Tambo (struttura inca)
Il tambo (quechua: tampu, "albergo") era una struttura Inca costruita per usi amministrativi e militari. Situata lungo le strade inca, i tambo servivano per i rifornimenti e per fornire riparo al personale statale in viaggio.[1] Erano anche depositi di registri basati sui quipu.
Descrizione
Esistevano diversi tipi di tambo. Alcuni servivano per alloggiare gli Inca che stavano viaggiando ed il loro entourage (solitamente mogli ed ufficiali di stato), altri come tappa dei chaski, ovvero dei messaggeri che correvano lungo le strade per consegnare messaggi.[2]
I tambo erano anche insediamenti pianificati. Prove architettoniche e documentarie fanno pensare che la dimensione degli insediamenti corrispondeva probabilmente alla loro capacità di ospitare una data popolazione.[3]
Non tutte le strutture che oggi chiamiamo "tambo" erano necessariamente stazioni di questo genere, o tampu inca. Apparentemente, i tampu erano distanti solo un giorno l'uno dall'altro, con strutture principali poste ogni 5 o 6 giorni di cammino.
Rovine dei tambo sono sparse per tutto l'attuale Perù, la Bolivia, il Cile e la Colombia.[4] Pedro Cieza de León fa continui riferimenti ai tambo nel suo Crónicas de Peru. Nel seguente passaggio, Cieza de León descrive gli utilizzi generali dei tambo che apprese dai nativi:
( EN)
«And so there would be adequate supplies for their men, every four leagues there were lodgings and storehouses, and the representatives or stewards who lived in the capital of the provinces took great care to see that the natives kept these inns or lodgings (tambos) well supplied. And so certain of them would not give more than others, and all should make their contribution, they kept the accounts by a method of knots, which they call quipu, and in this way, after the troops had passed by, they could check and see that there had been no fraud.»
( IT)
«E quindi c'erano rifornimenti adeguati per i loro uomini, ogni quattro leghe c'erano alloggiamenti e magazzini, ed i loro rappresentanti o inservienti che vivevano nel capoluogo delle province stavano molto attenti nel controllare che i nativi mantenessero ben riforniti questi alloggiamenti (tambo). E così alcuni di loro non avrebbero dato più di altri, e tutti dovevano dare il proprio contributo, tenendo i conti con un sistema di nodi che chiamano quipu, e in questo modo, dopo che le persone vi erano passate, avrebbero potuto controllare e vedere se ci fosse stata qualche frode»
Note
Bibliografia
- Adorno, Rolena. “The Depiction of Self and Other in Colonial Peru”, Art Journal, estate 1990, Vol. 49 Issue 2, p110-19.
- Cieza de León, Pedro de, The Incas of Pedro de Cieza de León, translated by Harriet de Onis. Norman, OK: University of Oklahoma Press, 1959.
- Crow, John A. The Epic of Latin America (Fourth Edition). Berkeley, CA: University of California Press, 1992 (1946).
- Diffie, Bailey W. “A Markham Contribution to the Leyenda Negra.” The Hispanic American Historical Review, Vol. 16, No. 1 (feb., 1936), 96-103.
- Diffie, Bailey W. Latin-American Civilization: Colonial Period. Harrisburg, PA: Stackpole and Sons, 1945.
- Dobyns, Henry F. e Doughty, Paul L. Peru: A Cultural History. New York: Oxford University Press, 1976.
- Mancall, Peter C. (ed.). Travel Narratives from the Age of Discovery. New York: Oxford University Press, 2006.
- Marett, Sir Robert. Peru. New York: Praeger Publishers, 1969.
- Prescott, William H. History of the Conquest of Mexico & History of the Conquest of Peru. New York: Cooper Square Press, 2000.
Voci correlate
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