La presente diocesi è frutto della plena unione di tre precedenti diocesi, attuata nel 1986: la diocesi di Luni, con sede in seguito trasferita a Sarzana, la diocesi di Brugnato e la diocesi della Spezia.
L'origine della diocesi è antichissima: l'antica città di Luni era sede vescovile probabilmente già in epoca apostolica: le prime testimonianze scritte risalgono al 465.
A partire dal XII secolo i vescovi posero sempre più spesso la loro residenza a Sarzana a causa della progressiva decadenza di Luni; con il placet di papa Innocenzo III del 7 marzo 1202 la sede fu trasferita formalmente a Sarzana il 15 giugno dello stesso anno. Nei secoli successivi i vescovi però non rispettarono sempre la loro residenza, ponendo la sede qua e là nella diocesi. Il problema fu risolto con la bolla di papa Paolo II del 21 luglio 1465 che stabilì la residenza ufficiale a Sarzana e che i vescovi portassero il titolo di Luni-Sarzana.
Nel 1797 la diocesi di Luni-Sarzana cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Pontremoli; la stessa cosa nel 1822 per l'erezione della diocesi di Massa Carrara. Nel 1854 e nel 1855 altre parrocchie furono scorporate da Luni-Sarzana ed aggregate sempre alle due diocesi toscane.
Il VII e l'VIII secolo videro muoversi per tutta Europa correnti missionarie d'origine monastica irlandese che vennero spesso usate a fini politici, sia da parte di Bisanzio sia dagli stessi longobardi, onde colonizzare con il cristianesimo genti e territori da sottoporre poi al proprio governo. Una delle celle maggiori di questi monaci missionari, che dall'inizio del VII secolo ebbero come monastero matrice l'abbazia di San Colombano di Bobbio, si trovava a Brugnato nel centro della Val di Vara, la quale assunse, probabilmente al tempo del re dei longobardi Liutprando, le prerogative di abbazia. Nella città di Pontremoli e nei dintorni esistevano, in enclave, alcune parrocchie ed enti ecclesiastici, appartenenti fino dal IX secolo all'abbazia benedettina di Brugnato, di cui fecero parte quando questa venne elevata a diocesi, nel 1133. Queste realtà ecclesiali site nel borgo di Arpiola (comune di Mulazzo), Caprio (comune di Filattiera), la prioria di Pontremoli, il paese di Teglia (Pontremoli); la rettoria in valle di Zeri (diversi borghi) passarono, dopo l'erezione della diocesi di Pontremoli, al nuovo vescovato, nel 1787.
L'erezione della diocesi
La diocesi di Brugnato fu eretta il 27 maggio 1133 con la bolla Quemadmodum Sedes Apostolica di papa Innocenzo II, ricavandone il territorio dalla diocesi di Luni.
L'elevazione di Genova, nel 1133, a sede metropolitana, favorì la formazione di una diocesi dall'antico monastero di Brugnato, i cui abati si erano sempre rifiutati di accettare la sottomissione gerarchica, pretesa, invece, dai vescovi di Luni. La diocesi di Brugnato venne creata, dunque, con la bolla papale del 27 maggio 1133, con le chiese e le cappelle dipendenti dal monastero benedettino brugnatese dei Santi Pietro, Lorenzo e Colombano. Il territorio della nuova diocesi fu ottenuto dallo smembramento, sia pure formalmente, in parte dalla diocesi lunense ed in parte dalla nuova arcidiocesi genovese. Papa Innocenzo II nominò vescovo Ildebrando, abate di Brugnato, e dichiarò la nuova sede vescovile suffraganea di Genova. Le cappelle avevano la cura d'anime ma non il fonte battesimale, e i loro fedeli dovevano portare i battezzandi nelle pievi di appartenenza, situate in altre diocesi.
Il territorio della diocesi
L'erezione della diocesi, provocò per quella di Luni la perdita di alcuni territori in Val di Vara. La diocesi di Brugnato fu formata, non da un territorio coerente più o meno vasto, ma dall'insieme dei beni dell'antico monastero benedettino sparsi nelle varie diocesi sotto la sua giurisdizione, che in quel punto si toccano, e dall'insieme delle cappelle situate entro le pievi di queste diocesi stesse. La diocesi di Brugnato era composta, nel 1820, quando fu unita alla diocesi di Luni-Sarzana, da 6 vicariati con complessive 30 parrocchie. I vescovi di Brugnato fissarono la loro residenza a Pontremoli dal 1302 al 1502. I presuli portarono anche il titolo di "conte", che fu abolito solo dopo il Concilio Vaticano II. Nel 1855, poi, anche le parrocchie di Gotra e di Buzzò (oggi ambedue in provincia di Parma) furono assegnate alla diocesi di Pontremoli.
Le modifiche territoriali della diocesi (1787-1959)
Con l'erezione della diocesi di Pontremoli, vennero aggregate al nuovo vescovato tre parrocchie (San Pietro di Pontremoli; Santa Maria di Teglia; San Lorenzo di Zeri) tutte e tre parte del vicariato di Pontremoli. Per compensare le predette perdite, venne staccata, nel 1787, dalla diocesi di Populonia (Massa Marittima), l'isola di Capraia ed assegnata alla diocesi di Brugnato. Il passaggio effettivo avvenne, però, solo nel 1791, vale a dire dopo la morte del vescovo di Luni-Sarzana, Cesare Lomellini. La diocesi di Brugnato perdette il nuovo acquisto già nel 1802, quando Capraia passò alla diocesi di Ajaccio in Corsica.
