Realizzò importanti opere nel neonato Regno d'Italia, fra cui l'impianto di adduzione idrica della città di Firenze (1869) e i "muraglioni" del Tevere (1876-1901), ovvero i nuovi argini a golene, nel tratto urbano del fiume a Roma voluti dai Savoia a seguito della piena del 28 dicembre 1870.
Partecipò al dibattito urbanistico nella prima fase di espansione di Roma Capitale.
Il Canevari fu Consigliere di Amministrazione della Società delle Ferriere (1886-1895). Nel 1887 ebbe uno scambio epistolare con Vilfredo Pareto circa la necessità di aumentare il capitale della Società. Un esemplare di tale epistolario è conservato presso il Fondo Vilfredo Pareto (Banca Popolare di Sondrio).