È ispirato all'omonimo fumetto creato da Angela e Luciana Giussani e riprende le situazioni di alcuni episodi della serie a fumetti, in particolare quelli intitolati Sepolto vivo!, Lotta disperata e L'ombra nella notte.
Diabolik ruba dieci milioni di dollari davanti all'Ispettore Ginko, raggirandolo con l'ausilio di alcuni fumogeni, e fugge a bordo di un motoscafo e successivamente su una Jaguar nera, inseguito da un elicottero della polizia, entrando in una galleria dove l'attende a bordo di una Jaguar bianca la fidanzata Eva Kant. Seminati i poliziotti, i due giungono al loro rifugio sotterraneo.
Intanto il ministro degli interni convoca una conferenza stampa e annuncia il ripristino della pena di morte per combattere il crimine. Diabolik ed Eva si recano sul posto, travestiti da giornalisti, e sprigionano del gas esilarante, provocando le risate di tutti i presenti. Il giorno dopo, il ministro si dimette e l'ispettore Ginko ordina una retata in grande stile contro l'impero criminale gestito dal boss Ralph Valmont; questi è costretto a fare un patto con l'ispettore Ginko e promette di consegnare Diabolik alla polizia.
Diabolik decide di regalare ad Eva una collana di smeraldi di proprietà di lady Clark per il suo compleanno. Immaginando l'intenzione di Diabolik, l'ispettore Ginko fa circondare il castello di lady Clark dalla polizia. Diabolik indossa un costume bianco al posto del classico costume nero, si arrampica sulla torre del castello, e una volta entrato inganna i poliziotti inserendo una fotografia davanti alle telecamere e si impossessa della collana senza alcun problema.
Intanto Valmont, grazie alla descrizione di una prostituta, ottiene un identikit di Eva, quindi la rapisce e chiede a Diabolik come riscatto dieci milioni di dollari e la collana di smeraldi. I due si incontrano per lo scambio sull'aereo di Valmont, il quale rivela a Diabolik che solo dopo la consegna degli smeraldi sarà paracadutato sulla capanna dove Eva è prigioniera, ma Diabolik si lancia con il paracadute trascinandolo con sé, e, in volo, gli fa ammettere che l'ispettore sa di questo appuntamento. Arrivato sul posto, Diabolik riesce a liberarla e uccide Valmont, quindi cade in uno stato di morte apparente ingerendo della droga; si risveglia all'obitorio, mentre sta subendo un'autopsia, e viene portato via da Eva, travestita da infermiera.
Il nuovo ministro degli interni mette una taglia di un milione di dollari sulla testa di Diabolik; per tutta risposta, questi fa esplodere tutti i palazzi del fisco, provocando una crisi economica senza precedenti. Il nuovo ministro delle finanze appare in televisione, appellandosi al buon senso dei cittadini, perché spontaneamente si rechino a pagare le tasse, provocando però l'ilarità generale.
Lo Stato decide di fondere venti tonnellate di lingotti della riserva aurea in un unico grande lingotto d'oro del peso di venti tonnellate, che sarà trasportato su un treno. Diabolik distrugge il treno facendolo precipitare in mare, quindi si immerge e recupera il lingotto con un sommergibile, portandolo al rifugio e fondendolo. L'ispettore Ginko riesce però a localizzare il rifugio e vi fa irruzione. Eva riesce a fuggire, mentre Diabolik viene investito da un getto d'oro fuso e immobilizzato.
Vestita a lutto, Eva si reca a rendere l'ultimo saluto al compagno, ridotto ad una statua, e viene raggiunta dall'ispettore Ginko. Approfittando di un attimo di distrazione dell'ispettore, Diabolik fa l'occhiolino ad Eva, dimostrando di essere ancora vivo, e una risata diabolica echeggia nel rifugio.
Produzione
Regia
Diabolik uscì nel 1968 e si inserì nel filone fumettistico italiano, preceduto da Kriminal, diretto da Umberto Lenzi nel 1966.[4]
Il produttoreDino De Laurentiis acquistò i diritti del fumetto creato dalle sorelle Giussani e affidò inizialmente la regia a Tonino Cervi.[5] Dopo una settimana, Cervi venne licenziato.
