La Sport era un tipo di vettura da competizione biposto a ruote coperte.
Storia
I primi esemplari di vetture sport, agli albori del XX secolo, sono macchine di serie modificate per aumentarne le prestazioni[1]. I primi regolamenti per le vetture sport da competizione, all'epoca chiamate Turismo, vengono stabiliti solo nel 1923 dall'Automobile Club di Francia che organizzava la 24 Ore di Le Mans ma in seguito vengono adottati anche per le altre corse della categoria[1][2].
Le vetture sport per le competizioni vengono regolamentate con maggiore precisione nel 1935 sempre dall'Automobile Club francese che da così vita alla Formula Sport ACF, in Italia ribattezzata Sport Nazionale[2]. Queste particolari macchine da corsa sono costruite in un numero minimo di esemplari, con carrozzaria aperta o chiusa, devono avere le ruote coperte da parafanghi, la porta e un posto guida tale da poter ospitare due sedili, caratteristiche che le rendono completamente diverse dalle monoposto da gran premio[1]. Diverse sono anche le gare a cui partecipa questo tipo di vettura, corse massacranti su strade all'epoca ancora sterrate, come la Mille Miglia, e prove di durata in primordiali circuiti allestiti per l'occasione, prima fra tutte la 24 Ore di Le Mans[1][2][3].
Negli anni trenta le gare per vetture sport riscuotono molto successo tra il pubblico spingendo le case automobilistiche quali Alfa Romeo, Maserati, Bugatti, Aston Martin, Bentley, Mercedes, BMW, Talbot, ad impegnarsi nella realizzazione di auto sempre più competitive e strutture specializzate creando i primi reparti corse[2]. In questo periodo i costruttori internazionali si sfidano alla 24 Ore di Le Mans, alla Mille Miglia, alla Targa Florio, alla 24 Ore di Spa ma anche nelle corse di minore importanza, affidando le loro vetture a campioni del calibro di Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Luigi Fagioli e Rudolf Caracciola[2]. La Seconda guerra mondiale interrompe le attività sportive[2]. Nel secondo dopoguerra vengono nuovamente organizzate le corse storiche del panorama internazionale che trovano il consenso del pubblico e dei costruttori allettati dai premi di gara, dai contributi dei finanziatori, dal ritorno pubblicitario e dagli investimenti non eccessivi[2].
Dato il successo riscontrato da questo tipo di competizioni la Commissione Sportiva Internazionale, organo sportivo della Federazione Internazionale dell'Automobile, decide di organizzare nel 1953 il primo Campionato mondiale riservato ai costruttori di vetture sport che nonostante i cambi regolamentari e tecnici sopravviverà fino agli anni novanta[2].
^abcd Guido Staderini, 1910-2000:Le vetture Sport rappresentano il progresso nel campo dell'auto, in Auto da Corsa, Mondadori, 2003, pp. 90-93.
^abcdefgh Maurizio Ravaglia e Gianni Cancellieri, Campionati internazionali di velocità - Campionato del mondo Sport Prototipi, in Enciclopedia dello Sport-Motori, Enciclopedia Italiana Treccani, 2003, pp. 145-160.
^ Aldo Zana, 1953-1957: Ferrari contro tutti, in L'epopea delle Sport e Prototipi, Giorgio Nada Editore, 2011, pp. 12-25.
Bibliografia
Aldo Zana, L'epopea delle Sport e Prototipi, Giorgio Nada Editore, 2011, ISBN978-88-7911-535-3.
Maurizio Ravaglia & Gianni Cancellieri, Enciclopedia dello Sport-Motori, Enciclopedia Italiana Treccani, 2003.