Il concilio pan-ortodosso (in greco: Πανορθόδοξη Σύνοδος), il cui nome ufficiale fu Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa (in greco: ‘Η Ἁγία καὶ Μεγάλη Σύνοδος τῆς ’Ορθοδόξου ’Εκκλησίας), è stato un'assemblea dei primati e dei rappresentanti di 10 delle 14 Chiese ortodosse autocefale che ebbe luogo nel mese di giugno del 2016 a Kolymvari, in Grecia.[1] Inizialmente, secondo la decisione presa durante la riunione dei capi e dei rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, presieduta dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e svoltosi dal 6 al 9 marzo 2014 nella cattedrale di San Giorgio ad Istanbul, il Concilio era stato progettato per "essere convocato dal patriarca ecumenico a Costantinopoli nel 2016 se non accade nulla di inaspettato".[1][2] Come sede era stata individuata la chiesa di Santa Irene a Istanbul. Tuttavia, nel gennaio del 2016 vista la esacerbazione delle relazioni russo-turche, su insistenza della Chiesa ortodossa russa, fu convocato dal 16 al 27 giugno 2016 sull'isola greca di Creta, terra sotto la giurisdizione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli (Chiesa semi-autonoma ortodossa cretese). L'inaugurazione ufficiale dei lavori del concilio si tenne il 20 giugno.
La Chiesa ortodossa riconosce sette concili ecumenici, l'ultimo dei quali era stato il secondo concilio di Nicea, tenutosi nell'VIII secolo. Il concilio pan-ortodosso sarebbe stato quindi il primo dopo più di mille anni.
Dopo i lavori preparatori congiunti e la decisione unanime di tenere il concilio, 4 delle 14 Chiese autocefale riconosciute - Antiochia, Georgia, Bulgaria e Russia - si rifiutarono di parteciparvi nelle ultime settimane prima della sua apertura. Anche la Chiesa ortodossa serba aveva annunciato l'intenzione di rifiutarsi di partecipare al concilio ma alcuni giorni prima dell'apertura dello stesso rivide la sua decisione. Il messaggio finale del Concilio, tra le altre cose, propone "di stabilire il Santo e Grande Concilio come un'istituzione regolare. Ci sono tuttavia contraddizioni ufficialmente espresse tra le Chiese nel valutare lo status del Consiglio.
Storia della preparazione del concilio
Antefatti
L'idea di convocare un concilio ecumenico (all'interno della Chiesa ortodossa) venne avanzata dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli alla fine degli anni '60 del secolo scorso in connessione con lo scisma bulgaro, ma fu respinta dal governo sovietico.
La conferenza pan-ortodossa di Costantinopoli del 1923 non riuscì a definirsi come concilio nella pienezza della Chiesa.
Nel mese di giugno del 1930 nel monastero di Vatopedi si tenne un incontro della commissione preparatoria al quale furono invitati dalla Chiesa ortodossa russa i rinnovatori e il patriarca russo Sergio. Essi previdero di convocare il concilio per il giugno del 1932 ma esso non ebbe luogo.
Il lavoro pratico sulla preparazione del concilio fu condotto a intermittenza dal settembre del 1961, quando si tenne la prima Conferenza pan-ortodossa di Rodi, alle riunioni delle Conferenze pre-conciliari pan-ortodosse e delle commissioni preparatorie inter-ortodosse. Un totale di quattro incontri pre-conciliari pan-ortodossi (tenutisi a Chambesy nel 1976, nel 1982, nel 1986 e nel 2009) e di sei commissioni preparatorie inter-ortodosse (tenutesi a Ginevra nel 1971 e a Chambesy nel 1986, nel 1990, nel 1993, nel 1999 e 2009). La pausa di dieci anni nel lavoro delle commissioni preparatorie venne causata da una complicazione nei rapporti tra i Patriarcati di Mosca e Costantinopoli a causa di disaccordi sulla questione dell'organizzazione ecclesiastica in Estonia. Le relazioni tra i due patriarcati ripresero in pieno formato nel 2009.
L'incontro dei primati e dei rappresentanti delle chiese ortodosse locali svoltosi a Istanbul nell'ottobre del 2008 permise di riprendere la cooperazione nella preparazione del concilio.
Alla fine di maggio del 2010, il Patriarca Bartolomeo, durante una visita in Russia, riferì che, insieme al Patriarca Cirillo I, avevano deciso di "accelerare il processo di convocazione del Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa".
Riunione dei capi delle Chiese locali ortodosse del marzo del 2014
I partecipanti all'incontro, tra le altre cose, decisero di creare una commissione inter-ortodossa speciale composta da un vescovo e un consigliere di ogni Chiesa autocefala. La commissione lavorò dal settembre del 2014 fino alla Santa Pasqua del 2015. I suoi compiti compresero la revisione di un certo numero di documenti preparati durante il processo pre-conciliare, la modifica, se necessario, dei testi dei documenti già adottati relativi a tali argomenti nell'agenda del Santo e Grande Concilio come le questioni del calendario, degli ostacoli al matrimonio e del valore del digiuno e della sua osservanza oggi.
Venne inoltre deciso di riunire la Conferenza pan-ortodossa pre-conciliare nella prima metà del 2015 al fine di adottare, insieme a tutti gli altri documenti riveduti, il documento "Autonomia nella Chiesa ortodossa e la sua procedura di proclamazione", la cui bozza era stata precedentemente redatta dalla Commissione preparatoria inter-ortodossa del dicembre del 2009.
Inoltre, nel quadro della commissione preparatoria, venne proposto di continuare la discussione di altri due dibattiti durante la fase preparatoria, ovvero i temi "Autocefalia nella Chiesa ortodossa e la sua procedura di proclamazione" e la questione del "dittico", ovvero dell'elenco delle Chiese ortodosse autonome. Nel caso in cui si fosse raggiunto un consenso su di essi sarebbero dovuti essere proposti per essere presi in considerazione dalla riunione pre-conciliare pan-ortodossa del 2015 e solo successivamente dal Concilio pan-ortodosso.
