Tomaso Monicelli e Antonio Rubino - Il piccolo viandante - La Lampada Mondadori 1913
Figlio di Giovanbattista, banchiere, botanico e cercatore d'oro, e di Maria Sarlandière, si sposerà nel 1906 con Angiola Lissoni, dalla quale ha quattro figli: Mario (morto prematuramente nel 1946), Leopolda (detta Titina, nata nel 1908 e morta nel 1994, sua ispiratrice per I balocchi di Titina e Viperetta), Michelangelo (detto Michele, nato a Milano nel 1910 e morto nel 1978, che diventerà anch'egli un disegnatore dei fumetti, e Dante (nato a Castelletto Ticino nel 1913, ufficiale di mare, saltuariamente collaboratore del padre).
Sin da adolescente si dedicò alla poesia e al disegno scrivendo all'età di diciassette anni un "Poema Baroko", composto da di 1.300 terzine; riuscì a pubblicare qualche sonetto sulla rivista letteraria del Corriere della sera, La Lettura.[7] Iniziò a dedicarsi al disegno nel 1902 caratterizzando il proprio lavoro in modo originale influenzato dal coevo stile liberty[4].
Laureatosi in legge a Torino, si dedicò al giornalismo e all'illustrazione lavorando per varie riviste e quotidiani come Il Secolo XIX, Il Risorgimento Grafico, Il Giornalino della Domenica e La Lettura.[3]
Cameretta disegnata da Antonio Rubino per Industria Veneziana di Mobili Laccati, 1924 circa (Genova, Wolfsoniana)
«Giornalista per ragazzi, favolista, autore di libretti e di commedie, decoratore di ambienti, scenografo, attore, polemista, regista di disegni animati e persino, nei ritagli di tempo, raccoglitore di olive» – così Rubino si definisce nel Curriculum ridiculum. Ma fu anche poeta, pittore, illustratore, ceramista, compositore musicale.
Non ancora ventenne scrive tre poemi: L'anabignòmbasi, Le galluppotoracicchegrafeidi e il Poema baroko.
Nel 1905 illustra L'Albatro di Alberto Colantuoni e inizia a lavorare alla rivista domenicale dell'Avanti! e a L'auto d'Italia, nel 1906 L'arte decorativa moderna, Il Secolo XX, Il Risorgimento Grafico, La Lettura. Tra il 1906 e il 1909 illustra, per l'editore musicale Augusto Puccio di Milano, alcuni spartiti: Valse d'Or, Re Olaf, Pierrot e la luna.
Iniziò a collaborare nel 1907 al Giornalino della Domenica e, l'anno successivo, Silvio Spaventa Filippi, direttore del neonato Corriere dei Piccoli, lo assume nella redazione del giornale del quale diventa uno dei principali collaboratori; a lui viene attribuita la sostituzione delle nuvoletta, presenti nelle tavole originali dei fumetti americani pubblicati sulla rivista, con delle didascalie in rima a piè di vignetta; inventa anche molti personaggi umoristici come Quadratino, uno dei suoi più famosi, oltre a Nonna Geometria, Pino e Pina, Viperetta, Nicoletta, Italino e Kartoffel Otto, Rosaspino e Spinarosa e Lionello e Nerone e disegna anche la versione italiana di serie a fumetti statunitensi come Fortunello, La Checca (And Her Name was Maud e Arcibaldo e Petronilla.[1][3][7][8]
Nel 1911 pubblica la sua unica raccolta di poesie, Versi e disegni, ove si avvertono ancora molti echi dannunziani e pascoliani.
Dal 1912 per la Mondadori illustra la collana Bibliotechina della Lampada.[1]
Dal 1926 collabora con la Casa Editrice Cartoccino sia come illustratore che come direttore della collana Un libro una lira; nel 1927 divenne direttore de Il Balilla per due anni, mentre nel 1929 fonda e dirige Mondo Bambino,[3][7] nel 1933 Mondo Fanciullo, nel 1949 a Sanremo Il Gazzettino della Riviera dei Fiori, poi diventato Il Gazzettone e La Gazzetta di Sanremo.
