L'attuale territorio di Tremestieri Etneo, per le sue favorevoli condizioni ambientali e la centralità della sua posizione geografica, posta tra l'Etna e la città di Catania, è stato sede di nuclei abitati sin da tempi remoti. Di tale evenienza restano solo sparute tracce essendo state le altre, nella maggior parte, cancellate dai numerosi e ricorrenti eventi calamitosi, soprattutto di natura vulcanica e tellurica, che si sono abbattuti in ogni tempo sul territorio.
Confermano tale tesi i pochi ma significativi reperti archeologici, casualmente rinvenuti nel territorio, costituiti da spezzoni di sepolcri di terracotta, lucerne, vasellame, monete e piccoli utensili in metallo o in pietra, riferentisi, per lo più, al periodo romano e bizantino e, più raramente, a quello ellenistico.
Frequenti sono stati i terremoti e le lave che sin dalla preistoria hanno sconvolto e distrutto il territorio e l'abitato di Tremestieri. Per la violenza e gli ingenti danni provocati si ricordano le lave del 122 a.C., del 1381 e del 1444 ed i terremoti del 1169, del 1693 e del 1818.
Nonostante le frequenti e ripetute calamità dovute alle eruzioni, ai terremoti, alle micidiali epidemie ed alle ricorrenti avversità atmosferiche, alle quali seguivano spesso lunghi periodi di carestia, la piccola comunità di Tremestieri è sempre riuscita a risorgere ed a proliferare grazie alla indomita volontà di rinascita e allo spirito di attaccamento ai luoghi dei suoi abitanti perennemente corroborati da una radicata e profonda fede religiosa.
La crescita e l'importanza assunta dalla comunità tremestierese è indirettamente comprovata dalla bolla papale, emanata nel 1446 da papa Eugenio IV, con la quale la chiesa " de tribus monasteriis", che da tempo accoglieva anche i fedeli delle contrade circonvicine, fu elevata alla dignità parrocchiale.
Nei primi anni del XVII secolo l'abitato di Tremestieri contava una popolazione di oltre 1.200 persone e aveva ben sette chiese.
Nel 1641 il casale di Tremestieri, essendo stato venduto al ricco mercante genoveseGiovanni Andrea Massa, venne staccato dalla giurisdizione demaniale di Catania a cui apparteneva sin dal periodo aragonese ed acquistò una propria autonomia amministrativa, seppure alquanto condizionata da un anacronistico sistema di governo di tipo feudale.
Le prime amministrazioni comunali, superando non poche difficoltà, soprattutto di ordine finanziario, riuscirono a realizzare un modesto programma di opere pubbliche volto, tra l'altro, a migliorare i collegamenti con i paesi confinanti ed alla costruzione del cimitero.
Nel 1874 al toponimo Tremestieri, la cui etimologia sembra derivare dalla corruzione del latino "Tria Monasteria", venne aggiunto l'aggettivo "Etneo" per distinguerlo da una omonima località nei pressi della città di Messina[5].
A partire dagli anni sessanta Tremestieri, (prima nella frazione Canalicchio, un'isola amministrativa posta a ridosso di Catania, e poi nel capoluogo e nella frazione Piano, distanti 9 chilometri circa dalla città), ha registrato un eccezionale sviluppo edilizio con conseguente aumento della popolazione da duemila abitanti degli anni cinquanta agli oltre 22.000 attuali.
Il fenomeno è stato determinato dalla concomitanza di una serie di fattori socioeconomici, quali la espansione urbanistica della città di Catania e la crisi del settore agricolo che ha fatto definitivamente tracollare la tradizionale economia del paese basata originariamente sulla viticoltura ed olivicoltura e, negli ultimi anni, sulla agrumicoltura.
Simboli
«Troncato semipartito: nel primo di campo di cielo, all'Etna al naturale, innevato sulla cima, fumante, col fumo posto in sbarra, di bianco; nel secondo di verde, alle tre chiese d'argento, ordinate in sbarra, munite di campanili posti due a sinistra, e quello della Chiesa in capo, a destra, la chiesa mediana più grande; nel terzo di rosso, all'ovale d'azzurro, caricato della lettera M della Beata
Vergine Maria d'oro, ornata da dodici stelle d'oro, poste in cerchio, l'ovale accompagnato in punta da due rami di olivo verde, in decusse.
Ornamenti esteriori da Comune.»
(D.P.R. 5 marzo 1984)
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa madre di Santa Maria della Pace, risalente con molta probabilità al XII secolo (la campana piccola nel campanile presente, incisa, la data del 1196) e ricostruita dopo il terremoto del 1693. Anticamente, l'attuale salone parrocchiale era l'oratorio di "Sancta Maria Mater Pacis" ed era sede della Cappella della Madonna Regina della Pace, antica Patrona di Tremestieri. L'interno della Chiesa Madre è suddiviso in tre navate e presenta diversi altari: Madonna del Carmelo e Santa Barbara (patrona del paese), San Michele Arcangelo, S.s Crocifisso (1637), S.s Sacramento, Cappella della Madonna della Pace, Madonna del Rosario, S. Maria della Purità e l'altare del purgatorio (o S. Maria del Suffragio). Vi sono diverse opere tra cui le due splendide statue lignee che raffigurano le protettrici del paese: la Madonna della Pace (fine del XVI secolo) e Santa Barbara vergine e martire (primi anni del XVII secolo). L'organo della Chiesa Madre è della scuola di D. Del Piano (F. Puglisi - 1846) ed è stato restaurato recentemente ed inaugurato il 3 Dicembre 2022 con un Concerto d'organo. Il Fercolo della Chiesa Madre (settecentesco) è custodito nella "Casa del fercolo" (comunemente chiamata "Casa da Vara"). Altre opere: tele degli altari minori databili al XVII e XVIII secolo di pregevole fattura (alcuni di scuola acese), simulacro di San Giuseppe, simulacro del Cristo Risorto (di recente fattura), fonte battesimale (di recente fattura), acquasantiera (datata 1630, in marmo e di pregevole fattura).
