Il carbonato di sodio veniva infine separato dagli altri prodotti del processo per lisciviazione.
Storia
Il processo Leblanc fu messo a punto nel 1783 da Nicolas Leblanc,[1] che prese spunto da un processo sviluppato nel 1775 da Malherbe e De la Matherie.[2]
Leblanc mise a punto il processo nella speranza di vincere un premio in denaro offerto dall'Accademia francese delle scienze,[2] che avrebbe vinto se non si fossero presentate una serie di circostanze. Infatti, i fondi per l'avviamento del processo erano stati forniti dal Duca di Orleans Filippo Egalité, il quale venne giustiziato nel 1793, per cui i brevetti per il processo Leblanc furono considerati nulli e Leblanc (che morì nel 1806) non poté riscuotere il premio.[2]
Oltre al carbonato di sodio, dal processo Leblanc si ottenevano come sottoprodotti indesiderati acido cloridrico e solfuro di calcio; tali sottoprodotti sono altamente tossici e inquinanti, per cui a partire dopo il 1863 (anno in cui venne stipulato l'Alkali Act, una legge anti-inquinamento inglese) il processo Leblanc fu progressivamente rimpiazzato dal processo Solvay, che a differenza del processo Leblanc non produceva prodotti tossici.[1]
In particolare, l'acido cloridrico proveniente dal processo Leblanc veniva scaricato direttamente in atmosfera, con seri danni per l'ambiente e le persone intorno all'impianto.[3]
Intorno al 1870Walter Weldon e Henry Deacon avevano messo a punto dei processi per convertire l'acido cloridrico in cloro (che poteva essere impiegato successivamente in altri processi), ma il processo Solvay, che era meno costoso e meno inquinante, soppiantò comunque il processo Leblanc.[3]