Alla fine dell'incontro fu adottato un Messaggio dei Primati delle Chiese ortodosse.
I lavori si tennero tra il 6 e il 9 marzo 2014 e il suo messaggio venne firmato dal Patriarca ecumenico Bartolomeo, dal Patriarca di Alessandria Teodoro II, dal Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina Teofilo III, dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Cirillo I, dal Catholicos-Patriarca di tutta la Georgia Elia II, dal patriarca serbo Ireneo, dal Patriarca rumeno Daniele, dal Patriarca della Bulgara Neofito, dall'arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro Crisostomo II, dall'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Girolamo II, dall'arcivescovo di Tirana e di tutta l'Albania Anastasio e dal metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Saba.
Da settembre del 2014 iniziò a lavorare una speciale commissione preparatoria inter-ortodossa. Quindi, nella prima metà del 2015, avrebbe dovuto essere convocata la Conferenza pre-conciliare pan-ortodossa.
Riunione pre-conciliare dei capi delle Chiese del 21-27 gennaio 2016
Nell'indirizzo del patriarca Bartolomeo ai primati e ai rappresentanti dei primati delle Chiese ortodosse locali a Chambesy il 22 gennaio 2016 vennero citati i dieci argomenti di discussione scelti nel I incontro pre-conciliare del 1976: diaspora ortodossa, procedura per proclamare l'autocefalia, procedura per proclamare l'autonomia della Chiesa, dittico, calendario, ostacoli al matrimonio, adattamento delle regole sul digiuno, relazioni con altre denominazioni cristiane, ecumenismo, contributo delle Chiese ortodosse locali alla realizzazione degli ideali cristiani del mondo della libertà e rapporti tra le nazioni. Osservò tuttavia che non era stato possibile raggiungere un consenso ortodosso generale su 2 di loro: autocefalia e dittico.[3]
Secondo il rapporto sui risultati dell'incontro, che si concluse il 27 gennaio, vennero ufficialmente approvati gli argomenti che sarebbero stati trattati nel Concilio pan-ortodosso: missione della Chiesa ortodossa nel mondo moderno, diaspora ortodossa, autonomia e metodo della sua proclamazione, sacramento del matrimonio e ostacoli ad esso, valore del digiuno e la sua osservanza oggi, relazione della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano.
Ulteriore preparazione e controversia
Nel gennaio del 2016, il Patriarcato di Antiochia, secondo un facsimile pubblicato dal portale greco Romfea.gr a giugno, rifiutò di firmare un documento in merito al suo consenso a partecipare al concilio. Tuttavia, i rappresentanti di Costantinopoli dissero che tutte le Chiese davano il consenso.
Il 16 aprile 2016 in occasione della riunione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa si tenne una discussione preliminare sulla composizione della delegazione della Chiesa ortodossa russa al Concilio pan-ortodosso. Il 4 maggio l'elenco dei partecipanti venne pubblicato dopo un'ulteriore approvazione da parte di tutti i membri del Santo Sinodo. Secondo l'arcivescovo Gabriel Chemodakov: "Già nel mese di aprile, a quanto pareva, tutti erano convinti che la Chiesa ortodossa russa avrebbe dovuto prendere parte a questo incontro. Erano già state prenotate le camere d'albergo e acquistati i biglietti. [...] Nel processo di risoluzione dei rimanenti punti non coordinati, si è scoperto che Costantinopoli non aveva dato una risposta alle domande poste. Questo silenzio ha deciso tutto".
Il 3 giugno 2016 il patriarca Cirillo I all'incontro del Sinodo della Chiesa ortodossa russa propose di convocare una conferenza pre-conciliare entro il 10 giugno.
Il 3 giugno l'Ufficio del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara confermò che la Chiesa bulgara non avrebbe preso parte al Concilio pan-ortodosso. Questa decisione sinodale venne presa all'unanimità e firmata ufficialmente dal patriarca Neofito e dai metropoliti membri del Santo Sinodo. La decisione venne inviata a tutti i primati delle Chiese ortodosse locali. Il volo di un aereo governativo che avrebbe dovuto portare la delegazione a Creta fu cancellato.
Il 6 giugno si tenne un incontro straordinario del Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico con la partecipazione di tutti i vescovi di Costantinopoli, durante i quali fu rivisto il corso della preparazione del Concilio pan-ortodosso. Il Santo Sinodo rifiutò di discutere le proposte delle Chiese locali e affermò che la revisione del processo di congregazione già pianificato va oltre tutti i quadri istituzionali.
Il 9 giugno la Chiesa ortodossa serba propose di posticipare il concilio pan-ortodosso fino alla risoluzione delle questioni problematiche.
Il 10 giugno la Chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana rifiutò di partecipare a un incontro sull'isola di Creta, spiegando il rifiuto nel contenuto negli errori dogmatici, canonici e terminologici del testo della decisione proposta dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Il 12 giugno il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa georgiana decise di non partecipare al Concilio pan-ortodosso sostenendo che "l'unione eucaristica tra le Chiese di Antiochia e Gerusalemme non è stata restaurata, che le raccomandazioni della Chiesa georgiana sulla necessità di emendamenti in una serie di documenti non sono state prese in considerazione, inclusi i documenti "Il sacramento del matrimonio e ostacoli ad esso" e "La missione della Chiesa ortodossa nel mondo moderno".
Il 13 giugno, durante una riunione di emergenza del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, fu deciso che la Chiesa ortodossa russa non avrebbe preso parte al Concilio pan-ortodosso di Creta e chiese al patriarca di Costantinopoli di rinviare l'assemblea.
