Conosciuto a lungo come Corte Garlinda, fino al 1574 il paese Garlate fu a capo dell'omonima pieve.[6]
Simboli
Lo stemma è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 2 settembre 1997.[8]
«Campo di cielo, alla croce scorciata, anomala, d'oro, a imitazione della croce di Teodolinda, caricata da cinque tortelli di azzurro, quello centrale ellittico, quelli posti alle estremità tondi, con bordatura d'oro delimitata da filetti di nero, essa croce munita di orlatura in filetto di nero; il campo munito di bordatura diminuita d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.[9]»
Il gonfalone, cconcesso con D.P.R. del 23 novembre 1998, è un drappo partito di bianco e di azzurro[10]
Al 1º gennaio 2018 i cittadini stranieri residenti a Garlate erano in totale 206, il 7,5 % del totale della popolazione. Le comunità più numerose erano quelle provenienti da[12]:
La filanda Abegg di Garlate fu costruita nel 1841 e, dopo essere appartenuta a Gaetano Bruni e alla famiglia Gnecchi, nel 1887 venne acquistata dagli Abegg di Zurigo.
Venuto meno, nei primi anni trenta, il lavoro per la filanda, nello stabilimento si continuarono a svolgere le operazioni di stracannatura e di binatura fino al 1950, anno in cui, per iniziativa di Carlo Job, allora responsabile del gruppo Abegg, un'ala dell'opificio, precedentemente riservata agli uffici e alla cernita dei bozzoli, fu destinata a raccogliere il primo nucleo di quello che sarebbe poi diventato il Museo della seta di Garlate[6].