I versi danteschi affermano che contro i venti di Focara non servono né i voti, né le preghiere.
Geografia fisica
Sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul Mare Adriatico, nel centro del Parco naturale regionale del Monte San Bartolo, a 11 km dal capoluogo comunale Pesaro e 8 km dalla località balneare di Cattolica. Dalla cima della collina a strapiombo sul mare partono alcune stradine, più o meno tortuose, che portano fino a riva, in un luogo ancora incontaminato dal turismo di massa.
Storia
Già nel XIII secolo a.C., all'epoca della navigazione greca in Adriatico, in corrispondenza della foce del piccolo Rio Vallùgola, esisteva un approdo che permetteva a questi navigatori di risalire l'Adriatico e giungere nelle sue estreme coste settentrionali[2]. L'approdo, vista l'importuosità delle coste italiane dell'Adriatico, rimase prezioso per secoli: anche i Greci, provenienti dalla Dalmazia e da Ancona lo utilizzavano, per raggiungere la colonia di Adrìa[2].
Fiorenzuola di Focara sorse tra il X e il XIII secolo, come borgo medievale, forse su un precedente insediamento romano. Ancor oggi il centro è cinto dalle antiche mura, che si aprono con una porta d'ingresso, sopra alla quale è stata posta una lapide per in cui si esprime la gratitudine degli abitanti nei confronti di Dante Alighieri.
La scelta di edificare un centro abitato proprio qui, è dovuta alla posizione strategica su uno dei pochissimi promontori dell'Adriatico settentrionale (l'unico, da Trieste ad Ancona); il termine "Focara", infatti, deriva dai fuochi che anticamente venivano accesi sul punto più alto del monte, come punto di orientamento visibile a distanza ai naviganti.
Fiorenzuola e il suo castrum furono parte di quel sistema difensivo (composto anche da Casteldimezzo, Gradara e Granarola) edificato fra il X e il XII secolo e volto al controllo del confine fra la curia ravennate e quella pesarese, e successivamente fra i Malatesta di Rimini e quelli di Pesaro.
Nel sec. XVII, l'antico approdo alla foce del piccolo Rio Vallùgola smise di essere frequentto, probabilmente a causa delle frane che lo avevano rovinato.
Nel XII secolo venne inoltre edificata la chiesa di Sant'Andrea, della quale rimane oggi intatto il campanile.
Fin dal 1500, gli abitanti di Fiorenzuola si dedicavano, oltre che all'agricoltura, anche alla lavorazione delle pietre della falesia. Nel 1800 quest'attività era così proficua che richiamava lavoratori da terre vicine. Nel 1919 venne fondata una cooperativa di lavoratori, che aveva commesse da tutta Italia. Le pietre venivano raccolte alla base della rupe, sulla spiaggia, e lavorate direttamente con lo scalpello per formare conci per la lastricatura di strade e piazze.
Secondo alcuni autori romagnoli, apparterrebbe alla regione della Romagna storica[3].
Galleria d'immagini
Stemma dell'allora comune
Spiaggia di Fiorenzuola
Stradina tortuosa che porta al mare
Note
^Dati Censimento ISTAT 2001, su dawinci.istat.it. URL consultato il 28 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2012).
^ab* Lorenzo Braccesi e Mario Luni (a cura di), I Greci in Adriatico, L'Erma di Bretschneider, 2004 (pp. 2, 11, 27, 52, 178). ISBN 9788882652661.
Mario Luni, Nuove tracce della frequentazione greca dell'Adriatico occidentale e riconoscimento dello scalo marittimo greco di S. Marina di Focara, in Rendline, XXXVI, 1981.