Cronotassi degli incontri preparatori
24 settembre - 1º ottobre 1961: I conferenza pan-ortodossa a Rodi
26 - 29 settembre 1963: II conferenza pan-ortodossa a Rodi
1° - 15 novembre 1964: III conferenza pan-ortodossa a Rodi
Febbraio 1986: commissione preparatoria inter-ortodossa
28 ottobre - 6 novembre 1986: III conferenza pan-ortodossa preconciliare a Pregny-Chambésy
10 - 17 novembre 1990: commissione preparatoria inter-ortodossa a Pregny-Chambésy
7 - 13 novembre 1993: commissione preparatoria inter-ortodossa a Pregny-Chambésy
9 - 14 aprile 1995: congresso dei canonisti sui criteri dell'organizzazione della diaspora ortodossa a Pregny-Chambésy
7 - 13 giugno 2009: IV conferenza pan-ortodossa preconciliare a Pregny-Chambésy
6 - 9 giugno 2014: sinassi (incontro dei leader delle Chiese ortodosse autonome) a Fener, Istanbul, in vista della preparazione del Concilio pan-ortodosso
Il 16 giugno 2016 alla vigilia dell'apertura del concilio, il Parlamento ucraino rivolse un appello al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli chiedendo di "annullare l'atto del 1686 [una decisione del patriarca Dionisio IV e del sinodo patriarcale di Costantinopoli di separare la Metropolia di Kiev dalla Chiesa ortodossa di Costantinopoli e trasferirla alla giurisdizione del Patriarcato di Mosca] e di prendere parte attiva al superamento delle conseguenze della divisione della Chiesa convocando un Concilio dell'Unità ucraino per risolvere tutte le questioni discutibili e unire l'Ortodossia ucraina per il bene della Chiesa ortodossa in Ucraina e l'integrità del popolo ucraino". Il Parlamento chiese la concessione dell'autocefalia alla Chiesa ortodossa in Ucraina, sulla base della quale potesse prendere un posto degno nella famiglia delle chiese ortodosse locali. Il 20 giugno l'appello per l'autocefalia venne riproposto dal Congresso mondiale degli ucraini. Il metropolita di Cherkassky e Kanevsky Sofroniy Dmitruk, già presidente della UOC e il rettore dell'Università Ortodossa di Santa Sofia arciprete George Kovalenko parlarono a sostegno del ricorso e lanciarono una petizione su Change.org. Secondo i parlamentari ucraini, il riconoscimento dell'indipendenza della Chiesa ucraina correggerà l'ingiustizia storica, cioè che nel 1686 la Metropolia di Kiev venne trasferita dalla giurisdizione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli a Mosca. Questo atto era ritenuto una annessione religiosa dell'Ucraina.
Il patriarca di Mosca già pochi giorni prima dell'adozione della risoluzione parlamentare criticò l'appello dei deputati e il 16 giugno il servizio dichiarò: "Invece di impegnarsi nel loro lavoro diretto - l'adozione di leggi che proteggono la dignità degli ucraini e il rafforzamento del consenso pubblico - la Rada ha deciso diventare un organismo auto-nominato per la gestione delle relazioni tra le Chiese". Durante i lavori del Concilio, in un'intervista con i giornalisti russi, un membro del Comitato Organizzatore del Consiglio religioso dell'Arcidiocesi americana, il sacerdote Alexandros Karlutsos definì l'appello dei deputati ucraini al patriarca Bartolomeo "troppo audace per loro", perché, a suo avviso, i politici ucraini non dovrebbero preoccuparsi di chiedere l'autocefalia della Chiesa. Il Concilio di Creta non prese in considerazione e non commentò ufficialmente la questione ucraina. Il patriarca serbo Ireneo, parlando con i giornalisti, lo definì un problema "non solo della Russia e dell'Ucraina, ma della Chiesa nel suo complesso".
Alla fine di luglio del 2016, il rappresentante plenipotenziario del Concilio, arcivescovo Iowl di Telmis (Getcha) del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, che aveva avuto un incontro con il presidente dell'Ucraina il 28 luglio 2016, dichiarò, tra l'altro, per i media ucraini: "Il Patriarca ecumenico ha ripetutamente affermato che Costantinopoli è la Chiesa madre della Chiesa ucraina. Ha ripetutamente sottolineato che è il padre spirituale degli ucraini. E quindi, il Patriarca ecumenico monitora costantemente e si preoccupa dello stato della Chiesa ortodossa in Ucraina. Inoltre, dopo che la Verkhovna Rada dell'Ucraina si è appellata al Patriarcato di Costantinopoli con una richiesta di fornire la canfora canonica, questa richiesta è stata considerata all'ultimo Sinodo ed esso ha deciso di fare questa domanda a una commissione di studio seria e appropriata per questo problema. Così Costantinopoli lo sta facendo". L'Arcivescovo Giobbe ha anche notato che tutta le tarde autocefalie, a partire dalla concessione fatta alla Chiesa ortodossa russa nel 1589, furono concesse in risposta a una richiesta delle autorità statali e furono dovute all'emergere di nuove realtà politiche internazionali: "Una nuova ondata di autocefalia è sempre stata una risposta a circostanze politiche, la creazione di un nuovo stato o di un nuovo impero".
Modalità di lavoro
Dalle chiese locali, numerosi vescovi parteciparono al concilio pan-ortodosso e tutte le decisioni dello stesso furono prese dopo aver raggiunto un'opinione comune tra le Chiese, cioè per consenso. Allo stesso tempo, ogni Chiesa locale del concilio aveva un voto: "La Chiesa non può rappresentare due diverse opinioni - la sua opinione dovrebbe essere formulata in modo da esprimere l'opinione generale di tutto l'episcopato, del clero e del popolo credente".