La produzione si trovava in un periodo di crisi, intanto alle storie di Diabolik entra a collaborare il fumettista e futuro regista Corrado Farina amico di Pier Carpi, con conoscenze in famiglia Giussani, che si offrì per la regia, ma venne rifiutato a causa della poca esperienza, e allora propose, da fan del cinema Horror italiano, Mario Bava; quindi De Laurentiis offrì la regia a Bava, poiché era un film che necessitava di molti effetti speciali e Bava era considerato uno dei migliori effettisti italiani.[6] Bava era reduce dal film avventuroso I coltelli del vendicatore e accettò la regia, ottenendo così il budget più alto della sua carriera: 200 milioni di lire.[1] Budget comunque relativamente basso per gli standard di De Laurentiis.[7]
Cast
Per interpretare il personaggio di Diabolik fu scelto inizialmente Jean Sorel,[5] che però faceva parte del cast scelto da Tonino Cervi, quindi con l'arrivo di Bava fu sostituito da John Phillip Law, che stava girando contemporaneamente Barbarella, altro film prodotto da De Laurentiis. Le riprese di quel film però subirono dei ritardi, quindi De Laurentiis propose a Law di interpretare Diabolik[8]. Occorre notare che, nel 1966, in quarta di copertina degli albi di Diabolik era comparso un avviso di casting call per un attore che possedesse le caratteristiche fisiche del personaggio, che avrebbe impersonato Diabolik "in un film di prossima fattura"; si trattò in effetti di una trovata pubblicitaria, poiché all'epoca le trattative per John Philip Law erano già state chiuse e non fu mai effettuato un casting di quel tipo[9].
Per quanto riguarda il personaggio di Eva Kant fu inizialmente scelta una modella sconosciuta, amica di un uomo della produzione.[8] Dopo una settimana fu però sostituita da Catherine Deneuve.[8] Anche l'attrice francese fu però sostituita, poiché Bava non gradiva la sua interpretazione e la Deneuve rifiutava di girare scene di nudo.[8] Sul set arrivò così Marisa Mell, che ottenne la parte.
Il ruolo dell'ispettore Ginko andò all'attore francese Michel Piccoli, mentre il personaggio di Ralph Valmont fu creato appositamente per il film e fu interpretato da Adolfo Celi, la cui voce è poi doppiata da Emilio Cigoli.[10]
Riprese
Le riprese del film iniziarono l'11 aprile 1967 e terminarono il 18 giugno dello stesso anno.
Sul set ci furono molti screzi tra Bava e De Laurentiis, inerenti soprattutto le sequenze di violenza che Bava voleva inserire per rimanere fedele al fumetto. De Laurentiis lo convinse però a smorzarle, temendo la censura.[1] Bava ebbe anche alcuni problemi con John Phillip Law, da lui considerato troppo anonimo.[1]
Il film fu girato in interni agli studi De Laurentiis, a Roma, mentre gli esterni furono girati tra Tor di Caldano e Torino.[7]
Le scenografie del film erano molto scarne. La grande caverna che fa da rifugio per Diabolik ed Eva Kant era in realtà vuota. Tutti i dettagli furono inseriti da Bava tramite fotografie e pezzi di vetro applicate sull'obiettivo.[1] Quando Law arrivò sul set per girare la sequenza in cui Diabolik ed Eva entrano con la loro Jaguar nella caverna rimase sorpreso non vedendo nulla. Chiese quindi a Bava dove fosse la caverna e il regista lo condusse dietro una macchina da presa e gli fece vedere gli effetti che aveva preparato.[8] Anche De Laurentiis rimase piacevolmente sorpreso da questi semplici ma efficaci effetti, tanto da dichiarare: «Dirò alla Paramount che questo set ci è costato 200.000 dollari!».[8]
Al termine delle riprese Mario Bava riuscì nella vera e propria impresa di non spendere tutto il budget a disposizione.[7] De Laurentiis decise così di girare un sequel del film, affidandogli nuovamente la regia, ma Bava rifiutò nettamente: «Mi ha chiamato per dirigere il seguito. Gli ho fatto dire che sono ammalato, invalido a letto, permanentemente», dichiarò il regista.[11] Infatti Bava non solo aveva trovato la lavorazione del film molto faticosa, ma non era neppure rimasto soddisfatto del risultato finale, perché lui avrebbe voluto realizzare un film più violento e sanguinario, in linea con il fumetto, ma De Laurentis si era opposto.
Deep Down/Amore amore amore amore Pubblicato: 1967
La colonna sonora del film, composta da Ennio Morricone, è stata pubblicata solamente nel 2001 in due diverse edizioni su CD dalle etichette Pallottola Foro e Sycodelic. Precedentemente inedita, era stato pubblicato solamente il brano Deep Down, interpretato da Christy (Maria Cristina Brancucci), come lato B del singolo Amore amore amore amore, tratto dalla colonna sonora del film Un italiano in America.
Tracce
Deep Down
Yes Sir, No Sir
Charading Chauffeurs In Wait
Driving Decoys
Into The Cave
Diaboliks Hide Out
The Shower (Deep Down 2)
Logical Suggestion
Money Orgy
Criminal/Justice Solution
Headlines (Organ Freak Out 1)
Valmont's GoGo Pad
Dumped By Dimocracy
Eva's Holy Dress (Deep Down 3)
Diabolik Capture-Conference)
Gunfight At Red Sands
Eva's Sketchy I.D.
