Nato a Modena nel 1937.[2] Terminata la carriera di allenatore, Ansaloni si stabilisce a Riccione, dove vive con la sua famiglia,[3] lavorando saltuariamente come opinionista televisivo per alcune emittenti romagnole.[4]
Caratteristiche tecniche
Allenatore
Allenatore dal carattere pacato e di poche parole; molto pragmatico sul campo.[5][6] La sua filosofia di gioco è basata sull'occupazione degli spazi, la velocità e la forma fisica.[3] può essere considerato uno zonista puro.[7]
Cresciuto nel Modena[10] e nel Bologna[11], Ansaloni giocò sempre nelle serie minori, ricoprendo il ruolo di mediano.[3] Si infortunò gravemente mentre militava nel Bolzano e dovette interrompere la sua carriera agonistica.[3]
Allenatore
Inizi
Comincia la sua esperienza nei settori giovanili della costa adriatica.[3]
Ottenuto il patentino di allenatore professionista di Prima Categoria,[3] Ansaloni si sposta al Sud.[3] Subentra in corsa a Nicola D'Alessio alla Turris, in Serie C2, e salva la squadra, per un solo punto, all'ultima giornata. L'anno seguente è a Trento, dove subentra a Capelli, per poi essere esonerato in favore di Bazzarini.[17] Tornerà immediatamente dopo al Sud e ci resterà per più di un decennio.
Brindisi
Il 1984 è l'anno dell'approdo al Brindisi in Serie C2.[3] Il 9 dicembre 1984 Ansaloni sostituisce Lucio Vinci al timone della squadra.[7] Nel 1984-1985, con Ansaloni alla guida, e potendo contare sui diciassette gol di Giorgio Tomba, il Brindisi viene promosso in Serie C1. Dopo alcune stagioni, e alcuni cambi tecnici,[7] il nuovo Brindisi di Ansaloni sfiora la Serie B nell'1988-1989, con Roberto Bergamaschi che Ansaloni sfrutta al meglio nella sua cornice di gioco.[7] Le buone prestazioni e il gioco esaltante[7] resero Ansaloni uno degli allenatori più amati nella storia brindisina.[18]
A tutt'oggi, Ansaloni è l'allenatore a poter contare il maggior numero di panchine con il Brindisi, avendo disputato 114 partite alla guida della squadra pugliese.[19]
Il biennio a Salerno
È chiamato sulla panchina della Salernitana dal patròn Giuseppe Soglia. Ansaloni porta con sé Eupremio Carruezzo, che ha avuto già ai tempi del Brindisi,[8] per fare coppia in attacco con Adelino Zennaro. Ansaloni impostò la difesa a zona, che era una novità per molti giocatori,[6] dando alla squadra una precisa fisionomia di gioco.[6]
Una serie di risultati utili porta la Salernitana al primo posto, pronta a giocarsi la promozione nel rush finale con Taranto, Giarre, Palermo e Casertana.[20] La doppia sconfitta con il Palermo, prima in Coppa Italia e poi nell'incontro casalingo di campionato al Vestuti, sembra fermare la corsa dei granata.[20] In quel frangente, Ansaloni tiene il gruppo unito e rassicura i giocatori durante la crisi.[6] Alla trentaduesima giornata, espugnando il campo del Brindisi, conquista i punti decisivi per la promozione, che diventa matematica all'ultima giornata, con il pareggio casalingo per 0-0 contro il già promosso Taranto.[20] Ansaloni riporta così la Salernitana in Serie B dopo ventitré anni di attesa.[20]
Nel successivo campionato di Serie B, alla prima giornata contro il Padova, inaugura lo Stadio Arechi di Salerno con uno 0-0.[5]
Il Brescia elimina subito la squadra dalla Coppa Italia. La squadra di Ansaloni è molto discontinua nei risultati e soffre la mancanza di un centravanti.[21] La conquista di 5 punti nelle ultime tre giornate[21] consente alla squadra di chiudere il campionato a quota 36 punti al quartultimo posto, a 6 punti dalla quarta piazza che regala l'accesso diretto alla Serie A.[6] La Salernitana di Ansaloni è costretta a disputare uno spareggio per non retrocedere. La partita si gioca sul neutro di Pescara e vede la vittoria del Cosenza per 1-0. Ansaloni conosce così la prima e unica retrocessione della sua carriera.[6]
Finale di carriera
Nel 1991-1992 approda alla Reggina. Alla undicesima giornata subentra a Gabriele Geretto, venendo esonerato alla ventottesima con la squadra in zona retrocessione per far posto di nuovo a Geretto.[22]
Nel finale di stagione 1993-1994 torna in Serie C1 all'Avellino subentrando a Salvatore Di Somma. Nel 1995-1996 approda alla Turris per sostituire l'esonerato Antonio Merolla. Ansaloni cambia gioco alla squadra e ottiene risultati migliori del suo predecessore. In seguito i rapporti con la presidenza si deteriorano[senza fonte] e, il 14 gennaio 1996, dopo una sconfitta per 1-0 contro il Gualdo, Ansaloni viene sollevato dall'incarico da cui risulterà la sua ultima partita da allenatore tra i professionisti.