Da bambina, Alexia rimane vittima di un incidente stradale, in seguito al quale le viene impiantata una placca di titanio in testa.
Da adulta, Alexia lavora come ballerina sexy in un locale in cui lei e le sue colleghe si esibiscono proprio su automobili; nel frattempo la ragazza è tuttavia diventata anche una serial killer, prediligendo come arma dei suoi delitti un fermacapelli e come vittime le persone che vorrebbero avere rapporti sessuali con lei, siano essi uomini o donne. Alexia non ha un grande rapporto neanche con i suoi genitori: ignora il padre, che era con lei nel momento del fatidico incidente, ed è infastidita dalle attenzioni di sua madre. Però, mentre è con i suoi genitori, Alexia lamenta strani dolori all'addome: scopre dunque di essere incinta e prova ad abortire da sola, autolesionandosi e fallendo.
Tra gli spasimanti di Alexia si presenta anche Justine, sua collega notata dalla stessa Alexia per via di vistosi piercing sul seno. Durante una festa privata, Alexia mette in atto una strage, trucidando Justine e svariati altri invitati, lasciandosi sfuggire tuttavia una di loro che dà l'allarme. Prima che la polizia possa braccarla, Alexia dà fuoco alla sua casa e vi chiude i suoi genitori dentro affinché muoiano.
Alexia raggiunge dunque una stazione con un autostop e scopre che il suo volto è stato indicato su vari schermi come quello di una persona ricercata. Alexia nota tuttavia anche i volti invecchiati digitalmente di alcuni bambini scomparsi molti anni addietro: uno di loro, Adrien, le somiglia incredibilmente. La giovane donna decide dunque di travestirsi da ragazzo nascondendo seno e addome e di presentarsi alla polizia affermando di essere proprio Adrien.
Vincent (il padre di Adrien), capo pompiere con una squadra di compagni al suo servizio, porta con sé Alexia a casa senza volere il test del DNA. Ne deriva un rapporto altalenante: Vincent, che di per sé affronta alcune sue problematiche dovute all'impatto psicologico del suo invecchiamento, sembra presto rendersi conto che qualcosa non va, ma lo accetta comunque pur di avere qualcuno al suo fianco.
Alexia dal canto suo fatica a continuare a nascondere la propria natura, ma non riesce né a scappare né ad uccidere l'uomo, il tutto mentre alcuni componenti della squadra di pompieri iniziano a notare qualche stranezza e la stessa madre di Adrien (da anni separata dall'ex marito) riesce a scoprire l'effettiva natura della ragazza vedendola nuda. La maschera a questo punto cala: Alexia rivela la propria femminilità esibendosi sulla camionetta dei pompieri per il resto della squadra in una sorta di visione /presa di coscienza, tanto che Vincent (nella visione) tenta di darsi fuoco, ma infine decide comunque di aiutarla a partorire. Alexia alla fine confessa il proprio nome, ma muore di parto e, nell'ultima scena, si lascia intendere che Vincent accudirà il bambino.
Le riprese del film sarebbero dovute iniziare già nell'aprile del 2020, ma sono state interamente posticipate, a causa della pandemia di COVID-19[5], a settembre dello stesso anno.[6] Esse si sono tenute interamente in Francia, precisamente nel territorio dell'Essonne e nel comune di Fleury-Mérogis.[7]
In Francia, la visione del film è stata vietata ai minori di 16 anni, mentre in Italia è stata vietata ai minori di 18 anni.[13]
Negli Stati Uniti d'America la MPAA ha classificato il film come vietato ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto (R) per scene contenenti forte violenza, materiale inquietante, nudità, sessualità e linguaggio.[14]
Guadagnando nella sua prima settimana di proiezioni al botteghinofrancese più di 500 mila euro, Titane nel resto d'Europa ha incassato circa 3 milioni di dollari, per un totale mondiale di quasi $ 5 milioni, contro un budget di oltre 6.[16][17]
Critica
Sul sito webRotten Tomatoes il film riceve il 89% delle recensioni professionali positive, con un voto medio di 7,80/10, basato su 237 recensioni;[18] mentre su Metacritic il film ottiene un punteggio di 75 su 100 basato su 46 critiche.[19]
Su NME, il film è stato valutato con un perfetto voto di 5 stelle su 5, con la nomenclatura di "capolavoro".[26]
La prima recensione negativa è arrivata dal critico cinematograficoPeter Bradshaw che, scrivendo per The Guardian, ha assegnato al film soltanto 2 stelle su 5, paragonandolo negativamente al precedente film diretto da Julia Ducournau, ossia Raw (2016), e affermando: "È sempre così faticoso e grezzo, senza neanche l'ombra dello stile affascinante e ammiccante di Raw!".[27] Così anche su IndieWire il film è stato ampiamente criticato e bocciato come "profondamente misogino e condito con diversa transfobia".[28]
^ab(FR) DÉCOUVREZ LA BANDE-ANNONCE DE TITANE, su diaphana.fr, Diaphana Distribution, 21 giugno 2021. URL consultato il 21 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2021).