«Quando andò a Milano, sui diciott'anni, scrisse o disse, con linguaggio più o meno rilkiano, che andava a cercare le "parole d'oro": le trovò di ferro, e poi si accorse che erano proprio quelle, di ferro o acciaio, che andava cercando.»
Ha lavorato nel mondo editoriale ed è stato critico teatrale del quotidiano Paese sera dal 1968 al 1987[2]. È stato tra i principali esponenti della neoavanguardia (comparendo tra l'altro nell'antologia I Novissimi del 1961), uno dei protagonisti del Gruppo '63[3], all'interno della quale ha occupato tuttavia una posizione autonoma e personale[2]. La sua poesia, caratterizzata da toni crepuscolari, nasce dalla cronaca e dalla vita quotidiana; prosa, inserzioni dialettali, collage di vario tenore sono gli ingredienti del suo stile. Ha anche pubblicato testi teatrali[2].
Pagliarani è stato uno scrittore che ha saputo costantemente reinventarsi nel corso degli anni. Da un lato una fedeltà quasi fotografica al reale, e al mondo della piccola gente, dal sottoproletariato a impiegati come La ragazza Carla, la sua opera più significativa e riconosciuta[3]; dall'altro l'uso di una serie di procedimenti tecnico-formali tipici delle avanguardie, una capacità inusuale di giocare con la lingua e i suoi ritmi[4].
Biografia e opere
Nasce il 25 maggio 1927 a Viserba, in Romagna, da Giovanni e da Pasquina Pompili[5]. Il nome di famiglia ha sempre oscillato, anche negli atti anagrafici, tra Pagliarani e Paglierani[6]. Viserba, oggi frazione di Rimini, allora un borgo di piccola industria (sede di una corderia ove si lavorava soprattutto il lino) e turismo (l'attività balneare aveva appena preso le mosse) attirava una popolazione di estrazione contadina, per lo più originaria della non distante Santarcangelo. Il padre proveniva da una famiglia di allevatori di cavalli ed esercitava la professione di vetturale: imparentato alla lontana con quel Luigi Pagliarani investito e poi prosciolto (ma nel 2001 il "caso" è stato riaperto) dall'accusa di essere stato esecutore materiale, nel 1867, dell'assassinio di Ruggero Pascoli, padre di Giovanni e amministratore della tenuta dei Torlonia nella vicina San Mauro[5].
Nel 1971 fonda la rivista Periodo Ipotetico diventandone il direttore; fa pure parte della redazione di Nuova Corrente. Negli anni Ottanta fonda e dirige con Alessandra Briganti la rivista di Letterature Ritmica.
Risale al 1954 la sua prima raccolta di poesie, Cronache e altre poesie a cui seguiranno Inventario privato nel 1959 e, nello stesso anno, nel n.14 di Nuova Corrente "Progetti per la ragazza Carla". Il poemetto sarà poi interamente pubblicato nel 1960 nel n.2 de Il Menabò e ripubblicato nel 1962, insieme alla precedente produzione con il titolo La ragazza Carla e altre poesie. Nel 1964 l'autore pubblica Lezione di fisica che nel 1968 farà parte di Lezioni di fisica e Fecaloro.
La ballata di Rudi
Inizia in questo periodo la stesura de La ballata di Rudi, il suo secondo romanzo in versi, di cui una parte verrà pubblicata nel 1977 con il titolo Rosso corpo lingua oro pope-papa scienza. Doppio trittico di Nandi mentre l'edizione definitiva e completa si avrà solamente nel 1995.
La ballata di Rudi narra le vicende del protagonista eponimo e di una serie di personaggi di contorno, nell'arco di trent'anni. Rudi è un animatore / di balli sull'Adriatico che nel secondo dopoguerra si trasferisce a Milano. Qui prosegue l'attività di intrattenitore in un night club, incoraggiando la prostituzione delle ragazze che lavorano nel locale. La voce narrante del poemetto è a sua volta un protagonista (si tratterebbe, utilizzando un termine coniato da Gérard Genette per i testi narrativi, di un narratore intradiegetico). Nel corso della narrazione affiorano i suoi ricordi d'infanzia:
«e due sorelle bambine quando ero bambino io, che ci giocai con quelle, più volte e mi intrigò una di esse, dicendomi che i puntini blu sulla sua gonna chiara se li era fatti con inchiostro e penna, e mi parve abilissima e paziente e risero di me: è quella stessa che allevarono per il vecchio miliardario o è sua sorella? Poi la loro tenda sulla spiaggia, sontuosa, di seta, a baldacchino, con pennacchio sventolante, come il quartiere di Goffredo di Buglione davanti a Gerusalemme. Gli strisciavo vicino adolescente senza capirci niente, inquieto oscuramente.»
In un'intervista, Pagliarani dichiarò che il personaggio di Rudi era ispirato a una figura da lui realmente conosciuta negli anni '40[senza fonte].