Il Concilio pan-ortodosso venne presieduto come primus inter pares, dal patriarca di Costantinopoli che tuttavia era seduto circondato dai primati delle altre Chiese ortodosse locali.
Le lingue ufficiali furono il greco, il russo, il francese e l'inglese. L'arabo era usato come lingua di lavoro.
Le sessioni si tennero a porte chiuse.
Il servizio nel Giorno della Santissima Trinità si svolse nella cattedrale di San Mena a Candia. Le sessioni di lavoro si svolsero presso l'Accademia ortodossa di Creta nella città di Kolymvari.
Critiche del concilio prima del suo svolgimento
Aspettati escatologici
Nell'ambiente ortodosso c'è un'opinione secondo la quale l'VIII Concilio Ecumenico (secondo alcuni criteri il Concilio pan-ortodosso) precederà gli eventi escatologici. In risposta a questo, il rappresentante ufficiale del Patriarcato di Mosca, Vladimir Legoyda, nel marzo del 2014 osservò che sarebbe scorretto definire questo un concilio ecumenico.
Secondo il teologo e scrittore A. I. Osipov: "Con nostro grande dispiacere, l'Ortodossia per molto tempo non ha trattato e risolto tutti i problemi sorti, insieme, in unità l'uno con l'altro. Questo è triste e siamo diventati così abituati a questo stato che per noi una discussione conciliare dei problemi è già considerata anormale. Vedi come lo stato può cambiare ? Guarda nella Chiesa antica - ogni sei mesi dovevano riunirsi nella stessa Chiesa".
Il metropolita Ilarion Alfeev nel 2012 criticò la campagna contro la convocazione del concilio, che, a suo parere, era stata "lanciata da alcuni media marginali": "Ci sono siti web in cui viene posta la disinformazione su vari aspetti relativi al processo pre-consuntivo. Le dichiarazioni dei santi padri, che sono state ascoltate in altre occasioni e sono state arbitrariamente estratte dal contesto. Le stesse tecniche sono usate nei volantini anonimi distribuiti a volte nelle nostre chiese, in cui la prospettiva di convocare il concilio è considerata come qualcosa di spaventoso. A volte ci sono richieste di rifiutare di comunicare con altre chiese locali. Hanno paura dei credenti che il prossimo Concilio diventerà un "anticristo" perché presumibilmente prenderà decisioni che vanno contro gli insegnamenti della Chiesa, i suoi dogmi, i canoni e le regole: introdurranno un vescovo sposato, aboliranno i posti, rivedranno i fondamenti del dogma. E poi i cristiani ortodossi non avranno altra scelta che lasciare il recinto "ufficiale" della Chiesa e cercare altre vie di salvezza. Tale ragionamento non è solo infondato, ma testimonia anche l'ignoranza o la deliberata distorsione da parte di coloro che li diffondono, fatti storici e tradizione della chiesa". Nell'ottobre del 2015, dichiarò inoltre: "Il Concilio pan-ortodosso dovrebbe diventare un fattore per rafforzare l'unità della nostra Chiesa in un'epoca in cui l'ortodossia ne ha particolarmente bisogno".
Critica del formato del concilio e dei documenti preparati
Nel maggio del 2016 il monastero di Koutloumousiou del Monte Athos espose dettagliatamente le sue opinioni su alcuni dei documenti pubblicati, esprimendo la preoccupazione che l'ignorare le opinioni dei credenti sul contenuto dei documenti del concilio potrebbe portare a una divisione. Gli abitanti del monastero espressero l'opinione che il prossimo concilio ricordava più un "incontro dei primati e non un concilio pan-ortodosso". Dare il diritto di votare solo ai capi delle Chiese e la possibilità di partecipare solo a un numero limitato di vescovi di ogni Chiesa locale contribuisce inconsapevolmente all'infiltrazione della teologia dei primati nella Chiesa ortodossa. I monaci definirono incoerente che la "Chiesa una, santa, cattolica e apostolica riconosca l'esistenza di altre chiese cristiane", che in realtà sono persone che si sono staccate dalla Chiesa. Essi speravano che "il prossimo Concilio non ignori le decisioni dei sinodi precedenti. [...] Se ciò non venisse fatto, verrà dimostrato che la Chiesa ortodossa non accetta la teologia dopo il settimo Concilio Ecumenico". Inoltre, la Fratellanza Kutlumush dichiarò "un fraintendimento l'utilità della presenza di osservatori non ortodossi nel Concilio pan-ortodosso".
All'incontro del Santo Sinodo della Chiesa di Grecia vennero fatti commenti critici sui documenti del Concilio pan-ortodosso "L'atteggiamento della Chiesa ortodossa nel resto del mondo cristiano" e "La missione della Chiesa ortodossa nel mondo moderno". Il metropolita Kirinysky sottolineò che sembra che "riconosciamo l'esistenza di altre Chiese". Attirò poi l'attenzione sul fatto che una cosa è l'uso di certi termini durante un dialogo e completamente diverso è il loro uso in documenti di scala mondiale, che devono essere considerati "sacri".
Nel giugno del 2016, il metropolita Savvaty (Antonov) rilevò le carenze dell'ormai prossimo consiglio: la questione della giurisdizione ecclesiastica sul Qatar, la mancanza di consenso sui documenti proposti e in particolare il contributo di 250.000 euro che ciascuna delegazione avrebbe dovuto versare.
Agenda (argomenti)
Dei dieci temi originariamente (nel 1976) previsti per il concilio, solo sei dei meno controversi furono approvati nel processo di preparazione preliminare dei documenti:[4][5]
missione della Chiesa ortodossa nel mondo moderno;
diaspora ortodossa;
autonomia e mezzi per proclamarla;
il mistero del matrimonio e ciò che lo minaccia;
l'importanza del digiuno e la sua osservanza oggi;
il rapporto tra la Chiesa ortodossa e il resto del mondo cristiano.
