Figlia di un marinaio, Julien Pierre Mainguené, e di un'istitutrice, Marie Marguerite Morel[1], Sylvie entrò giovanissima in conservatorio dove studiò recitazione. Nel 1903 iniziò la carriera teatrale e nel 1905 ottenne il primo successo con la commedia The Old Heidelberg e nel cinema muto, nel quale riuscì a eccellere con ruoli importanti in grandi film come Germinal (1913), ove ebbe il ruolo di Catherine Maheu. Ottenne una parte di rilievo in Delitto e castigo (1935) di Pierre Chenal.
Dopo essersi dedicata principalmente al teatro, negli anni cinquanta e sessanta apparve spesso sul grande schermo nei panni di anziana signora autoritaria, contraddistinta dallo sguardo severo e intenso. Divenne nota in Italia per aver interpretato il ruolo della Signora Cristina nel film Don Camillo (1952), collaborando a una coproduzione italo-francese che la pose a fianco del regista connazionale Julien Duvivier e degli attori francesi Fernandel (nel ruolo di Don Camillo) e Charles Vissières (nel ruolo del vescovo di Reggio Emilia).
Sylvie recitò in numerosi film per il cinema in ruoli secondari, ma fu soprattutto l'ultimo in Una vecchia signora indegna (1965) che la vide protagonista ormai più che ottantenne, e la consacrò definitivamente, dandole nuova visibilità e il riconoscimento al suo talento.
Nel 1965 apparve ancora una volta sul piccolo schermo italiano interpretando il ruolo della misteriosa Lady Hodwyn nello sceneggiato televisivo Belfagor o Il fantasma del Louvre, dove recitò con Juliette Gréco.
Sulla scia di questo trionfo popolare, decide di ritirarsi dalle scene. A Pierre Dumayet, che la intervisterà nel 1969 nella trasmissione Vocations, dichiarerà con fierezza "Non mi sono persa la mia vecchiaia!" ("Je n'ai pas raté ma vieillesse!")
Morì il 5 gennaio 1970, all'età di 87 anni. È sepolta nel cimitero del piccolo villaggio di Saint-Guyomard, situato nella regione della Bretagna.
Citazioni
"La vie m'a menée, j'ai été toutes ces femmes, et moi, qu'est-ce que j'étais là-dedans? Rien. En scène, j'étais Jeanne d'Albret, la reine de Navarre; le rideau tombé, j'étais Louise Sylvie, c'est-à-dire zéro!" (Sylvie in risposta a Pierre Dumayet, Vocations, 1969)