Di origini inglesi, Ava Gardner era l'ultima dei sette figli di Jonas Bailey Gardner (1878-1938) e Mary Elizabeth Baker (1883-1943), poveri agricoltori di Grabtown, un piccolo centro della Carolina del Nord. Ebbe un'infanzia particolarmente disagiata e fu costretta a diversi traslochi. La sua fortuna ebbe inizio nel 1941 quando, in occasione di una visita alla sorella che si era già sposata e viveva a New York, posò per il cognato e una delle sue fotografie, collocata nella vetrina di un negozio, venne notata da un talent scout della MGM. Poco dopo riuscì a fare un provino, ma muto a causa del suo marcato accento del sud, ed ottenne un primo contratto in seguito al quale decise di trasferirsi a Hollywood. Nel 1942 sposò l'attore Mickey Rooney, da cui divorziò l'anno successivo.
Verso la fine degli anni cinquanta la bellezza della Gardner iniziò a sfiorire prematuramente, anche a causa di una vita piuttosto sregolata e dell'alcolismo. Invitata dal noto torero Luis Miguel Dominguín, con il quale ebbe una breve relazione, partecipò a una corrida a Madrid, ove si era trasferita sin dal 1955, e fu colpita con un calcio da un toro. L'episodio, che suscitò molto clamore, la costrinse a lunghe cure ospedaliere e le lasciò un segno permanente sulla guancia, sia pure ben camuffato dai fotografi e truccatori di Hollywood. Di questo periodo sono La maja desnuda (1958) di Henry Koster, L'ultima spiaggia (1959) di Stanley Kramer, ove per l'ultima volta recitò accanto a Gregory Peck, e La sposa bella (1960) di Nunnally Johnson. Negli anni seguenti soltanto John Huston seppe valorizzarla al meglio ed anche in ruoli sorprendenti: La notte dell'iguana (1964), tratto dall'omonimo dramma di Tennessee Williams e girato in buon parte in Messico, è considerato dalla critica l'ultimo vero film da grande protagonista della Gardner, che grazie al ruolo di Maxine Faulk ottenne una candidatura al Golden Globe; in La Bibbia (1966) interpretò il ruolo della biblica Sara e sul set conobbe l'attore George C. Scott, con il quale ebbe una breve ma turbolenta relazione. L'attrice diede prova del suo talento anche nel kolossal 55 giorni a Pechino (1963) di Nicholas Ray, ove recitò accanto a Charlton Heston e David Niven, e in Sette giorni a maggio (1964) di John Frankenheimer, di nuovo al fianco di Lancaster.
Nel 1968 lasciò Madrid per trasferirsi definitivamente a Londra, ove iniziò a condurre una vita molto più ritirata, lontana da una Hollywood che peraltro stava rapidamente rinnovandosi. Pare che nel 1967 l'attrice avesse mostrato molto interesse per l'ambìto e 'scabroso' ruolo di Mrs. Robinson nel film Il laureato e che, in occasione di un incontro con il giovane regista Mike Nichols, avesse dichiarato che avrebbe fatto qualsiasi cosa tranne che spogliarsi; questi però, in accordo con la produzione e dopo avere ricevuto il netto rifiuto anche di Doris Day, scelse Anne Bancroft. Nel 1968 affiancò Omar Sharif, Catherine Deneuve e James Mason nel film in costume Mayerling di Terence Young.
Tra la fine degli anni settanta e la prima metà del decennio seguente la Gardner limitò sensibilmente le sue apparizioni in pubblico e partecipò in maniera sporadica a produzioni cinematografiche e televisive - tra cui la miniserie A.D. - Anno Domini (1985) di Stuart Cooper - ma nelle quali, sia pure in età matura e in ruoli secondari, ebbe la possibilità di mostrare ancora il suo leggendario fascino. Apparve per l'ultima volta al cinema nel 1982, e in un film per la televisione nel 1986.
Ava Gardner morì a Londra nel 1990, all'età di 67 anni, per le conseguenze di una polmonite, poco dopo aver ultimato il suo libro autobiografico dal titolo Ava Gardner: The Secret Conversations (pubblicato però negli Stati Uniti solo nel luglio 2013), ricco di aneddoti e rivelazioni sulla sua esistenza irrequieta, i tanti amanti e il rapporto non sempre facile con Hollywood[3]. Nel 1992 la cittadina spagnola di Tossa de Mar in Catalogna, dove nel 1951 fu in parte girato il film Pandora, dedicò alla Gardner una statua in bronzo a grandezza naturale[4].
Opinioni politiche e religiose
Nonostante l'educazione cristiana ricevuta nei primi anni di vita, nell'età adulta Ava Gardner si dichiarò atea[5][6]. Secondo quanto dichiarato dai suoi biografi e da lei stessa nella sua autobiografia Ava: la mia storia, la religione non ha mai svolto un ruolo positivo nella sua vita. La sua amica Zoe Sallis, che l'ha incontrata sul set del film La Bibbia quando l'attrice conviveva con John Huston a Puerto Vallarta, ha dichiarato che Gardner sembrava sempre indifferente alla religione[6]. Quando Sallis le fece una domanda della religione, la diva rispose semplicemente: "Non esiste".[6]
Un fattore che ha contribuito a questa sua opinione fu la morte del padre di Ava in gioventù: «Potevo vedere la paura nei suoi occhi quando sorrideva. Andai a cercare il predicatore, lo stesso che mi aveva battezzata. Lo implorai di venire a visitare papà, solo per parlargli, sai? Dargli una benedizione o qualcosa del genere. Ma non l'ha mai fatto. Non è mai venuto. Dio, L'ho odiato. I bastardi come quello dovrebbero ... non lo so ... dovrebbero occuparsi di altro, nella vita. Dopo, non ho avuto tempo per la religione. Non ho mai pregato. Non ho mai recitato nessuna preghiera».[6]
Nelle versioni in italiano dei suoi film, Ava Gardner è stata doppiata da:
Rosetta Calavetta in Il grande peccatore, Voglio essere tua, Stella solitaria, I cavalieri della Tavola Rotonda, Cavalca vaquero!, Mogambo, Spettacolo di varietà, La contessa scalza, Sangue misto, La capannina, Il sole sorgerà ancora, L'ultima spiaggia, La notte dell'iguana
Dhia Cristiani in Sangue all'alba, I trafficanti, I marciapiedi di New York, Show Boat, Le nevi del Chilimangiaro
Lydia Simoneschi in Corruzione, Pandora, La maja desnuda, La sposa bella, 7 giorni a Maggio
Benita Martini in La Bibbia, Mayerling, L'uomo dai 7 capestri, Terremoto, Città in fiamme
Gabriella Genta in 55 giorni a Pechino, A.D. - Anno Domini, La lunga estate calda
Anna Miserocchi in Il giardino della felicità, Cassandra Crossing, Harem