Chiesa Santa Maria Immacolata (1630) - voluta dal Can. della Cattedrale di Catania, Don Francesco Di Stefano, che veniva a villeggiare spesso a Tremestieri. All'interno, ad un unica navata, vi sono diversi affreschi e opere tra cui il vetusto simulacro della Madonna Immacolata (di pregevole e antica fattura).
Chiesa Sant'Antonio di Padova (prima metà del XVII secolo) - L'unico edificio di culto del paese ad aver resistito al terribile terremoto del 1693 che distrusse interamente Tremestieri. Ebbe la funzione di "Matrice" fino alla seconda metà del 1700 (la Chiesa Madre venne aperta al culto solo alla fine del 700). L'interno, ad unica navata, presenta un altare recante l'antico simulacro di Sant'Antonio di Padova (1600 - in cartone romano).
Chiesa Santa Maria dell'Idria, esistente già dal XVII secolo - Facciata a capanna con croce sommitale recante la data del 1648 (probabilmente, l'anno di fine lavori). All'interno, ad unica navata, presenta un altare recante un affresco settecentesco della Madonna dell'Itria.
Chiesa Sant'Antonio Abate, risalente al XVI secolo, non più esistente.
Chiesa Santa Maria dell'indirizzo, non più esistente.
Chiesa San Vito Martire, testimoniata già nel XVII secolo - facciata a capanna con portale e rosone in pietra lavica. All'interno, ad unica navata, presenta un altare con l'immagine di San Vito Martire
Chiesa Santa Maria delle Grazie, situata nella frazione Piano - anticamente, la Chiesa era dedicata a San Rocco (infatti, già l'edificio di culto esisteva da prima del XVII secolo, periodo in cui è stato intitolato alla Madonna delle Grazie). L'interno, ad unica navata, presenta numerosi affreschi (anche se ormai rovinati) della scuola di Giovanni Lo Coco (di Acireale, vissuto tra la fine del XVII e il XVIII secolo). Vi sono diverse opere tra cui: una Tela raffigurante l'antico titolare, San Rocco (1600), Tela raffigurante la Madonna delle Grazie con Sant'Agata e Santa Lucia (1600 - ubicata sull'altare maggiore della Chiesa), l'antico simulacro di pregevole fattura della Madonna delle Grazie (databile al XVII secolo e che venne sostituito negli anni '80 del XX secolo dall' attuale simulacro che viene annualmente portato in processione per le vie della frazione l'8 Settembre). Anticamente, la Chiesa presentava un tetto a cassettoni di legno affrescato che fu tolto a causa di restauri inopportuni. La facciata della Chiesa (a capanna con campanile a sinistra) è in pietra bianca e presenta un pregevole portale. Il Campanile presenta della aperture scandite da archi in pietra lavica e presenta, all'interno, diverse campane (la campana più grande risale al 1730). La facciata presentava dei colori diversi rispetto agli attuali (cancellati da ulteriori restauri negli anni '80 del XX secolo).
Architetture civili
Ville padronali ottocentesche lungo la via Etnea (Villa Licciardello, Villa Bertuccio, Villa Fondacaro, Villa Valenti e tante altre).
Palazzo Paternò Toscano (nel quartiere San Vito) - sec. XIX
Palazzo Mazza (in via Roma) - sec. XVIII
Palazzo Valenti (ai quattro canti) - sec. XIX
Il Municipio (in piazza G. Mazzini) - 1963
Scuola Elementare T. Di Calcutta (in piazza Dante) - 1933 e antica sede del comune
Festa patronale della Madonna della Pace: domenica in albis e lunedì successivo: la festa si svolge nei giorni del sabato (con la processione dell'offerta della cera e la "Svelata" del simulacro della Regina della Pace), della domenica (con la prima processione con il Fercolo recante il simulacro della Madonna) e il lunedì.
Geografia antropica
Frazioni
Le due frazioni più importanti di Tremestieri Etneo sono Canalicchio (isola amministrativa) e Piano.
Economia
La produzione tipica locale consiste principalmente nei prodotti dell'agricoltura quali agrumi, olive e uva da mosto ed artigianali costituiti da ricami e prodotti in pietra lavica.
Negli ultimi anni il settore edilizio ha subito un fortissimo impulso.
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Tremestieri Etneo ha anche una squadra di volley femminile, la Messaggerie Orizzonte Tremestieri, che milita nel campionato nazionale di Serie B1. La squadra maschile di volley, Algoritmi Tremestieri, milita nel campionato nazionale di Serie B2.
Nel Calcio la principale squadra cittadina è la ASD Tremestieri Etneo Calcio che milita nel campionato di Prima Categoria Siciliana. Disputa le sue partite interne allo stadio Giulio Nicosia.
^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990, p. 666.
^Variazioni di Nome o di Territorio dei Comuni dal 1º Gennaio 1872 al 11 Aprile 1880, in Popolazione. Movimento dello Stato Civile. Anno 1878. Parte Seconda, Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Direzione di Statistica, Roma, Tipografia Cenniniana, 1879, p.288. (copia digitale su Google Libri).