con le prime leggi che riguardavano il Piano Generale dei Trasporti nel 1986, mentre 4 anni dopo sono uscite le prime leggi riguardanti il concetto di interporti. Tuttavia la legge fondamentale in materia è la legge n 84 del 28 gennaio 1994, riguardante il riordino portuale con l'incameramento dei codici della navigazione. Viene creata l'Autorità Portuale, per i porti nazionali e l'Autorità marittima per i porti di minori dimensioni. Questa legge tiene conto della parte turistica dei porti, oltre a darne una classificazione a seconda dell'importanza, internazionale, nazionale o regionale o dell'uso civile o militare.
Il porto di Shanghai è il porto più grande del mondo sia nel tonnellaggio che nell'attività. Ha riacquistato la sua posizione come il porto più trafficato del mondo con il tonnellaggio di carico e il porto di container più trafficato del mondo nel 2009 e nel 2010, rispettivamente. I successivi sono i porti di Singapore e di Hong Kong, entrambi in Asia.