Metropolita Iakovos (Sophroniadis) delle Isole dei Principi
Metropolita Joseph (Charkiolakis) di Prikonnisos
Metropolita Meliton (Karras) di Philadelphia
Metropolita Emmanuel (Adamakis) di Francia
Metropolita Nikitas (Lulias) dei Dardanelli
Metropolita Nicholas (Pissaris) di Detroit
Metropolita Gerasimos (Michaleas) di San Francisco
Metropolita Amphilochios (Andronikakis) di Kissamos e Selini
Metropolita Ambrosios (Zografos) della Corea
Metropolita Maximos (Vgenopoulos) di Selyvria
Metropolita Amphilochios (Stergios) di Adrianopolis
Metropolita Kallistos (Ware) di Diokleia
Metropolita Antony (Scharba) di Ierapolis, capo degli ucraini ortodossi negli Stati Uniti
Arcivescovo Giobbe (Getcha) di Telmessos, rappresentante permanente del Patriarcato ecumenico presso il Consiglio ecumenico delle chiese
Arcivescovo Jean (Renneteau) di Charioupolis, capo dell'Esarcato patriarcale delle parrocchie ortodosse della tradizione russa nell'Europa occidentale
Vescovo Gregory (Tatsis) di Nyssa, capo dei carpato-russo-ortodossi negli Stati Uniti
Consulenti speciali:
Vescovo Makarios di Christopolis (Estonia)
Archimandrita Tikhon, abate del monastero di Stavronikita del Monte Athos
Protopresbitero del Trono Ecumenico Konstantinos Myron (Germania)
Suor Theoxeni, badessa del Santo Patriarcale Monastero stavropegico della sorgente di vita di Chrysopigi a La Canea
Sig. Panteleimon Vingas, gran cartofilace della Santa e Grande Chiesa di Cristo (Costantinopoli)
Dott.ssa Elizabeth Prodromou, professoressa
Archimandrita Bartolomeo Samaras, segretario capo del Santo e Grande Concilio del Patriarcato ecumenico e Segretario del Presidente del Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa
Il 9 giugno 2016 la Chiesa ortodossa serba si unì a un certo numero di Chiese locali che non ritenevano possibile la partecipazione al Concilio pan-ortodosso previsto per giugno a Creta.[10] Tuttavia, il 15 giugno 2016, la Chiesa serba cambiò la sua posizione sulla questione della sua partecipazione al concilio e decise di prendervi parte,[11] con l'avvertenza che si riservava il diritto di lasciare l'assemblea se la posizione di quelle Chiese che avevano rifiutato di partecipare fosse stata ignorata.[12]
Archimandrita Ioannis (Ioannou), igumeno del monastero di San Barnaba
Archimandrita Benedict (Ioannou), direttore del seminario di San Barnaba
Archimandrita Papagrigorios (Ioannidis)
Archimandrita Gregory (Mousouroulis)
Archimandrita Augustinos (Kkaras)
Diacono Cipriano Kountouris
Diacono Michael Nicholaou
Sig. Michael Spyrou, segretario del Santo Consiglio.
Chiesa di Grecia
Un rapporto dei media greci del 24 maggio 2016 affermava che almeno una dozzina di vescovi che erano stati nominati per partecipare al Santo e Grande Concilio rifiutava di partecipare.[13] Tali prelati vennero sostituiti da altri metropoliti in un vertice urgentemente convocato della gerarchia della Chiesa di Grecia.[14] L'elenco originale dei partecipanti venne pubblicato l'8 marzo 2016.[13][15] I partecipanti effettivi furono i seguenti:[8]
La Chiesa antiochena si unì a quella di Georgia nella riserva verso il documento pre-conciliare sul matrimonio. Era anche in disaccordo con il documento sulla diaspora ortodossa. C'erano inoltre altre questioni che la Chiesa antiochena desiderava discutere, come la questione del calendario, ma che erano state rimosse dall'agenda a causa della mancanza di consenso sulla questione.[20]
Sempre desiderosa di convocare un concilio pan-ortodosso con piena partecipazione, la Chiesa antiochena ritiene che l'incontro del 2016 sia stato "un incontro preliminare verso il concilio pan-ortodosso, [e quindi considera] i suoi documenti non definitivi, ma ancora aperti alla discussione e all'emendamento al momento della convocazione del Santo e Grande Concilio pan-ortodosso nella presenza e partecipazione di tutte le Chiese ortodosse autocefale".[21]
Chiesa russa
La Chiesa ortodossa russa si ritirò a causa della sua convinzione che il concilio non fosse veramente "pan-ortodosso" senza le Chiese antiochena, bulgara e georgiana.[22][23] In precedenza, si tenne una discussione preliminare sulla composizione della delegazione al concilio pan-ortodosso[24] al termine della quale venne pubblicato l'elenco dei partecipanti.[25]
Nel 2007 i patriarcati di Mosca e Costantinopoli si dissero in disaccordo con la Commissione internazionale congiunta per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa sulla questione della Chiesa estone. Il metropolita Stephanos, primate della Chiesa estone sostenuta da Costantinopoli, partecipò con la delegazione del Patriarca ecumenico. Il metropolita Cornelio della Chiesa estone sostenuta dalla Russia non era elencato tra la futura delegazione russa.
La delegazione russa sarebbe dovuta essere la seguente:
Metropolita Onufriy (Berezovsky) di Kiev e di tutta l'Ucraina
Metropolita Giovenale (Poyarkov) di Krutitsy e Kolomna
Metropolita Vladimir (Cantarean) di Kishinev e di tutta la Moldavia.
