La val di Fassa (Val de Fascia in ladino, Fassatal in tedesco) è una valle nelle Dolomiti, situata nel Trentino nord-orientale, al confine con le province di Bolzano e Belluno. Costituisce l'alto corso del torrente Avisio, che nasce dal ghiacciaio della Marmolada. Circondata da alcuni dei più noti gruppi montuosi dolomitici, la valle è un'importante meta turistica sia invernale sia estiva. Inoltre, per la sua identità linguistica, è parte integrante della Ladinia.
Nel torrente Avisio confluiscono numerosi torrenti che scorrono nelle valli laterali presenti nel suo bacino idrografico. Ognuna di queste vallate minori, solitamente di conformazione glaciale, raramente è dotata di una strada asfaltata e nessuna ospita centri importanti. Non mancano tuttavia malghe e fienili tipici della tradizione montana locale. Le vallate più importanti sono:
Nota: le frazioni di Forno, Medil, Penia e Sorte e gran parte dell'abitato di Moena, a eccezione della frazione di Someda, appartengono orograficamente alla val di Fiemme (medio corso del torrente Avisio), essendo situate a valle del rio San Pellegrino (confine naturale tra Fiemme e Fassa)[1]. Per questo motivo, il comune di Moena è anche membro della Magnifica Comunità di Fiemme.
Storia
I primi insediamenti umani nella val di Fassa sembrano risalire all'Età del Bronzo, anche se la zona era frequentata fin dalla preistoria da cacciatori provenienti dalle pianure più a sud. Una conferma dell'esistenza di insediamenti stabili e culturalmente uniti nella zona, fu il ritrovamento dei resti di un castelliere retico, avvenuto nel 1968 nei pressi di Mazzin. La conquista romana della Rezia (15 a.C.) diffuse nell'area dolomitica il latino che, in seguito alla compenetrazione con le lingue retiche, darà origine alla lingua ladina[senza fonte]. Testimonianze del passaggio romano, oltre che nella lingua, si trovano comunque in alcuni toponimi locali (es. Vicus-Vigo di Fassa)[3].
Durante il Medioevo la val di Fassa fu soggetta all'autorità del Principato vescovile di Bressanone, ad eccezione di Moena, che apparterrà a Trento almeno fin dal XII secolo. Fu in questo periodo, attraverso una lunga lotta con l'autorità vescovile, che si affermarono le prerogative di autonomia e di libertà della Comunità di Fassa, fondate sul diretto controllo e sulla proprietà collettiva di parte del territorio, in particolare dei boschi e dei pascoli di alta montagna. I diritti di autonomia e di gestione del territorio decaddero soltanto nel periodo delle guerre napoleoniche, in cui i fassani si schierarono al fianco delle milizie popolari tirolesi[4]. Dopo la fine dell'epoca napoleonica la valle condivise i destini dell'impero austro-ungarico, e alla fine del XIX secolo la "scoperta" di nuove vette contribuì a diffondere in tutta Europa il mito romantico dei Monti Pallidi, e creò le condizioni per la nascita di quell'industria turistica che sarebbe stata successivamente la maggiore risorsa economica locale[4].
Allo scoppio della prima guerra mondiale la val di Fassa si trovò sulla linea del fronte italo-austriaco. Numerose sono le testimonianze del conflitto, come le trincee visitabili oggi attraverso itinerari turistici come la celebre ferrata delle Trincee. All'interno del ghiacciaio della Marmolada le truppe austroungariche scavarono addirittura un complesso sistema di gallerie, dotate di elettricità, telegrafo e riscaldamento, tale da meritarsi l'appellativo di "città di ghiaccio" (Eisstadt).
