Il colpo di Stato del 1926 in Portogallo, noto anche come Rivoluzione del 28 maggio o, durante il periodo dell'Estado Novo, come Rivoluzione Nazionale (in portogheseRevolução Nacional), è stato un colpo di Stato militare di matrice militarista e antiliberale che pose fine alla precaria prima repubblica portoghese dando inizio alla dittatura militare portoghese (1926-1933). Dal contesto politico maturato durante la dittatura militare si sarebbe originato un nuovo soggetto politico di tipo autoritario, delineato dalla costituzione del 1933, ovvero l'Estado Novo, rimasto al potere in Portogallo sino alla cosiddetta Rivoluzione dei garofani del 1974.
Nel 1925 ci furono tre tentativi di colpo di stato falliti: il 5 marzo (guidato da Filomeno da Câmara de Melo Cabral); il 18 aprile (ispirato da Sinel de Cordes e guidato da Raul Esteves e da Filomeno da Câmara); e il 19 luglio (guidato da Mendes Cabeçadas).[2] I cospiratori vennero per lo più assolti da un tribunale militare.[2][3]Óscar Carmona, in qualità di procuratore militare del complotto del 18 aprile, chiese che i cospiratori fossero assolti.[2] Durante il processo, Óscar Carmona chiese notoriamente:[3]
«"Perché questi uomini siedono sul banco degli imputati? Perché la loro patria è malata e ordina che i suoi figli migliori siano giudicati e processati."»
(Óscar Carmona)
I capi del complotto del 18 aprile vennero inviati al Forte di Nostra Signora della Grazia, dove reclutarono il comandante del forte, Passos e Sousa, tra le forze ribelli.[3] Gli ufficiali decisero che il movimento sarebbe stato guidato dal generale Manuel de Oliveira Gomes da Costa, che aveva accettato di unirsi ai cospiratori il 25 maggio.[4] Il 27 maggio, il generale Manuel de Oliveira Gomes da Costa arrivò a Braga per lanciare un colpo di stato. La Prima Repubblica portoghese ed il primo ministro António Maria da Silva, consapevoli del previsto colpo di stato, cercarono di organizzare la resistenza.
La sollevazione militare
Il 28 Maggio 1926 il generale Manuel Gomes da Costa iniziò una marcia militare su Lisbona partendo dalla città di Braga, sostenuto dal popolo e dalla classe operaia. La sollevazione si diffuse rapidamente nelle città di Porto, Évora, Coimbra e Santarém. Al colpo di stato parteciparono anche i generali Sinel de Cordes, Filomeno da Câmara, Passos e Sousa e Raul Esteves, alla guida delle forze militari provinciali.[2]
Il governo non poté opporre resistenza e il sempre crescente aumento dei disordini portò il Partito Democratico a dare le dimissioni dopo solo due giorni. In diverse parti del Paese vari politici e capi militari aderirono ai rivoltosi, e in poco tempo questo movimento rivoluzionario si impadronì di tutto il Portogallo. il 29 Maggio, infatti, tutte le unità militari del paese ed i capi della polizia di Lisbona dichiararono il proprio sostegno al colpo di Stato militare,[5] mentre il primo ministro Antonio Maria da Silva diede le dimissioni. Il giorno seguente anche il presidente della Repubblica Bernardino Machado, spinto dai rivoltosi, rassegnò le dimissioni. Con il sostegno della stragrande maggioranza del popolo e delle classi sociali, nel giugno 1926 il Parlamento venne sciolto definitivamente e si instaurò una dittatura militare che pose fine alla Prima Repubblica.[6]
La dittatura
Si instaurò una dittatura militare e antiparlamentare, che venne chiamata "Dittatura Nazionale", guidata dal promotore del golpe, il generale Manuel Gomes da Costa. Essa, tuttavia, si mostrò inizialmente instabile, in quanto non aveva ancora un vero e proprio progetto politico. Presidente del consiglio e della repubblica divenne pochi mesi dopo il generale António Óscar Carmona, che nel 1928 restò solo presidente della repubblica, sostituito come capo del governo dal generale José Vicente de Freitas.
Salazar e l'Estado Novo
Nel 1928 nel governo militare venne nominato Ministro delle Finanze, con pieni poteri, l'economista António de Oliveira Salazar, che negli anni seguenti riuscì a portare in pareggio il bilancio portoghese e a stabilizzare la situazione finanziaria del paese, cosa che innalzò ulteriormente il livello di stima e fiducia nei confronti della dittatura da poco affermatasi da parte del popolo.[7] Nel 1932, l'ultimo generale, Domingos Oliveira, fu sostituito da Salazar che venne nominato Presidente del Consiglio dei Ministri, dando inizio al cosiddetto Estado Novo, regime autoritario a partito unico.[8]António Óscar Carmona rimase presidente della repubblica fino al 1951.
Cronologia
29 maggio:
Il Partito Comunista Portoghese interrompe il suo II Congresso a causa della situazione politica e militare nel paese.
The Confederação Geral do Trabalho (Confederazione Generale del Lavoro) dichiara la sua neutralità in tutti gli scontri militari.
Il colpo di stato del 28.5.26 si estende al resto del paese —influenzato da Mendes Cabeçadas, Sinel de Cordes ed Óscar Carmona— e stabilisce la Ditadura Militar (Dittatura militare) contro la prima repubblica portoghese democratica ma instabile.
16 dicembre: la Ditadura Militar crea una polizia politica denominata Polícia de Informações de Lisboa. Il 26 marzo dell'anno successivo verrà creata l'analoga Polícia de Informações do Porto. Il 17 marzo del 1928 queste due organizzazioni verranno unificate, dando vita alla Polícia de Informações, posta sotto il controllo del ministero degli interni.
Note
^(PT) Manuel Baiôa, A ditadura militar na historiografia recente, in Penélope: Revista de história e ciências sociais, vol. 14, 1994, pp. 201-220.
^abcd(PT) Fernando Rosas, Lisboa revolucionária: 1908-1975, Lisbona, Tinta da China Edições, 2007, ISBN978-989-671-025-5.