Alcuni giornalisti a luglio 2016 ipotizzano una nomina di Fontana come candidato del centro-destra in vista delle elezioni regionali in Lombardia del 2018 in caso di mancata disponibilità ad un secondo mandato da parte del presidente allora in carica, nonché compagno di partito, Roberto Maroni.
Nel 2018, a seguito di rinuncia a una ricandidatura da parte di Maroni, entra nella corsa per la presidenza della Regione Lombardia e diventa ufficialmente[6] il candidato presidente del centro-destra[7]. Nel corso del mese di gennaio 2018, a campagna elettorale in corso, dichiara ai microfoni di Radio Padania Libera: «Non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate».[8] Dopo le polemiche scaturite dalla frase, dichiara, scusandosi, che si trattava di un lapsus e di un errore espressivo.[9]
Presidente della Lombardia
Attilio Fontana (a sinistra) a fianco di Davide Caparini nel corso del primo consiglio regionale della XI legislatura.
Il 14 febbraio del 2023 viene riconfermato presidente della Regione Lombardia, avendo vinto le elezioni regionali con il 55% delle preferenze contro il 33,93% registrato dallo sfidante di centrosinistra Pierfrancesco Majorino ed il 9,87% di Letizia Moratti, candidata di Azione e Italia Viva.[13]
Vita privata
Sposato in prime nozze con Laura Castelli, si è risposato con Roberta Dini, figlia del fondatore di "Paul & Shark".[14] Tre i figli: Maria Cristina (nata nel 1980, a lei, avvocato, è affidata la conduzione dello studio legale di famiglia), Giovanni (n.2000) e Marzia (n.2002).[15]
Nel 2017 viene multato dall'Autorità nazionale anticorruzione con una sanzione di 1 000 € per inadempimento, e conseguente omissione di dichiarazione obbligatoria del proprio stato patrimoniale in conformità alle norme sulla trasparenza in relazione all'incarico pubblico allora in essere (sindaco di Varese), in relazione all'arrivo sul proprio conto corrente di 5 000 000 € grazie alle possibilità offerte dallo scudo fiscale.[16][17][18]
Abuso d'ufficio
Dall'8 maggio 2019 Fontana risulta indagato dalla Procura di Milano, per abuso d'ufficio per una presunta nomina di un suo amico e socio di studio, Luca Marsico (già consigliere regionale) in un organismo regionale, un incarico che frutta 11.500 € l'anno, una maxi inchiesta in Lombardia che ha portato a 95 indagati e 29 arrestati per corruzione.[19] A marzo 2020 l'accusa cade ed il caso viene definitivamente archiviato[20] in quanto la nomina in oggetto non costituiva reato.[21]
Indagine per epidemia colposa
Il 29 maggio 2020 Fontana viene convocato dalla Procura di Bergamo come persona informata sui fatti per le indagini con l’ipotesi di epidemia colposa sulla gestione dei primi casi di COVID-19 all'ospedale di Alzano Lombardo, sui morti delle RSA e sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro.[22] A sua difesa, dichiara di aver proposto misure restrittive per alcuni comuni, cui sarebbe però spettata al Governo l'attuazione.[23]
Nel luglio 2020 il presidente della regione viene indagato dalla Procura di Milano per frode in pubblica fornitura. L'accusa sarebbe che l'azienda varesina Dama s.p.a., azienda di proprietà al 10% da Roberta Dini e al 90% dal fratello Andrea, anch'egli indagato, rispettivamente moglie e cognato di Fontana, il 15 aprile ha provato a vendere alla regione,una fornitura di 75 000 camici e 7 000 copricapi per 513.000 €. Transazione trasformata in seguito in una donazione; mentre in gran parte della Regione continuava a imperversare la prima ondata di Covid 19 e i DPI (dispositivi di protezione individuali) per contrastarla, erano diventati introvabili.[27]
Fontana in merito all'indagine, davanti a Report si dichiara: totalmente estraneo ai fatti, che tutto questo si fosse svolto a sua insaputa.[27]
A settembre dello stesso anno la guardia di finanza ha acquisito i cellulari del capo della segreteria di Fontana Giulia Martinelli, della moglie di Fontana, del cognato Andrea Dini, e degli assessori della giunta regionale (che non sono indagati), per analizzare le chat e i messaggi scritti per l'indagine, dove emerge il coinvolgimento di Fontana nella faccenda e i tentativi di occultamento della sua presenza in vista di eventuali inchieste.[16][27][28][29][30]
Il 2 dicembre 2021, la Procura di Milano chiede il rinvio a giudizio nei confronti di Fontana, per il reato di frode nelle pubbliche forniture[31], dopo che lo stesso aveva rinunciato ad essere interrogato dagli inquirenti.[32]
Il 13 maggio 2022 viene prosciolto dal GUP di Milano insieme ad altri 4 indagati (compreso il cognato) perché il fatto non sussiste.[33]
Il 10 luglio 2023 Fontana viene assolto anche in appello.[34]
Autoriciclaggio e falsa dichiarazione
Nel 2021 il presidente Fontana viene iscritto al registro degli indagati della Procura di Milano per autoriciclaggio e falsa dichiarazione in voluntary disclosure in riferimento a un sospetto movimento di denaro tra l'Italia e la Svizzera avvenuto a partire dal 2015.[35] Il 22 febbraio 2022 il caso viene archiviato: per il gip di Milano non ci sono elementi sufficienti per sostenere l’accusa contro il presidente della Regione Lombardia.[36]
Onorificenze
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