Principessa del sangue della Casa dei Borbone, il suo destino è legato a quello della Casa di Guisa, di cui fu figura centrale. Quando suo marito morì nel 1550, ne divenne il capofamiglia. All'inizio delle guerre di religione, incoraggiò i suoi figli a difendere la fede cattolica e intervenne lei stessa per difendere gli interessi della sua casata. Morì durante il regno di re Enrico III di Francia, che aveva sposato Luisa di Lorena-Vaudémont, una delle sue pronipoti.
Sposò, il 9 giugno 1513 a Parigi, Claudio I di Guisa, figlio minore di Renato II di Lorena. Fu Luigi XII a scegliere il suo futuro marito. La cerimonia si svolge alla presenza del re e anche di Francesco d'Angoulême, il futuro Francesco I. Antonietta divenne duchessa quando Francesco I creò il titolo di duca di Guisa per Claudio nel 1528. La coppia ebbe dodici figli:
Vissero nei primi anni di matrimonio nel Ducato di Bar.
Tutta la sua vita sarà centrata sulla sua famiglia e sulla sua fede. Darà il sapore dell'ambizione ai suoi figli sui quali avrà un forte ascendente. Con il marito creò così il clan Guisa, che segnerà la Francia nel XVI secolo. Fervente cattolica, non dirà una parola sul massacro di Wassy, perpetrato dal figlio Francesco e non smetterà mai di combattere contro i protestanti.
Alla morte del marito, nel 1550, fece erigere un monumento funerario nella collegiata di Saint-Laurent de Joinville, oggi distrutta. I disegni e il dettaglio dei bassorilievi sono stati forniti da Le Primatice. Attualmente sono conservati al Museo del Louvre[1].
Il legame con Maria Stuart
Quando la giovanissima Maria Stuart arrivò in Francia per essere un giorno maritata al delfino Francesco di Valois, figlio di Enrico II di Francia e Caterina de Medici, soleva passare spesso del tempo in compagnia della nonna e degli altri parenti della madre lontana. Infatti al posto della figlia Maria di Guisa fu lei a negoziare il contratto per la nipote e il delfino. La piccola regina di Scozia abitava ed era educata comunque a corte.
Antonietta morì 4 anni prima della nipote, ad 89 anni. Tra le poche notizie che si hanno, si dice che avesse una bara nel corridoio di casa sua, per ricordare che come essere umano anche lei doveva morire.
^Dossier de presse de l'exposition L’Italie à la cour de France - Primatice, maître de Fontainebleau, 1504 -1570, Paris, musée du Louvre, 25 septembre 2004 - 3 janvier 2005 (les descriptions et compléments en sont repris quasi intégralement)