La stazione venne inaugurata il 15 maggio 1890, in concomitanza all'apertura al servizio del secondo ampliamento della ferrovia[1][2][3].
Venne soppressa il 15 maggio 1964 a causa della chiusura dell'intera infrastruttura dovuta alla concorrenza del traffico su gomma[4].
Strutture e impianti
L'impianto disponeva di un fabbricato di servizio dal quale si controllava tutta l'area ferroviaria, di un edificio per gli addetti che vi lavoravano e di tre binari, due tronchi propri dello scalo e un altro al servizio della diramazione per Colonnata. Da qui infatti si diramavano i tracciati per Ravaccione, lunga complessivamente 2 chilometri e mezzo circa comprendente la stazione di Fantiscritti, e per Colonnata, lunga 1,274 chilometri. Era presente anche un binario di salvamento posto su un ponte per frenare i convogli in arrivo; su quel binario la pendenza arrivava fino al 70 per 1000[5].
Successivamente alla soppressione la stazione, inizialmente abbandonata a se stessa, venne recuperata e restaurata. Sono anche stati preservati due tronchini, uno davanti al fabbricato di stazione ed un altro nei pressi della galleria per Ravaccione.
Movimento
La stazione venne interessata, nei suoi anni di servizio, dal solo traffico merci in quanto sulla linea non si effettuava servizio passeggeri regolare.
Note
^Ferdinando Milone, L'Italia nell'economia delle sue regioni, op. cit.
Bollettino dei trasporti e dei viaggi in ferrovia, 1893.
Ferdinando Milone, L'Italia nell'economia delle sue regioni, 1955.
Luigi Lavagnini, Carrara nella leggenda e nella storia, Società Editrice Italiana Demetra, 1962.
Mario Pieri, I marmi d'Italia: graniti e pietre ornamentali: mineralogia, geologia, tecnologia e merceologia dei marmi, analisi chimica e microscopica di 110 esemplari, le pigmentazioni coloranti nei marmi, la formazione di macchie deturpanti, i marmi antichi analizzati, Hoepli, 1964.
Adriano Betti Carboncini, Alpi Apuane. Ricordo delle ferrovie marmifere, Pegaso, Firenze, 2012. ISBN 978-88-95248-39-4.