De virtute morali è il titolo latino dato a un trattato etico (Περὶ ἠθικῆς ἀρετῆς) di Plutarco, incluso nei suoi Moralia[1].
Struttura
L’opuscolo[2] è diviso in due parti: nella prima, seguendo da vicino le tesi aristoteliche, Plutarco esamina le diversità intercorrenti tra virtù teoretica (o contemplativa) e virtù etica, nella seconda analizza la dottrina delle passioni.
La virtù etica è il giusto mezzo tra due estremi, che eviti, come in campo musicale, le note troppo acute e quelle troppo gravi. Una certa originalità appare nella distinzione plutarchea tra autocontrollo (ἐγκράτεια) e temperanza (σωφροσύνη), quest’ultima considerata come la virtù suprema, cui spetta il compito di coordinare l’agire etico dell’uomo.
Note
Bibliografia
- Plutarco, La virtù etica, a cura di Francesco Becchi, Napoli, D'Auria, 2003, ISBN 88-7092-221-9.
- Plutarco, Tutti i Moralia, a cura di E. Lelli e G. Pisani, Milano, Bompiani, 2017 - ISBNː 978-88-4529-281-1.
Voci correlate