Ubicazione delle squadre della Serie C 1948-1949. Girone A; Girone B; Girone C; Girone D.
Dopo anni di continua inflazione di società partecipanti, nel 1948 la FIGC riportò la Serie C al suo formato originario strutturato su quattro gironi. Le squadre iscritte furono 82, di cui trentadue provenienti dalla Serie B (tranne il Rieti che non si iscrisse) e cinquanta già appartenenti alla categoria.[3]
In tutti i gironi la lotta fu molto serrata e combattuta. Al Centronord la vittoria sorrise a Fanfulla e Udinese, che ritrovarono così subito la serie cadetta. Lo stesso accadde anche al Prato, che però riuscì a sconfiggere solo dopo due spareggi l'opposizione della Carrarese. Ancora più tortuosa fu la strada che portò in Serie B il Catania, vincitore del girone del Sud. I rossazzurri si erano infatti classificati primi, ma alla vigilia dell'ultima giornata di campionato, che per il Catania prevedeva un turno di riposo, la giustizia sportiva trasformò il pareggio contro l'Igea Virtus conquistato dagli etnei alla fine del girone di andata in sconfitta a tavolino, causa il tesseramento irregolare di un giocatore. L'Avellino ne approfittò agganciando in extremis la prima piazza vincendo l'ultima gara interna. Il conseguente spareggio, disputato all'Arena Civica di Milano, vide prevalere gli irpini per 1-0, ma poi la società campana fu condannata per illecito sportivo per aver pagato un premio allo Stabia per battere il Catania e per aver addomesticato allo stesso modo lo scontro diretto con gli stessi cugini di Castellamare. Scoperto l'illecito grazie alla confessione di un ex-giocatore dell'Avellino, il Catania vide riconosciute le proprie ragioni e poté festeggiare la promozione fra i cadetti, mentre i "lupi" si ritrovarono catapultati dal sogno della B alla retrocessione a tavolino in Promozione.
Nei bassifondi delle classifiche, infine, dove si era deciso di retrocedere le ultime tre classificate di ogni girone, furono numerosi i casi di società che, appena giunte dalla divisione cadetta, compirono il triste salto diretto in Promozione: il Vigevano, il Magenta, il Suzzara, la Centese, il Viareggio, il Gubbio e la Scafatese. Anzi, per tre di loro, e cioè i mantovani, gli umbri e i salernitani, il pregresso sforzo economico profuso per l'esagerata permanenza in C fu tale da portarli al dissesto finanziario e alla conseguente ripartenza immediata dai campionati regionali.
Girone A
L'esito del girone A fu turbato a tavolino dal caso del giocatore Carlo Brasca del Magenta. Dopo la fine del campionato, infatti, venne accolto in ritardo dalla Federazione un ricorso contro il giocatore magentino in quanto irregolarmente tesserato dal club mentre era già legato ad un'altra squadra. Ciò comportò la sconfitta a tavolino del Magenta in tutte le partite in cui era sceso in campo Brasca: la pesante penalizzazione non cambiò l'esito della stagione del Magenta, che era già retrocesso sul campo, ma fu di vitale importanza per altre due società, in quanto il Piacenza recuperò due punti che gli permisero di superare il Vigevano e di salvarsi. La squadra della provincia pavese alzò tuttavia comprensibili vibranti proteste, in quanto si era di fatto ritrovata retrocessa a tavolino senza aver avuto la benché minima parte nello scandalo Brasca. La Federazione fu comunque inflessibile nell'applicare burocraticamente il regolamento, ma il diffuso discredito che gli organi federali si erano tirati addosso per l'ingarbugliata vicenda li convincerà poi nel 1950 a ripescare il Vigevano.