Metamorphosis (Organ Freak Out 2)
Emerald Bikini (Deep Down 4)
Doctor Vinear's I.D. Prescription
Downhill Decoy
Vinear's X-Out Session/Death/Life
Jenko's Plan Derails
Guinness's Gold Bar
Bubbles (Extracting Au from H2O)
Under Wah-Wah (Extracted Au from H2O)
Now Go!!
Eva Alone
The Pyrite Wink (Deep Down 5)
Last Laff
O.K. Connery
Valmont (Underworld Don)
Distribuzione
Manifesti
La realizzazione dei manifesti del film, per l'Italia, fu affidata al pittore cartellonista Renato Casaro.
Slogan promozionali
«Non sa resistere a tutto quello che può prendere, sedurre o portare via...»
Date
Il film uscì in Italia il 24 gennaio 1968. In Francia fu distribuito il 12 aprile 1968.
Costato 200 milioni di lire, il film incassò in totale 265 milioni (dunque recuperando di appena 65 milioni i costi di produzione),[1] un introito assai inferiore rispetto alle aspettative prefissate, mentre molto più soddisfacenti furono gli incassi all'estero, in particolare in Francia, paese co-produttore della pellicola. Comunque, deluso dagli incassi registrati in Italia, De Laurentiis accantonò l'idea di realizzarne un sequel.[1]
Sempre nel periodo della sua uscita, suscitò molto scalpore la scelta di Michel Piccoli per il ruolo dell'ispettore Ginko, poiché tra l'attore e il personaggio dei fumetti non sussisteva alcuna somiglianza fisica. Pare che le stesse Sorelle Giussani avessero però suggerito che "Ginko si riconosce per quello che fa, non per il suo volto". Il giudizio delle creatrici di Diabolik si rivelò in effetti esatto: le critiche dei fan infatti risparmiarono Piccoli e si concentrarono su Marisa Mell, identica a Eva Kant ma per nulla in parte.
In tempi recenti il film è divenuto un cult movie. Alberto Pezzotta scrive: «Pur restando un film su commissione, Diabolik si stacca dalla media degli analoghi film dell'epoca e riesce dove aveva fallito Modesty Blaise di Joseph Losey: vale a dire nel trasporre al cinema il mondo dei fumetti adottando lo stile delle ultime avanguardie artistiche».[1] La rivista Nocturno scrive: «Gioiello nato per esigenze "alimentari" che, pur restando distante dalla materia trattata, invita a una rilettura pop del criminale in calzamaglia inventato dalle sorelle Giussani».[5]
All'estero il film fu invece subito amato, soprattutto in Francia. La prestigiosa rivista francese Cahiers du cinéma apprezzò molto il film, scrivendo: «Gli effetti anamorfici, gli sbandamenti di ordine percettivo in ogni inquadratura, la costante discontinuità spazio temporale, concorrono alla costruzione di un universo dalla bellezza prorompente, improbabile e autoritaria».[14]
Il film fu apprezzato anche dal noto critico Roger Ebert, che scrisse: «Forse perché è meno pretenzioso, Diabolik ha avuto più successo di Barbarella, ed è anche più divertente».[15]
^abcdefghi Alberto Pezzotta, Mario Bava, Milano, Il Castoro Cinema, 1995.
^ Gabriele Acerbo & Roberto Pisoni, Lounge Cinema, intervista a Roman Coppola contenuta in Kill, Baby Kill! Il cinema di Mario Bava, Roma, unmondoaparte, 2007.
^Roberto Curti, Diabolika: Supercriminals, Superheroes and the Comic Book Universe in Italian Cinema, Midnight Marquee Press, 2016, ISBN978-1-936168-60-6.
^abc Autori vari, Genealogia del delitto. Guida al cinema di Mario & Lamberto Bava, Milano, Dossier Nocturno n. 24, 2004.
^Intervista a Dino De Laurentiis presente nel documentario Diabolik. Dal fumetto al film, disponibile sul DVD della Paramount.
^abcd Gabriele Acerbo & Roberto Pisoni, Diabolik in saldo, intervista a Dino De Laurentiis contenuta in Kill, Baby Kill! Il cinema di Mario Bava, Roma, unmondoaparte, 2007.
^abcdef Gabriele Acerbo & Roberto Pisoni, Chi ha paura di Eva Kant?, intervista a John Phillip Law contenuta in Kill, Baby Kill! Il cinema di Mario Bava, Roma, unmondoaparte, 2007.