Metropolita Alexander di Astana e Kazakistan, capo della regione metropolitana nella Repubblica del Kazakistan
Metropolita Vikenty di Tashkent e Uzbekistan, capo della regione metropolitana dell'Asia centrale
Metropolita Varsonofy di San Pietroburgo e Ladoga, cancelliere del Patriarcato di Mosca
Metropolita Paolo (Ponomaryov) di Minsk e Zaslavl, esarca patriarcale per tutti i bielorussi
Metropolita Hilarion (Alfeyev) di Volokolamsk, capo del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca
Metropolita Agafangel di Odessa e Izmail
Metropolita Alexander di Riga e tutta la Lettonia
Metropolita Tikhon di Novosibirsk e Berdsk
Metropolita Sergiy di Ternopol e Kremenets
Metropolita Kirill di Ekaterinburg e Verkhoturye
Metropolita Mercurius (Ivanov) di Rostov e Novocherkassk
Metropolita Mitrofan di Lugansk e Alchevsk, presidente del dipartimento della Chiesa ortodossa ucraina per le relazioni ecclesiastiche esterne
Metropolita George (Danilov) di Niznniy Novrogod e Arzamas
Metropolita Anthony di Borispol e Brovary, cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina
Arcivescovo Mark (Arndt) di Berlino-Germania e Gran Bretagna
Arcivescovo Innokenty di Vilna e Lituania
Arcivescovo Guriy di Novogrudok e Slonim
Arcivescovo Serafino di Sendai
Arcivescovo Ioann di Magadan e Sinegorye
Arcivescovo Lazar di Narva e Prichudje
Vescovo Anthony di Bogorodsk
Chiesa di Bulgaria
La Chiesa ortodossa bulgara si ritirò a causa di disaccordi su alcuni dei testi già approvati per la riunione del Sinodo e in particolare di quei testi che non sarebbero stati soggetti a modifiche nel corso delle discussioni. Questo sembrava essere un equivoco, poiché tutti i documenti erano aperti alla discussione e le altre Chiese erano pronte a emendarli.[26] Infatti poi tutti i documenti sono stati analizzati, discussi ed emendati.
Nel dicembre del 2016 il Santo Sinodo della Chiesa georgiana respinse l'affermazione secondo la quale il concilio, che definisce "il Concilio di Creta", fosse pan-ortodosso e l'idea che i suoi testi riflettessero l'insegnamento ortodosso.[28][29]
Chiesa ortodossa in America
La Chiesa ortodossa in America non venne invitata a causa della mancanza di riconoscimento della sua autocefalia da parte di altre Chiese autocefale. Tuttavia, la giurisdizione sostenne il concilio e la sua convocazione inviando studiosi del suo clero per aiutare con l'evento prima, durante e dopo il suo svolgimento. Inoltre, rilasciò una lettera ufficiale a sostegno del Concilio e una preghiera speciale da includere durante ogni divina liturgia in tutte le diocesi.[30] Inoltre, gli studiosi della Chiesa ortodossa in America redassero una lettera speciale inviata a ogni Chiesa autocefala nella quale si esortava a sostenere la convocazione del Concilio nel periodo in cui molte voci critiche facevano pressioni su alcune Chiese perché non partecipassero all'assemblea pochi giorni prima della sua convocazione.[31] Tuttavia, la Chiesa ortodossa in America non rilasciò una dichiarazione post-conciliare, e il metropolita Tichon si disse in procinto di riprendere la discussione tra la Chiesa ortodossa in America e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
Programma
Il sinodo si tenne dal 17 giugno al 26 giugno 2016 con il seguente programma:
17 giugno
9.00 - 17.30: incontro (sinnassi) dei primati delle Chiese ortodosse autocefale all'Accademia ortodossa cretese
Risultati del concilio e ricezione e valutazione del concilio stesso
Decisioni e risoluzioni del concilio
Il concilio deliberò sull'agenda adottata, in particolare, sulla questione dell'organizzazione canonica della diaspora ortodossa, cioè degli ortodossi residenti in territori che non sono fissati all'interno della giurisdizione esclusiva di una Chiesa locale. Il testo completo delle risoluzioni del concilio è disponibile in diverse lingue sul sito ufficiale.
Durante i lavori conciliari, il rappresentante plenipotenziario arcivescovo Iowl (Gocha) (del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli) dichiarò ai media che le decisioni prese in merito sarebbero state vincolanti per tutte le Chiese ortodosse. In un'intervista con RISUHa osservò: "In linea di principio, il Concilio ha approvato con successo, nel senso che tutti i documenti che sono stati preparati e concordati nel processo di preparazione pan-ortodossa sono stati adottati. Certamente, con diversi emendamenti, ma questi emendamenti sono minimi e non cambiano il contenuto dei documenti nella sostanza. Pertanto, riteniamo che il Concilio abbia avuto successo. È un peccato, ovviamente, che le quattro Chiese si siano rifiutate di parteciparvi. [...] Purtroppo, le Chiese hanno preso questa decisione e ora sono responsabili di una tale decisione".
Reazioni delle Chiese ortodosse
Il 27 giugno 2016 il Santo Sinodo della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia adottò una dichiarazione in connessione con il Concilio di Creta, nella quale si affermava che i documenti adottati dal Concilio non sono obbligatori per il Patriarcato di Antiochia. Il Santo Sinodo della Chiesa di Antiochia riconosce il concilio come un "incontro preliminare sulla via del Concilio pan-ortodosso", e i documenti adottati non di carattere definitivo e aperti alla discussione.
In un comunicato stampa della riunione del Sinodo dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, una parte in autogoverno della Chiesa ortodossa russa, tenutosi tra il 30 giugno e il 1º luglio, il Concilio del 2016 venne definito "sinodo dei Primati e rappresentanti delle Chiese ortodosse locali riuniti a Creta".