L'esito del girone D fu turbato a tavolino dall'esito del Caso Catania-Avellino. Ad una giornata dal termine del torneo, infatti, la Federazione accolse in ritardo un ricorso avverso al Catania per la gara contro l'Igea Virtus del girone d'andata, nella quale era stato schierato un giocatore squalificato. Ciò permise all'Avellino di agganciare gli etnei e di vincere poi il conseguente spareggio per la promozione. Se non che i siciliani si rivolsero alla questura di Catania perché indagasse su voci di corruzione accusanti gli irpini. Le indagini diedero ragione ai rossazzurri, ma a questo punto intervenne la Lega Nazionale che dichiarò invalido tutto il girone meridionale, in quanto affetto da molteplici irregolarità sia da parte dei corruttori avellinesi, sia da parte dei siciliani per la violazione della clausola compromissoria per aver adito alla questura, sia da parte delle varie squadre corrotte. Contro la deliberazione della Lega, che in pratica cancellava sia le promozioni che le retrocessioni, fece ricorso alla CAF il Catania, che vinse in appello. Ciò comportò quindi la rovina dell'Avellino, che se dalla Lega si era visto sì cancellare la promozione, ma almeno confermare la permanenza in C, dalla CAF si vide retrocesso in Promozione. Anche per i campani, tuttavia, nel 1950 arriverà un'amnistia con il conseguente ripescaggio.
Due punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
L'Avellino ha vinto lo spareggio promozione contro l'ex aequo Catania, promozione che gli è poi stata revocata per illecito sportivo, e sostituita da retrocessione in Promozione regionale.[4] In questo caso la classifica riporta il calendario modificato a posteriori dalla Giust. Sportiva, non quello esatto di fine stagione, previsto dalla prassi di Wikipedia in italiano, per il Calcio.
Scafatese ritirata dopo 12 partite e conseguentemente esclusa dal campionato (in seguito fallita); tutti i risultati da essa conseguiti sono stati annullati.
L'esito di questo spareggio fu infine ininfluente, giacché in seguito l'Avellino fu punito con la retrocessione in Promozione dalla Giustizia Sportiva, ed al suo posto fu ammesso in Serie B il Catania.
Note
A parità di punteggio le squadre furono normalmente classificate a pari merito, mentre i regolamenti dei campionati redatti dalla F.I.G.C. per questa e per le successive stagioni prevedevano che, trovandosi necessità di attribuire qualsiasi titolo sportivo di promozione o retrocessione, si procedesse a disputare uno o più spareggi in campo neutro.
^ammesso in Serie B a seguito della retrocessione del vincente Avellino, causa verdetti della Giustizia Sportiva. Riportata modifica del verdetto, in questo caso, eccezionale, contrariamente alla prassi di Wikipedia in italiano per il Calcio.
^Gli fu revocata la promozione in serie B da sentenze della Giustizia Sportiva, che ne decretarono anche la retrocessione in Promozione regionale. Riportata modifica del verdetto, in questo caso, eccezionale, contrariamente alla prassi di Wikipedia in italiano per il Calcio.
^Il piano originario prevedeva 60 partecipanti su tre gironi, tra le quali 35 provenienti dalla Serie B e 25 dalla Serie C. In seguito al Caso Napoli il rapporto divenne di 32 a 44, fino ad arrivare all'organico definitivo su decisione del Consiglio Federale.
^L'Avellino, dopo aver vinto lo spareggio con il Catania, non fu promosso per illecito sportivo e collocato all'ultimo posto della classifica applicando gli art.49 e 50 del Regolamento Organico, fu retrocesso in Promozione. Delibera della Commissione d'Appello Federale, comunicato ufficiale n. 2 del 13 agosto 1949 (vedi F.I.G.C. Bollettino Ufficiale F.I.G.C. del 1949, raccolta n. 14 del 27 agosto 1949 pag. 99 che dice "... - visti gli Art. 12 dello Statuto, 49 capov. 13, e 50, capov. 8 e 10 del R.O. delibera, a parziale modifica della impugnata decisione della Lega Nazionale: a) di respingere il reclamo dell'U.S. Avellino, retrocedendola all'ultimo posto del girone. ..." Essendo l'ultimo posto in classifica occupato dall'Avellino, la Scafatese, l'esclusa dalla classifica essendosi ritirata, non è classificata).