La silice (/'silitʃe/[2]), o anche anidride silicica o diossido di silicio secondo IUPAC, è un composto del silicio la cui formula chimica è SiO2. È comunemente presente in natura come quarzo.
Descrizione
La silice purissima per applicazioni ad alta tecnologia viene ottenuta dalla reazione in fiamma fra il tetracloruro di silicio e l'ossigeno
È una pura polvere cristallina bianca che impartisce all'acqua una lieve acidità: una sospensione di 40 g in un litro di acqua ha pH compreso tra 3,7 e 4,7.
Moltissimi animali e piante utilizzano la silice presente come ione silicato sia nell'acqua dolce sia in quella salata purché al di sotto dei 18 °C. Le diatomee, i radiolari, le spugne silicee, moltissimi cereali ed altre piante come la canna da zucchero e l'equiseto utilizzano questo materiale come impalcatura per lo sviluppo di strutture scheletriche.
Esistono comunque anche 15 solidi cristallini composti esclusivamente di silice, tra i quali il più famoso è certamente il quarzo o le sue forme di alta e altissima temperatura tridimite e cristobalite, oltre a solidi criptocristallini quali il calcedonio.
Utilizzi
La silice è il pressoché unico costituente della selce, materiale di base delle tecnologie preistoriche di lavorazione della pietra, nonché un componente essenziale nella costruzione degli acciarini, strumenti medievali per l'accensione di fuochi ed armi da fuoco.
Materia prima per la produzione di silicio elementare. La natura di semiconduttore del silicio ne favorisce l'utilizzo nel campo dell'ingegneria elettronica, nella costruzione di circuiti integrati, transistor e altri componenti elettronici.
Nella sua forma più pura, è il costituente principale delle fibre ottiche, utilizzate per le trasmissioni a lungo raggio.
Col nome di biossido di silicio, per realizzare l'ossido di isolamento all'interno dei circuiti integrati, e l'ossido di gate dei transistor MOSFET.
Avendo durezza 7 nella scala di Mohs è un materiale relativamente duro, pertanto viene utilizzata come abrasivo; proprio questa capacità abrasiva può portare a specifiche malattie, quali la silicosi, una patologia polmonare legata all'inalazione di ingenti quantità di polvere.
Insieme ai suoi derivati è uno dei materiali d'elezione nella chimica analitica per separare composti tramite cromatografia: la maggior parte delle fasi stazionarie per cromatografia contengono appunto derivati della silice o silice pura.
La produzione di aerogel, la sostanza solida meno densa conosciuta, circa tre volte più pesante dell'aria e 1000 volte meno densa del vetro.
Come mescola degli pneumatici moderni per ridurre la resistenza al rotolamento e migliorare la tenuta sul bagnato.
Nei dentifrici sotto il nome di "Hydrated silica" come agente abrasivo della superficie dei denti.
Come additivo alimentare, con funzione di antiagglomerante e supportante per aromi e coloranti, sigla E551.
Medioevo
Nei lapidari medievali la silice appuntita è chiamata pietra del tuono, perché si credeva che fosse la punta di un fulmine caduto a terra. Siccome si riteneva che un fulmine non cadesse mai due volte sullo stesso punto, le pietre del tuono venivano ricercate e appese al collo delle persone per proteggerle dai fulmini, oppure murate sui tetti delle case affinché le saette si dirigessero altrove.