La diocesi del Vallese è documentata per la prima volta nella seconda metà del IV secolo. Essa ha origine nell'antica diocesi di Octodurus, oggi Martigny, capitale del popolo dei Veragri, che assunse il nome di Forum Claudii Vallensium quando Roma conquistò queste terre e ne fece una civitas della provincia delle Alpi Pennine.
Primo vescovo conosciuto è san Teodoro o Teodulo, la cui firma si trova negli atti dei concili di Aquileia del 381 e di Milano del 390, e che oggi è il santo patrono della diocesi. Tra il 565 e il 585 la sede episcopale fu trasferita a Sion: il primo vescovo con il titolo Sedunensis fu Eliodoro, che si fece rappresentare al concilio di Mâcon del 585 da un missus Eliodori episcopi a Seduni. Non sono chiari i motivi che portarono i vescovi a trasferire la sede della diocesi: le ipotesi più probabili sono o le invasioni dei Longobardi oppure problemi di vicinanza e di rivalità con gli abati di Agauno.[1]
Nel 999Rodolfo III di Borgogna concesse al vescovo Ugo e ai suoi successori il titolo di conti del Vallese, con poteri comitali su tutto il Vallese; quando la Borgogna fu annessa al Sacro Romano Impero, i conti-vescovi divennero principi dell'Impero, riunendo così i poteri spirituale e temporale nella loro diocesi. Questo potere temporale cessò nel 1798, anche se fin dal XVII secolo il titolo di principe era divenuto oramai solamente onorifico.
Il capitolo della cattedrale è attestato per la prima volta nel 1043 e i suoi più antichi statuti risalgono all'anno 1168; l'archivio capitolare è uno dei più importanti della Svizzera e comprende i più antichi atti notarili del Paese; nel 1919 ha rinunciato al diritto di eleggere i vescovi, seguito dalla rinuncia del Consiglio cantonale nel 1929: Jules-Maurice Abbet fu l'ultimo vescovo eletto congiuntamente da queste due istituzioni.[2]
Dal libro delle decime sappiamo che tra il XIV ed il XV secolo la diocesi annoverava 66 parrocchie, suddivise in due decanati: quello del nord, germanofono, e quello del sud, francofono, divisi dal fiume Sionne. Alla fine del Settecento, la diocesi contava circa 97 parrocchie, suddivise in 10 decanati, introdotti nel XVII secolo. Poche erano le abbazie presenti nel territorio diocesano; oltre a quelle di Agauno e di San Pietro del Mont-Joux a Bourg-Saint-Pierre, sorte nel I millennio, sono documentate altre quattro abbazie benedettine nel XII secolo a Ayent, Granges, Port-Valais e Saint-Pierre-de-Clages.
La diocesi resistette bene ai tentativi dei riformatori di imporre il luteranesimo. Nel 1604 la dieta del Vallese riconobbe il cattolicesimo come religione ufficiale e questo comportò l'espulsione dalla diocesi di tutte le famiglie protestanti.
In attuazione delle decisioni del Concilio di Trento, i vescovi si impegnarono nel corso del XVII e XVIII secolo a visitare con assidua frequenza le parrocchie della diocesi. Nel 1748 fu eretto il seminario diocesano nel convento di Géronde (come di Sierre) ad opera del vescovo Johann Jakob Blatter.
La diocesi non ebbe a soffrire molto a causa della rivoluzione francese; il vescovo Joseph Anton Blatter dovette rifugiarsi per un certo periodo a Novara; nel 1802 la costituzione cantonale riconobbe nuovamente la religione cattolica come religione di Stato.
Nel 1984 è aperto nei locali del palazzo episcopale, edificato nel 1838, il museo diocesano e del tesoro della cattedrale.[3]
Cronotassi dei vescovi
Gli studi condotti a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, in particolare quelli di Jean Gremaud[4], hanno dimostrato che l'antica lista episcopale di Sion, riportata da Gallia christiana, è relativamente recente e comunque non anteriore al XVI secolo, non si riferisce a nessuna sicura tradizione, contiene evidenti errori e molti nomi di vescovi spuri.[5]
Nella seguente cronotassi si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
^Jean Gremaud, Catalogue des évêques de Sion, in Mémoires et documents de la Suisse romande, tomo XVIII, 1863, pp. 461-500.
^Bresson, Recherches sur les origines, pp. 4-5. La seguente cronotassi segue da vicino quella proposta nei recenti studi di Helvetia Sacra.
^Dopo Teodoro, Gallia christiana inserisce i nomi di Elia, Fiorentino e Maurizio. I primi due non furono mai vescovi; un vescovo di nome Maurizio è citato in una lettera di papa Bonifacio I del 419, ma nulla indica che fosse vescovo del Vallese.
^Dopo Protasio, Gallia christiana inserisce i nomi di Leonzio, Domenico e Teodoro II. Leonzio era in realtà vescovo di Arles; Domenico è privo di qualsiasi riferimento storico e cronologico; Teodoro II è frutto di un falso concilio celebrato ad Agauno nel 516.
^Il vescovo Onorio menzionato da Gallia christiana come successore di Eliodoro è privo di qualsiasi riferimento storico e cronologico; escluso da Helvetia Sacra.
^Gli atti del concilio di Parigi del 614 riportano le firme due vescovi: Leudemondo ex civitate Valesse e Dracoaldo ex civitate Sedonis. Cfr. Santschi , op. cit., p. 3.
^Il 650 è la data riportata da Duchesne per il concilio di Chalon-sur-Saône al quale partecipò il vescovo Protasio II; Helvetia Sacra data questa concilio tra il 647 ed il 653, Santschi tra il 639 ed il 654.
^Il vescovo Aluborgo menzionato da Gallia christiana come successore di Amato è privo di qualsiasi riferimento storico e cronologico; escluso da Helvetia Sacra.
^Fu arcivescovo di Vienne, ritiratosi prima del 762 nel monastero di San Maurizio d'Agauno, di cui divenne abate.
^Un vescovo di nome Aimoino è menzionato nell'857; secondo Helvetia Sacra ed altri autori potrebbe trattarsi dello stesso Eiminio.
(FR) Catherine Santschi, Les premiers évêques du Valais et leur siège épiscopal, in Vallesia : bulletin annuel de la Bibliothèque et des Archives cantonales du Valais, des Musées de Valère et de la Majorie, 1981, pp. 1–26
(FR) Jean Gremaud, Catalogue des évêques de Sion, Documents relatifs à l'histoire du Valais, tomo V, in Mémoires et documents de la Suisse romande, tomo XXXIII, 1884, pp. CIX-CXV