Tornerà al Corriere dei Piccoli nel 1931 (per tre anni) e poi ancora nel secondo dopoguerra, chiamatovi da Giovanni Mosca, e la sua collaborazione proseguirà sino al 1959; dopo il 1931 passa alla Mondadori per dirigere Topolino fino al 1940[1][7] oltre che gli Albi d'Oro, I tre porcellini (tutti nel periodo 1935-38) e Paperino (1937-40)[3]. Dopo il conflitto mondiale collabora a varie testate: Bambola (1947), Gazzetta dei Piccoli (1947), Modellina (1947).
Lasciata la Mondadori, si dedicò all'animazione; nel 1940 è chiamato a Roma dalla Incom e, nel 1942, ottenne il premio per la sua categoria alla Mostra del Cinema di Venezia per il cortometraggio animato Nel paese dei ranocchi.[3][7] Mette poi in lavorazione Crescendo rossiniano, perduto per le vicende belliche.[7][1] Con la macchina da presa sinalloscopica realizza nel 1955 I sette colori. Film rimasti allo stadio di soggetto e mai realizzati furono La ranocchina blu, Totò, uomo meccanico, Funicolì Funicolà.
Antonio Rubino fu autore di canzoni come Il soldato focillato, del 1919, su testo secondo alcuni di Cesare Pascarella, secondo altri di Gandolin.
Negli anni cinquanta fu di nuovo ma per breve periodo al Corriere dei Piccoli, che abbandona ben presto; si ritirò definitivamente nel 1959 nel paese di Baiardo, dove morì nel 1964.[1][3][7]
Onorificenze
Il 15 febbraio 2014 la città di Sanremo ha dedicato a Rubino in maniera permanente la sala del Museo Civico Borea d'Olmo, all'interno della quale è possibile ammirare gratuitamente molte opere dell'artista[9].
Opere in volume
Della vasta attività di narratore, poeta, autore di fiabe o illustratore di testi altrui si ricordano le opere pubblicate in volume:
Il collegio La Delizia (su testo di Renato Simoni)
^Comitato Nazionale Un Secolo di Fumetto Italiano, Cronologia, Copia archiviata, su fumetto100.it. URL consultato il 25 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2009).
Rino Albertarelli, Storia del fumetto: Antonio Rubino, su Linus, anno I, numero 1, aprile 1965
Giuseppe Trevisani, Antonio Rubino. Quadratino e i suoi amici, Garzanti, Milano, 1967
Paola Pallottino, La matita di zucchero. Antonio Rubino, Cappelli, Bologna, 1978
Daniele Riva (a cura di), Antonio Rubino - Estasi, incubi e allucinazioni 1900-1920, Gabriele Mazzotta Editore 1980
Maria Claudia Capovilla, Antonio Rubino: formazione di uno stile grafico originale, in Arte in Friuli, 1985
Claudio Bertieri (a cura di), Antonio Rubino - L'amico delle nuvole, Comune di Sanremo, 1995
La Riviera Ligure n. 19-20, interamente dedicato a Rubino, Genova, Fondazione Novaro, aprile 1996
Vitaliano Rocchiero, Antonio Rubino (1980-1964), in Liguria, n. 10-11, ottobre-novembre 1998
Depero e Rubino ovvero il Futurismo spiegato ai bambini ed il bambino spiegato ai futuristi, Mazzotta, Milano, 1999
Claudio Bertieri (a cura di), Mondo Fanciullo - Antonio Rubino narratore per ragazzi, Comune di Sanremo, 2005
Linda Pacifici, Far fantasticare fantasticando: gli esordi artistici di Antonio Rubino e Giuseppe Fanciulli, in Artista, Critica dell'arte in Toscana, 2005
Santo Alligo, Antonio Rubino, Little Nemo, Torino 2008
Matteo Stefanelli, Fabio Gadducci (a cura di), Antonio Rubino - Gli anni del Corriere dei Piccoli, Black Velvet Editrice, Bologna 2009
Matteo Fochessati, La cameretta dei bambini di Antonio Rubino alla Wolfsoniana, in "LG Argomenti", a. XLVI, n. 2, aprile-giugno 2010, pp. 10–13.
Freddy Colt, Antonio Rubino, poeta "fantasy" e illustratore, in Sanremesità, Volti e risvolti della cultura locale, Philobiblon, Ventimiglia 2013, pp. 26–29.