Il passaggio, nel 1918, del Tirolo cisalpino al Regno d'Italia, segnò un'ulteriore diminuzione dell'autonomia e dell'identità storica della zona, con il frazionamento dell'area culturale ladina in diverse entità amministrative. A partire dal secondo dopoguerra, con l'istituzione della regione autonoma Trentino-Alto Adige, del comprensorio Ladino di Fassa, e la recente istituzione della "comunità di valle"[5] (il Comun General de Fascia), l'identità locale fassana è nuovamente in fase di riconoscimento.
Lingua
In val di Fassa si parla prevalentemente la lingua ladina, nella sua variante del dialetto fassano. Tale idioma è ulteriormente suddiviso in tre varianti:
Moenàt, parlato a Moena
Brach, parlato a Soraga di Fassa e San Giovanni di Fassa
Cazèt, parlato a Mazzin, Campitello di Fassa e Canazei (alta val di Fassa)
Al censimento del 2011, 8.092 cittadini residenti in valle si sono dichiarati di madrelingua ladina, pari al 81,54% della popolazione[6].
Tradizioni
A Moena esiste un quartiere chiamato Rione Turchia (orograficamente situato nella val di Fiemme), in cui annualmente si celebra la Festa in Turchia, per ricordare la vicenda di un generale dell'Impero Ottomano sfuggito alla battaglia di Vienna del 1683 che, valicate le Alpi e arrivato stremato in quel di Moena, viene soccorso dagli abitanti del rione, che a loro volta vengono soprannominati turchi, a causa dell'assistenza prestata al generale ottomano.
Nella valle è molto forte la tradizione popolare, legata alla cultura ladina. In valle sono conosciute favole, leggende e racconti popolari legate ai maestosi monti che le fanno da contorno. È celebre quella di Ciambolpìn, il pastore innamorato nativo del lago di Fedàia, presso la Marmolada, rimasto stregato dalla fata Kelina. A Vigo di Fassa, centro amministrativo della valle, hanno sede l'Istituto Culturale Ladino Majon di fascegn e il museo ladino di Fassa. In ogni paese c'è una chiesa dall'architettura caratteristica della zona trentina e del vicino Alto Adige.
In val di Fassa esistono molte tradizioni come quella di San Nicolò, patrono di Pozza di Fassa dove si trova una chiesetta dedicata, che assieme ai krampus gira per i paesi della valle la sera del 5 di dicembre. Recentemente sono state organizzate una sfilata di krampus nel 2016[7] e una nel 2017[8].
Turismo
Le attività che si svolgono in valle sono legate principalmente al turismo, sia estivo che invernale. Le località sciistiche della valle fanno parte del consorzio Dolomiti Superski, il più esteso al mondo. Le aree sciistiche della valle sono le seguenti:
Per quanto riguarda il turismo estivo, è possibile utilizzare i mezzi di risalita invernali per raggiungere i punti di accesso più comodi per numerose escursioni, caratterizzate da laghi alpini, boschi e pareti rocciose. Notevoli sono le possibilità escursionistiche nei gruppi dolomitici del Catinaccio, Sassolungo, Sella, Marmolada e Buffaure-Monzoni. D'estate è anche possibile percorrere il tragitto del Sellaronda a piedi o in mountain bike. Una pista ciclabile percorre inoltre tutta la val di Fassa, da Canazei a Moena, e oltre fino a Molina di Fiemme, seguendo in gran parte il percorso della Marcialonga.
Note
^ab Lino Bertagnolli e Carlo Battisti, Val di Fassa, in Enciclopedia Italiana, Treccani, 1932 (archiviato l'11 ottobre 2016).
Val di Fassa. Documenti e Studi, a cura di Vittorio Bassetti, aprile 2013.
Società degli alpinisti tridentini e Commissione per la tutela dell'ambiente montano, Naturalmente Trentino: i paesaggi, la natura, i luoghi, a cura di Alessio Bertolli, Trento, Curcu & Genovese, 2012, ISBN9788896737552, OCLC898546419.
(IT, DE, EN) Portale turistico per Val di Fassa, su val-di-fassa.com. URL consultato il 7 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2009).