La parola "alfabeto" (in georgiano: ანბანი, anbani) deriva dall'unione dei nomi delle prime due lettere dei tre alfabeti georgiani; questi risultano molto differenti fra di loro, ma condividono lo stesso ordine alfabetico.[4] La lingua georgiana è scritta da sinistra a destra ed è ufficialmente un alfabeto unicamerale (presenta cioè un unico carattere e non distingue tra maiuscolo e minuscolo).[5]
Il mkhedruli - la scrittura reale civile del Regno di Georgia, usata al tempo principalmente per le carte reali - è oggi la scrittura standard per il georgiano moderno e le altre lingue cartveliche, mentre l'asomtavruli e il nuskhuri sono usati solo dalla Chiesa ortodossa georgiana, nei testi delle cerimonie religiose e nell'iconografia.
I ritrovamenti epigrafici più recenti avvalorano una datazione del primo alfabeto georgiano anteriore alla cristianizzazione. A Nek'resi (Kakheti), sono state rinvenute cinque iscrizioni che sono state datate al I-III secolo su base paleografica. Altri documenti appartenenti allo stadio più antico dell'alfabeto georgiano sono le iscrizioni musive nei monasteri georgiani della Palestina, l'iscrizione della chiesa di Bolnisi del V secolo[6], e alcune righe su palinsensti del V-VI secolo contenenti testi biblici.[3][5]
Sebbene la Georgia nel periodo di formazione dell'alfabeto si trovasse sottoposta a influenze culturali diverse, è indubbio che l'alfabeto greco è quello che ha avuto l'influsso più profondo tanto che, nella sua prima stesura, l'alfabeto georgiano conteneva lettere corrispondenti a suoni della lingua greca inesistenti in georgiano.[2]
Altri sistemi di scrittura rimasero comunque in uso in Georgia. Verso la metà del II secolo, la principessa Serapita fece erigere una stele bilingue greco-aramaica a Mtskheta, in cui è utilizzata una varietà di scrittura aramaica tipica della Georgia, chiamata armazi.[7]
I documenti più antichi furono redatti con una scrittura chiamata asomtavruli (ასომთავრული), ovvero maiuscola, in quanto composta di sole lettere maiuscole, tutte della stessa grandezza.[5] Questa scrittura, detta anche mtavruli o mrglovani, fu l'unico sistema in uso fino al IX secolo, quando fu affiancato dalla scrittura nuskhuri (ნუსხური). Il nuskhuri è formato da sole lettere minuscole ed è decisamente più adatto alla scrittura su pergamena.[8]
La prima iscrizione in nuskhuri data all'anno 835, ma questa forma di scrittura divenne di uso comune solo a partire dal X secolo. Esistono manoscritti in cui le due scritture di quel periodo (asomtavruli e nuskhuri) sono utilizzate insieme. Nel loro insieme, queste due forme furono definite khutsuri (ხუცური) nel XII secolo, ovvero scritture ecclesiastiche, quando emerse una terza forma di scrittura, chiamata mkhedruli (მხედრული), che è quella in uso ancora oggi. La Chiesa ortodossa della Georgia continua, tuttavia, ad utilizzare il khutsuri per i testi liturgici.[8]
La prima versione per la stampa dell'alfabeto georgiano fu preparata dai missionaricattolici. Il primo libro stampato in georgiano è il Dittionario giorgiano e italiano di Stefano Paolini e Niceforo Irbachi, che vide la luce a Roma nel 1629 per i tipi della Sacra Congregatio de Propaganda Fide[9]. La prima casa editrice georgiana fu invece fondata nel 1712 sotto il patronato del re Vaxtang VI, e per l'iniziativa di Sulxan-Saba Orbeliani.
Nel XIX secolo è da ricordare la riforma ortografica di Ilia Ch'avch'avadze, che espunse cinque lettere divenute col tempo inutili.[10]
Il disegno dei caratteri georgiani nel XX secolo annovera tra i suoi principali autori Anton Dumbadze, che diresse il Laboratorio tipografico di Tbilisi dal 1972. I suoi progetti sono ancora oggi utilizzati per la produzione della maggior parte dei fontdigitali.[11]
^abL'alfabeto georgiano, su visitgeorgia.it, Visit Georgia. URL consultato il 16 luglio 2011.
^ab(EN) Georgian, su ancientscripts.com, Ancient Scipt.com. URL consultato il 16 luglio 2011.
^(EN) Georgian alphabet, su visitgeorgia.it, Visit Georgia. URL consultato il 16 luglio 2011.
^abcd(EN) Georgian Alphabet, su ocf.berkeley.edu. URL consultato il 16 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2012).
^Copia archiviata, su visitgeorgia.ge. URL consultato il 20 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2003). Kartli – il cuore della Georgia
^(EN) Armazi, su armazi.com. URL consultato l'11 luglio 2011.
^Guram Sharadz (ed., 1987).Ilia Chavchavadze works, translated by Marjory and Oliver Wardrops. Tbilisi: Ganatleba, 1987. versione online (PDF) (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2012). su NPLG.
^(EN) Dumbadze Anton, su paratype.com. URL consultato il 16 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2011).