Nacque a Caravaggio, verosimilmente in una famiglia di pittori, come era solito firmarsi «Firmus Stella de Caravagio», ma come molti artisti bergamschi si spostarono giovani in territori più favorevoli, recandosi prima a Milano e successivamente verso le valli piemontesi e lombarde anche se decentrate.[1] Lo sappiamo già attivo nel 1510 ad Arona per la realizzazione di uno stendardo con le insegne nobiliari della famiglia Borromeo.
Strettamente legate all'alunnato del pittore caravaggino presso la bottega di Gaudenzio sono le quattro tavole con Santi conservate nella chiesa di Sant'Alessandro della Croce a Bergamo, tavole che facevano parte di un polittico smembrato realizzato nel 1513-14 circa (già attribuite a Gaudenzio Ferrari e restituita al catalogo di Fermo Stella)[2].
Pur se la collaborazione di Fermo Stella alla decorazione delle cappelle del Sacro Monte di Varallo, già affermata in guide antiche e ripresa da Samuel Butler nel suo Ex voto[3], costituisce un'ipotesi plausibile, non esistono documenti che ci portino a determinare con esattezza in quali cappelle egli ebbe a operare e quali siano stati i suoi contributi.
La collaborazione con Gaudenzio Ferrari è testimoniata anche nel 1520, a Morbegno in Valtellina. Documenti contabili parlano dell'incarico dato al Ferrari per la realizzazione dei dipinti e la doratura di un imponente altare ligneo nel santuario dell'Assunta e (scolpito dal prestigioso intagliatore paveseGiovanni Angelo Del Maino). Vi si trovano anche annotazioni di pagamenti fatti specificamente a Fermo, per interventi da lui direttamente effettuati.
Intensa per oltre un decennio fu la sua attività, oltre che in Morbegno, anche in altre località della Valtellina. Vanno citati:
gli affreschi per il presbiterio dell'oratorio di San Lorenzo a Teglio (1528), che rappresentano un ex voto della comunità per la fine del terribile flagello della peste.
La Crocifissione sulla parete di fondo dell'oratorio di Teglio è considerata tra le opere più significative del pittore caravaggino.
È evidente negli affreschi valtellinesi il debito artistico verso Gaudenzio Ferrari, pur con la ricerca di un linguaggio più sobrio e di una drammaticità più smorzata che fanno pensare a influenze di Bernardino Luini.
A partire dal 1531 gli spostamenti di Fermo furono continui: lo troviamo prima nella natia Caravaggio dove esegue il ciclo di affreschi con la Ciclo della passione di Gesù nel grande tramezzo della chiesa di San Bernardino. Poi lo troviamo a Domodossola per la esecuzione della parte pittorica di due ancone andate perdute (1532); poi – secondo un percorso difficile da seguire - in un numero elevato di altre località nella pianura padana e nelle valli piemontesi.
Ritornò anche a Varallo, dove è chiamato a realizzare, nella santuario di Santa Maria delle Grazie, un affresco con la sua firma (Fu Fermo Stella pictor de c[arava]zo); esso rappresenta una scena che non ricorre con frequenza nell'arte sacra: si tratta di Gesù che prende congedo dalla madre, tema tratto da un'omelia di san Giovanni Crisostomo. Vicino a Varallo, nella cappella della Madonna di Loreto a Roccapietra, dove già aveva operato Gaudenzio Ferrari, è chiamato a completare la decorazione della volta (1539).
Con il procedere degli anni il suo stile si fece più ripetitivo, sfruttando un repertorio consolidato di modelli figurativi.
Più fedeli al primo linguaggio gaudenziano sono alcune ancone e tavole lignee, come la tavola della Madonna col Bambino e i Santi Biagio e Giovanni Battista, firmata e datata 1536, di proprietà della Pinacoteca di Brera, temporaneamente collocata presso il Museo valtellinese di storia e arte di Sondrio[1]Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
Altre volte, come nel polittico proveniente dalla chiesa di Santa Chiara a Carignano, poi alla Galleria Sabauda (1533), il pittore caravaggino si dimostra in grado assimilare rapidamente i linguaggi pittorici apprezzati nell'area geografica in cui viene a trovarsi.
Opere
Elenco di alcune delle opere di sicura attribuzione:
San Giuseppe e il gran Sacerdote 1510 sculture in terracotta circa Santuario di Varallo cappella VIII;
Crocifissione, storie di San Lorenzo, apostoli e san Rocco (550x180 cad.) 1528 pareti e sottarco del presbiterio dell'oratorio di San Lorenzo di Teglio;
Decorazioni di figure e due cavalli 1528 tempera e stucco della V cappella del santuario detta adorazione dei pastori;
^Romano, G. (a cura di), Fermo Stella e Sperindio Cagnoli seguaci di Gaudenzio Ferrari, op. cit. in bibliografia, scheda 3, p. 80-83
^Nel testo di Butler sono riprese anche le ipotesi che assegnano a Fermo Stella l'esecuzione di statue in terracotta, ipotesi oggi generalmente respinte. Vedasi Samuel Butler, Ex Voto. Studio artistico sulle opere d'arte del Sacro Monte di Varallo e di Crea, Novara, 1894 (traduzione italiana del testo inglese reperibile on lineArchiviato il 26 settembre 2009 in Internet Archive.)
Bibliografia
Romano, Giovanni (a cura di), Fermo Stella e Sperindio Cagnoli seguaci di Gaudenzio Ferrari. Una bottega d'arte nel Cinquecento padano, Catalogo della mostra (Bergamo, settembre-dicembre 2006), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2006
Enrico De Pascale, Mariolina Olivari, Dizionario degli artisti di Caravaggio e Treviglio, Edizioni Bolis, 1994, p. 213-218.
Zeno Birolli, Fermo Stella, in I pittori bergamaschi dal XII al XIX secolo-Il cinquecenteo, 1976.