Nell'incontro del 15 luglio 2016 il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa definì il Concilio di Creta "Concilio dei primati e dei gerarchi delle dieci Chiese ortodosse locali". Il sinodo ha deciso tra le altre cose: "Riconosciamo che il Concilio di Creta è stato un evento importante nella storia del processo conciliare nella Chiesa ortodossa, lanciato dalla prima conferenza pan-ortodossa sull'isola di Rodi nel 1961. [...] Lo svolgimento del Concilio in assenza del consenso di un certo numero di Chiese ortodosse autocefale viola il principio del consenso, in conseguenza del quale il Concilio tenutosi a Creta non può essere considerato come ortodosso e i documenti adottati esprimono un consenso ortodosso generale. [...] Viene istituita la commissione teologica biblica sinodale per ricevere ed esaminare copie certificate ufficiali dei documenti approvati dal concilio di Creta per studiarli e prendere in considerazione le risposte e le osservazioni dei vescovi, delle scuole religiose, dei teologi, del clero, dei monaci e dei laici, che possono essere interpellati. I risultati di uno studio completo saranno presentati del Santo Sinodo".
Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev, non riconosciuto da altre Chiese canoniche ortodosse, in una riunione tenutasi il 27 luglio 2016, ha deciso di riconoscere il Concilio di Creta come "Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa", che respinge l'autorità di questo Gran Concilio infondato e generato dalla penetrazione nell'ambiente ecclesiastico del ragionamento mondano che gli è estraneo, ispirato dallo spirito dell'etnofletismo e dello statalismo che danneggia sia il gregge di queste Chiese che l'intera Chiesa ortodossa". Il sinodo ha notato "che l'autorità delle decisioni conciliari non deriva dal fatto che sono accettate da tutti i partecipanti di un determinato Concilio per consenso o maggioranza, ma dalla conformità di queste decisioni con la verità rivelata nella sua interezza dalle Tradizioni della Chiesa ortodossa". Il sinodo delineò inoltre la sua posizione su una serie di questioni sollevate al Concilio (relazioni con il mondo cristiano, la condanna del fondamentalismo nelle diverse religioni come espressioni di religiosità dolorosa e la risoluzione della realizzazione del sacramento del matrimonio tra ortodossi e non ortodossi).
Il 29 novembre 2016 il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara dichiarò il Concilio di Creta "né grande, né santo, né panortodosso" e criticò il documento conciliare "L'atteggiamento della Chiesa ortodossa verso il resto della cristianità". Parlò inoltre di "errori organizzativi e teologici commessi dai partecipanti al Concilio in alcuni dei documenti adottati contenenti incoerenze con la dottrina della Chiesa ortodossa, la tradizione dogmatica e canonica della Chiesa". Venne quindi deciso che i documenti adottati dal Concilio sarebbero stati soggetti a discussione teologica "con l'obiettivo di correggere, modificare, apportare le modifiche o la sostituzione da parte di altri nuovi documenti, nello spirito e nella tradizione della Chiesa".
Il 16 dicembre 2016 il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa rumena emise un comunicato in cui notò che i critici del Concilio stavano combattendo minacce inesistenti, clericali e fuorvianti e difese le attività ecumeniche degli ortodossi che "non costituiscono il dogma della fede ma sono la posizione spirituale del dialogo e della cooperazione tra le Chiese". Nel comunicato si espresse sorpresa per "un atteggiamento non canonico e aggressivo di alcuni sacerdoti e gerarchi delle Chiese vicine, russe e greche, che dispiegano attività di disturbo nelle diocesi del Patriarcato rumeno". Avvertì inoltre che "i chierici, i monaci e i parrocchiani coinvolti in atti ribelli e diffamatori contro il Concilio di Creta, trascurando il fatto che il Concilio può essere valutato solo da un altro Concilio, saranno chiamati ad ordinare il dialogo per il mantenimento della pace e la spiegazione canonica per quanto riguarda la gravità dello scisma e la violazione della pace e dell'unità della Chiesa. Inoltre, saranno imposte sanzioni disciplinari amministrative e canoniche per chiamare quei chierici, monaci e parrocchiani che persistono nella ribellione e nello scisma, rompendo la pace e l'unità della Chiesa".
Reazioni di altre denominazioni cristiane
Nel maggio del 2016 il capo della Chiesa greco-cattolica ucrainaSvjatoslav Ševčuk scrisse una lettera al Patriarca di Costantinopoli, in cui esprimeva il suo sostegno al concilio osservando che "molti dei gerarchi riuniti per riflettere sui problemi che affliggono la Chiesa ortodossa possono sorprendersi nell'apprendere che il Capo della Chiesa, spesso descritto come il più grande ostacolo al dialogo ecumenico, ti supporta con una preghiera sincera affinché la presenza di Dio possa essere sentita in tutte le tue discussioni, perché "dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20)". Invitò il Concilio "a discutere la possibilità di implementare progetti di storia congiunta per purificare la memoria e sanare le ferite del passato". In risposta, nell'agosto del 2016, il Patriarca di Costantinopoli ringraziò monsignor Svjatoslav Ševčuk per il sostegno assicurato al Concilio pan-ortodosso.
Il 19 giugno 2016papa Francesco esortò i cattolici a pregare con i "fratelli ortodossi" per il buon svolgimento del concilio pan-ortodosso.
