In analisi matematica, si dice primitiva o antiderivata di una funzione f {\displaystyle f} una funzione derivabile F {\displaystyle F} la cui derivata è uguale alla funzione di partenza. Denotando con l'apice la derivata, F ′ ( x ) = f ( x ) {\displaystyle F'(x)=f(x)} . L'insieme di tutte le primitive di una funzione f {\displaystyle f} è detto integrale indefinito di f {\displaystyle f} .[1] Il calcolo della primitiva è strettamente legato alla risoluzione degli integrali definiti dal teorema fondamentale del calcolo integrale: infatti, l'integrale di una funzione, se esiste, è uguale alla differenza dei valori della primitiva sugli estremi di integrazione.[2]
Data una funzione f : : --> I → → --> R {\displaystyle f\colon I\to \mathbb {R} } , definita su un intervallo I ⊂ ⊂ --> R {\displaystyle I\subset \mathbb {R} } , si definisce primitiva una funzione F : : --> I → → --> R {\displaystyle F\colon I\to \mathbb {R} } tale che
per ogni x ∈ ∈ --> I {\displaystyle x\in I} .
Se F {\displaystyle F} è una primitiva di f {\displaystyle f} , tutte e sole le primitive di f {\displaystyle f} sono nella forma F ( x ) + C {\displaystyle F(x)+C} , dove C {\displaystyle C} è una costante arbitraria reale.
L'integrale indefinito di f {\displaystyle f} è l'insieme di tutte le sue primitive. Esso si denota con il simbolo
e se F {\displaystyle F} è una particolare primitiva di f {\displaystyle f} , allora
al variare di C ∈ ∈ --> R {\displaystyle C\in \mathbb {R} } .[1]
Un metodo spesso utilizzato per calcolare le primitive di una funzione razionale è la decomposizione in fratti semplici. Per gli altri casi, alcune primitive molto frequenti sono esposte nel seguito:
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