Si è formato sotto la guida di Ricardo Bartis e Mauricio Kartun e ha frequentato le facoltà di Arti Combinate e di Lettere e Filosofia all'Università di Buenos Aires. Ha in seguito abbandonato gli studi universitari per dedicarsi all'attività di attore e di autore. Un'altra figura rilevante nella formazione di Rafael Spregelburd è stato il drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra, di cui il drammaturgo ha frequentato dei seminari a Buenos Aires e a Barcellona.
Insieme all'attrice Andrea Garrote, nel 1995, è stato fondatore della compagnia teatrale El Patròn Vàsquez di Buenos Aires[1].
È stato autore residente per diversi teatri tedeschi e inglesi: la Deutsches Schauspielhaus di Amburgo (2000-2001), la Theaterhaus di Stoccarda (2002), la Schaubühne di Berlino (2004 e 2005), il Münchner Kammerspiele di Monaco di Baviera (2007). Nel 2005 diventa membro permanente della Akademie Schloss Solitude di Stoccarda. Nel biennio 2006-2007 è autore residente del Chapter Arts Centre di Cardiff.
Una parola chiave della poetica di Spregelburd è la catastrofe, che egli contrappone alla tragedia: nel teatro della catastrofe la non-linearità e la velocità sconvolgono l'assunto tragico, appartenente alla drammaturgia da Edipo fino al dramma borghese e oltre, per il quale eventi e personaggi sono determinati dagli effetti delle loro scelte o da caratteristiche presenti a priori nella loro indole. Spregelburd rigetta la necessità e la causalità aristoteliche. Al tragico, essenza dell'uomo classico, Spregelburd, con Beckett, contrappone il ridicolo, il sentimento della catastrofe, molto più adatto a comprendere il reale contemporaneo[2].
Spregelburd è affascinato dalla Teoria del caos, e, nella sua scrittura per il teatro, esplora percorsi drammatici che rigettano il paradigma causa-effetto e la tradizionale triade aristotelica 'inizio-svolgimento-fine'. Spregelburd è critico nei confronti dei percorsi della scrittura teatrale tradizionale, che accosta alla fisica newtoniana (a fronte di quella 'del caos' o 'della complessità'), considerandola 'riduzionista' e quindi inadatta a sondare la vita. Riduzionista, è un termine che Spregelburd mutua dalla fisica classica, nella quale indica la convinzione della presenza leggi fisico-matematiche a seconda delle quali avverrebbero i fenomeni naturali[3]. Nella realtà, oggetto di ricerca del teatro, la convinzione che esistano leggi analoghe è inefficace, in particolare alla luce della velocità e della enormità dei fenomeni contemporanei, che arrivano a seppellire le proprie cause, sono puro effetto: catastrofi, appunto. Come la Teoria del caos, la geometria dei frattali e la meccanica quantistica hanno aperto nuove porte della fisica, così il teatro deve mettere in questione certe convinzioni, con l'accettazione del funzionamento caotico delle cose e l'abbandono di prassi riduzionistiche[4].
Un esempio di progressione caotica nella drammaturgia di Spregelburd è rilevabile, ad esempio ne La stupidità. Il testo fa parte dell'Eptalogia di Hieronymus Bosch, in cui Spregelburd si propone di ritrarre, come il maestro fiammingo nella tavola dei Sette peccati capitali, i peccati dell'umanità contemporanea[5]. Nel dramma, una strabordante storia 'on the road', che ha luogo in varie stanze di anonimi motel americani, e prevede oltre venti personaggi, questi sono vittime di una vorticosa casualità, ostacoli sciocchi e insormontabili, e di costanti 'rumori di fondo', conversazioni altrui, registrazioni sulla segreteria telefonica, eccetera. Le loro grottesche e ridicole negligenze - la loro 'stupidità' ne è al contempo frutto e causa: lo spettatore non ha indizi per decidere.
La ricorrenza della casualità nella poetica di Spregelburd - va sottolineato - non è apologia del caos, ma è il punto di partenza per un'osservazione del reale che possa aspirare ad essere efficace in un mondo velato da impalcature narrative potenti e in grado di mobilitare la realtà. Le vicende di inizio secolo, nell'Argentina del collasso economico, hanno contribuito a consolidare le convinzioni di Spregelburd; in generale cultura e società contemporanee, non solo argentine, sono al centro della poetica del drammaturgo[6].