Conosciuto al tempo dei romani come Nimpharum Portus, ovvero porto delle ninfe, è uno dei più grandi porti naturali del Mediterraneo, riparato dai venti di nord ovest. Per questo motivo ha sempre rivestito una grande importanza strategica nei secoli passati.
Le prime testimonianze della presenza umana nell'area risalgono al Neolitico, con ritrovamenti datati al VI millennio a.C. presso la grotta Verde. Esistono inoltre numerose testimonianze di epoca nuragica presso le località di Palmavera e Sant'Imbenia. In quest'ultima località sono stati ritrovati i resti di una villa romana[1].
Il 27 agosto 1353, Pietro IV d'Aragona e il veneziano Niccolò Pisani sbaragliarono le armate genovesi nella battaglia di Porto Conte; morirono un migliaio di Genovesi, mentre i prigionieri furono 3.500 ed i feriti più di 2.000. La città fu poi ripopolata dai catalani.
Dal 1999 il luogo è sottoposto a protezione naturalistica nella zona terrestre con il parco regionale di Porto Conte e dal 1983 nella parte marina con l'area naturale marina protetta Capo Caccia - Isola Piana. Riveste una rilevante importanza a livello naturalistico e turistico, tanto che vi sono praticate molte attività turistiche, sportive e di interesse scientifico come: immersioni subacquee, speleologia, trekking, arrampicata, botanica, bird watching, archeologia, ricerca, enologia, fotografia naturalistica. Vi sono anche alcuni esemplari di asinello bianco importati dall'Asinara ospitati nel parco regionale per preservarne la specie.
Antoine de Saint-Exupéry, autore de Il piccolo principe, trascorse a Porto Conte gli ultimi due mesi della sua vita in una villa posta a monte della Torre Nuova [2], da maggio a luglio 1944, prima del tragico epilogo con la caduta del suo aereo.
Territorio
La morfologia del territorio si presenta piuttosto variegata. La zona di costa compresa tra capo Caccia e punta Giglio è caratterizzata da ampi tratti a falesie alle quali si alternano porzioni meno scoscese[3]. L'immediato entroterra è invece caratterizzato da basse colline alternate a pianure. Per motivi naturalistici è stato incluso, nonostante la notevole distanza dalla zona di Porto Conte lo stagno del Calich, collegato con il mare da un canale artificiale realizzato alla fine degli anni trenta durante i lavori di bonifica operati nella regione. Rappresenta un importante ecosistema per la varietà di vita animale e vegetale che ospita[4].
Le formazioni vegetali presenti nell'area protetta sono costituite dalla lecceta, dalla macchia mediterranea, dalla gariga e dai rimboschimenti di conifere. Questi ultimi devono la loro esistenza al cantiere forestale di Porto Conte - Prigionette, gestito dall'agenzia Forestas, racchiuso tra la costa nord del golfo e le pareti a picco di torre Pegna, punta Cristallo e punta Gessiere. Le aree a lecceta più consistenti si trovano presso punta Giglio.
I rettili presenti sono testuggine comune (Testudo hermanni) e la testuggine marginata (Testudo marginata), anche se quest'ultima con un numero minore di esemplari.
Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna (PDF), Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 24 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2014).
per la battaglia di Porto Conte: Paolo Cau, La battaglia di Porto Conte,in: Milites. Atti del Convegno, Saggi e Contributi, Cagliari 1996, p.265÷269.