Tra gli altri personaggi possiamo ricordare Armando, un tassista abusivo a cui sono dedicati i componimenti XI - XVII del poemetto. Un suo cliente abituale gli propone di collaborare a un contrabbando di denaro in Venezuela. Armando accetta sperando di poter comprare la licenza da tassista con il compenso promesso, ma viene bidonato dal faccendiere. La storia di Armando è narrata dal tassista stesso, e il narratore scompare in questo micro-racconto interno. In quasi tutti i componimenti ci sono però più voci che si alternano, in un flusso privo di segni di interpunzione, dove il passaggio dal monologo interiore a vivaci battibecchi con gli altri interlocutori è scandito tipograficamente (ma non sempre) dalla disposizione dei versi "a gradini".
Ai componimenti che raccontano le gesta di Rudi, Armando e altri personaggi sordidi, si alternano riflessioni di poetica (A spiaggia non ci sono colori) e memorie della vita dei braccianti del mare, in contrapposizione violenta con lo sfacelo morale dell'Italia degli anni Cinquanta. Dopo la morte di Rudi nei primi anni sessanta le cose non migliorano, come suggerisce la poesia Contatta Sagredo, dove personaggi ancora più amorali entrano in scena. Sagredo (alla pari di Rudi) è uno sfruttatore di prostitute, che si nasconde dietro un'immagine di raffinatezza e perbenismo.
«Contatta Sagredo: un tanto al chilo si vende e costa questa gente è la frase che lo fa riconoscere, domani sulla spiaggia del porto. Lo trovai in sandali da frate e una pipa lunga bianca di schiuma in bocca mando segnali falsi disse e lodò molto la castità della donna.»
Il poemetto si chiude con un'epigrafe che è una proposta di resistenza e riapre uno spiraglio di ottimismo :
«Ma dobbiamo continuare / come se / non avesse senso pensare / che s'appassisca il mare.»
La poesia di Pagliarani affronta temi realistici, come quello del lavoro, dell'economia e della vita delle classi subalterne, trasfigurando il testo poetico fino a trasformarlo in un racconto con andamento polifonico e "corale" che diventa, con il trascorrere del tempo, sempre più frammentario e discontinuo. Pagliarani ricerca la ritmicità poetica nel discorso quotidiano, anche se a un'attenta analisi metrica, molti componimenti sono riconducibili a misure tradizionali (come l'endecasillabo), che emergono a tratti, dissimulati nel verso lungo.
Pagliarani sperimenta il verso lungo attraverso il verso "a scaletta" ripreso dalla poesia di Majakovskij rendendo così la poesia tipico mezzo di analisi del vissuto. Un'altra sua tecnica, ripresa dalla poesia di Ezra Pound, è quella dell'inserimento nel discorso poetico di frammenti di testi tecnici o cronachistici (come il manuale di dattilografia nella Ragazza Carla, o brani di articoli di giornale nella Ballata di Rudi).
Lezione di fisica e Fecaloro, Feltrinelli, Milano, 1968
Rosso Corpo Lingua oro pope-papa scienza - Doppio trittico di Nandi con un saggio di Gabriella Sica, Cooperativa Scrittori, Roma, 1977
Poesie da recita (La ragazza Carla - Lezioni di fisica e Fecaloro - Dalla ballata di Rudi) a cura di Alessandra Briganti, Roma, 1985; brani tradotti in francese da J.-Ch. Vegliante (v. pure: Epigrammi)
La bella addormentata nel bosco,Corpo 10, Milano, 1987
La bestia di porpora o Poema di Alessandro ne L'Illuminista,rivista di cultura contemporanea diretta da Walter Pedullà,n.2-3, autunno inverno 2000, pp. 41–87
IV Epigramma dagli “Eccetera di un contemporaneo” (musica di Andrea Ciullo), E-theatre[11], Roma, 2007
Tutto il teatro, a cura di Gianluca Rizzo, Venezia, 2013
Saggistica
Il fiato dello spettatore, Marsilio, Padova, 1972; nuova edizione Il fiato dello spettatore e altri scritti sul teatro, a cura di Marianna Marrucci, L'orma editore, Roma, 2017, ISBN 978-88-997-9322-7
Giovanni Pascoli, Ist. Poligrafico dello Stato, Roma, 1998
Epigrammi. Da Savonarola, Martin Lutero..., Manni Editori, Lecce, 2001
Opere complessive
La ragazza Carla e nuove poesie, a cura di Alberto Asor Rosa, Mondadori, Milano, 1978
Poesie da recita. La ragazza Carla, Lezione di fisica e Fecaloro, dalla Ballata di Rudi, a cura di Alessandra Briganti, Bulzoni, Roma, 1985
Poesie d'amore e disamore, a cura di Plinio Perilli, Mancosu, Roma, 1994 (contiene le prime due raccolte)
La pietà oggettiva. (Poesie 1947-1997), a cura di Plinio Perilli, Fondazione Piazzolla, Roma, 1997
I romanzi in versi (La ragazza Carla, La ballata di Rudi), Mondadori, Milano, 1997
Tutte le poesie(1946-2005), a cura di Andrea Cortellessa, Garzanti, Milano, 2006
^ Andrea Cortellesa, Elio Pagliarani, su treccani.it, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80, Treccani, 2014. URL consultato il 9 marzo 2016.
