L'area d'interesse archeologico oltre che naturalistico, dominata dal monte Annamunna (1 233 ms.l.m.), risulta popolata già in epoca italica. L'area archeologica, situata lungo un anello di circa nove chilometri e riconducibile in epoca preromana all'età del bronzo, venne popolata dai Marsi fino all'età tardo-repubblicana[1][2]. La dolina e l'area carsica di Amplero, insieme ad altre zone della Vallelonga, fu fortificata anche con il fine di segnare e difendere il confine dei Marsi con i Volsci, stanziati nella limitrofa valle del Liri e a Sora[3].
Il villaggio di San Castro di Amplero subì presumibilmente la distruzione nel corso della Prima guerra sannitica[4]. Ricostruito ed ampliato, fino a raggiungere circa 18 ettari nel corso del III secolo a.C., fu abbandonato in modo progressivo dopo la guerra sociale, tanto che quasi tutti i suoi abitanti si spostarono ad Arciprete, nei pressi della contemporanea Ortucchio o in altri nuclei sparsi della Vallelonga[5].
I reperti furono scoperti e segnalati per la prima volta nella metà dell'Ottocento. L'area fu indagata al termine del secolo, mentre a cominciare dal 1968 in località La Giostra (1 093 ms.l.m.) fu l'Università di Pisa, attraverso l'operato dei professori Paolo Enrico Arias, Cesare Letta ed altri archeologi[6], ad effettuare le prime operazioni di scavo seguite da ricerche e studi che nei decenni successivi permisero di far tornare alla luce l'architettura urbanistica dei centri fortificati, in particolare del vicus di La Giostra, del vicus e della necropoli di San Castro e della necropoli tardo-repubblicana della valle del Cantone[7][8][9].
Monumenti e luoghi d'interesse
Complesso archeologico
Vicus La Giostra
Nucleo fortificato situato lungo un'altura a ridosso del monte Annamunna, oltre il rifugio Aranello (959 ms.l.m.). Di forma ovoidale si estende lungo un'opera muraria di circa 350 metri. Domina il pendio di San Castro e le piccole convalli del Cantone e di Tristeri. Il complesso templare, composto di due edifici, è affiancato da un deposito votivo e da una cisterna[7].
Necropoli del Cantone
Agglomerato di oltre cinquanta tombe a camera e lapidi situato sul colle opposto a La Giostra. Risale all'epoca tardo-repubblicana. Dalla tomba numero 14, l'unica dotata di dromos ricavato nella roccia, sono state ritrovate le oltre 700 parti che compongono il Letto di Amplero, datato tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. e ospitato nel museo archeologico nazionale d'Abruzzo a Chieti[7][10], mentre la copia riprodotta nel 1996 dai Fratelli Fubelli di Roma è esposta nel museo civico archeologico di palazzo Botticelli a Collelongo"[11][12].
Vicus e necropoli presso San Castro
Area archeologica di San Castro, toponimo corrotto di San Casto a cui era dedicata una chiesa (Sancti Casti), situata a sud della convalle del Cantone risalente all'epoca italico-romana. Tra i reperti tornati alla luce c'è la parte inferiore della scultura italica denominata "Le gambe del diavolo", anch'essa esposta al museo nazionale d'Abruzzo[13]. In località La Cava si trovano le tombe di diverso tipo come quelle a cappuccina riconducibili approssimativamente alla metà del II secolo d.C.[7] La necropoli è situata in località Pietraia-La Cava di San Castro a 929 ms.l.m.[14]
Siti limitrofi
Vicus di Fonte Jò risalente all'età del bronzo. Nelle località di Fonte di Sotto e Fonte Elia ci sono i resti di insediamenti umani risalenti all'età del bronzo e in parte all'epoca medievale e i ruderi della chiesa di Sant'Elia (Sancti Heliae). A Civita Rosa di Colle Colubrica, in località La Scodata, a Colle della Croce e a Colle Stazzo Pavone sono visibili le tracce dei centri fortificati, degli edifici di culto e delle necropoli degli ocres della Scodata e di Castelluccio-Torricelle, oltre alla fattoria italico-romana di Pozzo Maianone. La villa romana di epoca imperiale di Volubre è posta al confine con il territorio montano di Trasacco[8][9][15][16][17].
^ Leucio Palozzi, Prime fondazioni ecclesiali, su comune.villavallelonga.aq.it, Comune di Villavallelonga. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2016).
^ Giuseppe Grossi, Il centro storico, su collelongo.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 31 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2016).
^Gambe del diavolo, su collelongo.com. URL consultato il 3 febbraio 2017.
^Amplero, su lavallelonga.it. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
^Collelongo: Museo Archeologico, su conoscere.abruzzoturismo.it, Abruzzo Promozione Turismo. URL consultato il 3 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2018).
Bibliografia
AA.VV., Collelongo e la valle d'Amplero, Collelongo, Amministrazione comunale di Collelongo, 1997, SBNIT\ICCU\AQ1\0123979.
Adele Campanelli et al., Il tesoro del lago: l'archeologia del Fucino e la Collezione Torlonia, Pescara, Carsa edizioni, 2001, SBNIT\ICCU\UMC\0099815.
Antonio Castrataro, La valle d'Amplero: progetto sperimentale di bonifica idraulico-agraria e di ricomposizione fondiaria, Roma, Tipografia Reda, 1960, SBNIT\ICCU\SBL\0510676.
Giuseppe Grossi, Marsica: guida storico-archeologica, Luco dei Marsi, Aleph, 2002, SBNIT\ICCU\RMS\1890083.