Reazioni di singole figure
Il professore dell'Accademia teologica di Mosca Alexey Svetozarsky dichiarò: "Abbiamo avuto un'esperienza così interessante quando nel 1948 si svolse a Mosca un incontro tra i capi e i rappresentanti delle Chiese ortodosse. Fu concepito da Stalin non solo come un concilio pan-ortodosso, ma incluse anche le chiese pre-calcedoniane. In realtà, non ne venne fuori niente. Furono adottati alcuni documenti piuttosto importanti ma poiché le Chiese greche boicottarono effettivamente la riunione, non considerarono e non considerano questi decreti vincolanti per se stesse. Lo stesso accadrà qui. [...] Sin dall'inizio non era necessario definire il forum di Creta un Concilio. L'ordine del giorno dichiarato è insignificante, perché semplicemente non include i problemi reali accumulati nel mondo ortodosso: alcune parole comuni e, apparentemente, in futuro, il desiderio di diffondere determinate ambizioni usando la situazione politica generale nel mondo".
Secondo il teologo protodiacono Andrei Kuraev:
«Il concilio stesso si è annullato quando ha rifiutato di pubblicare un moderno regolamento canonico che giustifichi il suo diritto a farlo. Molte difficoltà della vita ecclesiale sorsero proprio a causa dell'impossibilità di applicare una comprensione letterale di alcuni canoni e requisiti statutari per la vita delle persone. Inoltre, la pratica dimostra che la pressione sulle persone in nome di questi canoni porta alla distruzione delle famiglie e alla partenza di persone dalla Chiesa. Rimuovere questa tensione cambiando le persone e costringendole alla santità è irreale. Anche la necessità di immergere molte persone in modalità frustranti è discutibile. Troppi nel corso dei secoli hanno accumulato "leggende degli anziani", regole autorevoli e proibitive. Rimuovere questa eccessiva pressione di risparmi secolari può solo dire onestamente dall'alto dell'autorità ecclesiastica "esagerare". Ma i canoni nelle prediche quotidiane e i giuramenti di proclamazione sono dichiarati invariati e non modificabili, e il Grande Concilio ha rifiutato di dimostrare canonicamente la propria autorità per la revisione dei canoni e delle carte. Ciò significa che una qualsiasi delle sue decisioni verrà immediatamente ripresa con citazioni da questi stessi canoni. La ricerca di invulnerabilità da questo punto di vista ha portato al rifiuto delle decisioni. Per soddisfare tutti e "non dare origine a disordini e divisioni popolari" hanno deciso di limitarsi a ripetere una serie di frasi già familiari ai parrocchiani. [...] Il Concilio, che è stato concepito come una delle "celebrazioni dell'ortodossia", è diventato la manifestazione più umile della nostra nudità. Nessuna unità e nessun contenuto teologico. Non vi è stato il coraggio di vedere i problemi, riconoscerli e risolverli.»
L'archimandrita Cyril (Govorun) scrisse un intero libro su questo Concilio in cui lo valuta con cauto ottimismo ma ammise egli stesso che le critiche, incluso il fatto che i documenti adottati erano "francamente deboli", ma ha notato che il Concilio ha approvato i testi in corso di elaborazione dall'inizio degli anni '90 nelle sinassi. Secondo l'autore il Concilio di fatto somigliava più a un'ampia sinassi, poiché le decisioni erano ancora prese dai primati che lavoravano separatamente dagli altri delegati. Quindi per l'autore è possibile ipotizzare che la sinassi sia ormai la principale istituzione ortodossa di sinodalità. Dichiarò inoltre che il concilio ortodosso dovrebbe diventare un'istituzione permanente".
Un chierico dell'esarcato dell'Europa occidentale del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, il diacono Alexander Zanemonet, citò le seguenti decisioni del Concilio come le più importanti: "Lo stato generale della Chiesa è stato confermato per alcuni dei concili che si sono verificati dopo i sette che hanno lo status di ecumenico. Questo è il Concilio dell'879, che ha avuto luogo a Costantinopoli sotto il patriarca di Fozio - che condannò le innovazioni della Chiesa occidentale, inoltre con il consenso dei rappresentanti papali".
Il concilio provocò una seria opposizione sul monte Athos. Dopo l'incontro di Creta, più di cinquanta monaci in una lettera aperta al Santo Kinotu e all'igumeno dei monasteri del monte Athos definirono il concilio "predatorio" e "anti-ortodosso", chiedendo la cessazione della commemorazione del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Gli autori dell'appello fornirono dodici argomentazioni. Tra questi, venne notato che il Concilio seguì "nuovi approcci secondo i temi e la pratica", non aveva riunito tutti i vescovi e aveva violato la tradizione ortodossa, usando metodi anti-ortodossi. "Non c'erano abbastanza informazioni dalla comunità ortodossa, invece, le decisioni nel quadro del processo pre-conciliare sono state nascoste." Il Concilio, secondo gli autori del documento, legittima ufficialmente e al più alto livello l'eresia dell'ecumenismo e altre eresie e "raggiunge finalmente l'obiettivo di riconoscere le sette dalle Chiese, cioè il papato, come altri eretici, riconosciuto dalle Chiese". La lettera dichiarò anche che il Concilio aveva ignorato il ruolo dei monaci del monte Athos, e in particolare l'attitudine al papato e l'ecumenismo.
Note
^abMessage of the Primates of the Orthodox Churches §6: «Ἡ Ἁγία καί Μεγάλη Σύνοδος τῆς Ὀρθοδόξου Ἐκκλησίας θά συγκληθῇ ὑπό τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου ἐν Κωνσταντινουπόλει ἐν ἔτει 2016, ἐκτός ἀπροόπτου.»
^abcdefghijChurches. ORTHODOXIA. Ostkirchliches Institut Regensburg OKI and Institute for Ecumenical Studies ISO, University of Fribourg. Retrieved: 27 giugno 2016.
^(KA) წმიდა სინოდის სხდომის ოქმი, su საქართველოს საპატრიარქო, 22 novembre 2016. URL consultato il 4 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2018).