«per il suo vigore artistico e per l'indipendenza del suo pensiero con cui cercò, nelle sue opere, di trovare risposte alle eterne domande che l'umanità affronta.»
Gli anni di esordio sono caratterizzati dall'interesse per le avanguardie, dalla violenza espressionistica di poesie che riflettono gli orrori della guerra e da una produzione teatrale influenzata dallo Strindberg mistico e surreale. Le sue opere, anche le più pessimistiche, sono dettate dalla necessità di affermare i valori fondamentali della vita e dalla costante ricerca di un ateo che non riesce a superare il vuoto lasciato da una fede perduta.
Vinse il premio Nobel grazie al romanzo Barabba "per il suo vigore artistico e per l'indipendenza del suo pensiero con cui cercò, nelle sue opere, di trovare risposte alle eterne domande che l'umanità affronta"[1]
Il suo romanzo più famoso è Dvärgen del 1944, che fu tradotto in lingua inglese nel 1945 da Alexandra Dick con il titolo: The Dwarf (il nano).
Opere
Ordkonst och bildkonst (1913), saggio di estetica
Motiv (1914)
Järn och människor (1915)
Ångest (1916), silloge poetica
Teater (1918)
Kaos (1919)
Det eviga leendet (1920), romanzo
Den lyckliges väg (1921)
Onda sagor (1924), raccolta di novelle
Gäst hos verkligheten (1925), autobiografia
Hjärtats sånger (1926)
Han som fick leva om sitt liv (1928), dramma teatrale