«Pajeràn, erano detti in dialetto romagnolo; con la firma «Elio Paglierani» uscirono in effetti, nel 1948, i suoi primissimi versi nella rivista La Cittadella di Bergamo; e l'autore nel riproporli – sul numero 190 de L'immaginazione, nel 2002 – ha spiegato: «Allora, negli anni 1947-48, mi chiamavo proprio Paglierani, documenti alla mano: ma c'erano già dei dubbi; poco prima della laurea, nel 1950-51, preoccupato che la laurea fosse scritta col cognome giusto, promossi un'indagine del Tribunale, che, risalendo al nonno e al bisnonno, stabilì che in realtà il mio cognome era Pagliarani, con la a»»
^Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2019).
Costanzo Di Girolamo, Elio Pagliarani, in "Belfagor", XXIX, 1974
Walter Pedullà, Elio Pagliarani, in AA.VV., Letteratura italiana. I contemporanei, vol. VI, Milano, 1974
Walter Siti, Lezioni di fisica e Fecaloro, in Id., Il realismo dell'avanguardia, Torino, 1975
Romano Luperini, Elio Pagliarani, in Il Novecento, Torino, 1981
Gabriella Di Paola, La ragazza Carla:linguaggio e figure, con una premessa di Ignazio Baldelli, Roma, 1985
Jean-Charles Vegliante, Pagliarani, la poesia "quando ristagna il ritmo...", in "Les Langues Néo-Latines" 266, 1988 (p. 63-70)
G. Pianigiani, La Ballata di Rudi di Elio Pagliarani: romanzo-partitura e drammaturgia antilirica, in "Allegoria", n. 23, a. VIII, 1996
Fausto Curi, Pagliarani, in Id. La poesia italiana del Novecento, Bari Roma, 1999
M. Marrucci, Effetti di romanzizzazione in Elio Pagliarani, in "Moderna", n.2, a. II, 2000
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Luigi Ballerini, Della violenta fiducia ovvero di Elio Pagliarani in prospettiva, in Elio Pagliarani, Atti della giornata di studi di Los Angeles del 7 ottobre 2003, "Carte italiane.A Journal of Italian Studies edited by the Graduate Students at UCLA",1,2004, pp. 21–23
Fausto Curi, Mescidazione e polifonia in Elio Pagliarani, in Id. Gli stati d'animo del corpo. Studi sulla letteratura dell'Ottocento e del Novecento, Pedragon, Bologna, 2005
Enrico Testa, Elio Pagliarani, in Dopo la lirica, Torino, 2005
Marco Ricciardi, La feci trasformate in oro dal poeta-alchimista, ne "L'Immaginazione", N° 245, marzo 2009; Un cactus chiamato poesia nel deserto della Pedagogia urbana, ne "L'Illuminista", n°20/21, Ponte Sisto (settembre-dicembre 2007)
Luigi Weber, "Pensare che s'appassisca il mare": economia del paesaggio ne La ballata di Rudi di Elio Pagliarani, in Atlante dei movimenti culturali in Emilia-Romagna dall'Ottocento al contemporaneo, a cura di P. Pieri e L. Weber, Bologna, CLUEB, 2010, vol. III, pp. 271–288
Federico Fastelli, "Dall'avanguardia all'eresia". L'opera poetica di Elio Pagliarani, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2011.
Mario Buonofiglio, Il suono di sottofondo della città e i turbamenti ritmici della "Carla" del Pagliarani, in Il Segnale, anno XXXI, nr. 93, ottobre 2011; ora disponibile in Academia
Il numero 20/21 (settembre/dicembre 2007) de L'Illuminista (direttore Walter Pedullà, edizioni Ponte Sisto, Roma) è interamente dedicato all'opera di Elio Pagliarani e contiene - oltre ad un'ampia selezione di saggi e interventi critici editi - i seguenti saggi inediti: Luigi Ballerini, Documenti per una preistoria della "Ragazza Carla";Grazia Menechella, Le domeniche di Carla;Tommaso Ottonieri, Il romanzo del Focus;Walter Pedullà, Le sentenze finali di Elio Pagliarani;Marco Ricciardi, Un cactus chiamato poesia nel deserto della Pedagogia urbana;Caterina Selvaggi,La resistenza delle/alle cose in "Fecaloro";Carlo Serafini, La parola torna ai poeti...;Siriana Sgavicchia, Kipling, Brecht, Eliot, nella "Ballata di Rudi".
Enzo Rega, voce Pagliarani, Elio in Dizionario critico della poesia italiana 1945-2020, a cura di Mario Fresa, Società Editrice Fiorentina, Firenze 2021.