Il 25 novembre 1820 in forza della bolla Sollicita quam di papa Pio VII la diocesi di Brugnato fu unita aeque principaliter alla diocesi di Luni-Sarzana.
Nel 1854 il vicariato di Brugnato perdette le parrocchie di Rocchetta e Suvero che passarono alla diocesi di Massa. Anche le parrocchie di Gotra e di Buzzò (comune di Albareto) furono staccate, il 1º agosto 1855, dalla diocesi di Brugnato ed assegnate alla diocesi di Pontremoli (oggi il loro territorio fa parte del comune di Albareto e della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli). Le parrocchie di Rocchetta e Suvero furono restituite, però, alla diocesi di Brugnato l'11 ottobre 1959.
Diocesi della Spezia
A seguito della nascita dell'arsenale militare, la città della Spezia acquistò sempre maggiore importanza rispetto alle località vicine.
Il 12 gennaio 1929 con la bollaUniversi dominici, papa Pio XI eresse la diocesi della Spezia, suffraganea di Genova, costituita da 18 parrocchie ricavate dalla diocesi di Luni-Sarzana; la chiesa di Cristo Re divenne la cattedrale diocesana. Contestualmente la nuova diocesi fu unita aeque principaliter alla sede di Luni-Sarzana e Brugnato, che assunse il nuovo nome di diocesi di Luni, ossia la Spezia, Sarzana e Brugnato. Alla Spezia fu costituita l'unica curia diocesana, che divenne la residenza abituale del vescovo; furono mantenuti i capitoli dei canonici delle cattedrali di Sarzana e di Brugnato.
Il 26 luglio 1959 il decreto Ad animarum saluti della Congregazione concistoriale[4] aggiornò i confini della diocesi, che aveva perso nel corso degli anni varie porzioni di territorio a favore di diocesi di nuova erezione.
Il 4 agosto 1975, in forza del decreto Litteris apostolicis della Congregazione per i vescovi, fu soppresso il titolo di Luni, che divenne sede titolare, e la diocesi mutò nome in diocesi della Spezia, Sarzana e Brugnato.
Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato
Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della medesima Congregazione, fu stabilita la plena unione delle tre diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica assunse il nome attuale.
Cronotassi dei vescovi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
^Secondo Lanzoni, non Giusto ma Terenzio potrebbe essere il vescovo di Luni a cui papa Pelagio I indirizza la lettera assieme agli altri vescovi della Tuscia Annonaria.
^Nel documento che ne parla, è indicato come vescovo eletto; cfr. Podestà, op. cit., p. 44.
^Secondo Podestà (p. 76), Buttafava, eletto tra settembre e ottobre 1223, muore nel mese di luglio 1226; mentre secondo Gams nel 1228.
^Gams e Eubel pongono la morte di Guglielmo nel 1270; a lui sarebbe successo un Goffredo, morto nel 1273; Podestà invece ritiene che il vescovo che gli antichi documenti menzionano semplicemente con G., non sia Goffredo, ma lo stesso Guglielmo.
^Secondo Gams muore nel 1293 e dopo viene un Gualterio (1293 - † circa 1296).
Boris Gombač, Atlante storico delle diocesi toscane, Sommacampagna (VR), Cierre Grafica, 2015; ISBN 978-88-98768-03-5 (p. 430).
Mariano Lallai, Da Luni a Massa Carrara – Pontremoli – il divenire di una Diocesi fra Toscana e Liguria dal IV al XXI secolo: Parte I (La Diocesi di Luni), Voll. I-II-III, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, Modena-Massa, 2000 (in collaborazione con Mons. Giacomo Franchi); parte II (M. LALLAI, La Diocesi di Brugnato), Voll. IV-V, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, Modena-Massa, 2008; Parte III (M. LALLAI, La Diocesi di Lucca), Voll. VI-VII-VIII, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, Modena-Massa, 2015. Recensita da E. M. VECCHI in Giornale Storico della Lunigiana e del Territorio Lucense, n. s., Anno LVII-LVIII, gennaio 2006 - dicembre 2007 (2009), pp. 629-630.
A. Baldini, Note per una storia delle istituzioni monastiche a Pontremoli – Dalle origini al XIII secolo, in Studi Lunigianesi, 1980, Villafranca, Associazione Manfredo Giuliani, 1980, pp. 201-203;
G. Franchi, M. Lallai, Da Luni a Massa Carrara-Pontremoli – il divenire di una Diocesi fra Toscana e Liguria dal IV al XXI secolo, parte I (La diocesi di Luni), vol. I e II, Massa, Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, 2000, 7, 125 I n. e II 324-325;
G. Franchi, M. Lallai, Da Luni a Massa Carrara-Pontremoli – il divenire di una Diocesi fra Toscana e Liguria dal IV al XXI secolo, parte II, vol. IV (M. Lallai: capitolo VI: La diocesi di Brugnato, Massa, Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, 2008, 12; 2008 II, 27;
M. Giuliani, Saggi di storia Lunigianese, Pontremoli, Tipografia Artigianelli, 1982;
Boris Gombač, Atlante storico delle diocesi toscane, Sommacampagna, Cierre Grafica, 2015; ISBN 978-88-98768-03-5, pp. 133-134;
(LA) Bolla Quemadmodum Sedes Apostolica, in Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio, Tomo II, Augustae Taurinorum, 1859, pp. 378–379
G. Volpe, Toscana Medievale - Massa Marittima, Volterra, Sarzana, Firenze, Sansoni Editore, 1964