Di mestiere libraio itinerante, lavorò in varie zone dell'impero tedesco, in particolare Essen e Stoccarda.[1] Divenne poi insegnante di pianoforte nel 1878.[2][3] Lavorò fino al 1903, quando riuscì ad ottenere una pensione dalla città di Amburgo dove viveva, che gli permise di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.[3] Nel 1900 aveva sposato Anna Theen, sua ex-studentessa, con la quale ebbe tre figli.[1]
Avvicinatosi al mondo letterario a partire dal 1890,[1] scrisse alcuni romanzi; dapprima naturalista, si accostò poi al neoromanticismo, ma i suoi lavori non raggiunsero mai grande rilevanza artistica.[2] Come poeta invece fu molto più apprezzato, e i suoi lavori lirici sono considerati di qualità più alta.[2] Entrato nei circoli letterari amburghesi, suoi amici furono anche i letterati Detlev von Liliencron e Richard Dehmel.[1] Nel 1902 fu candidato al premio Nobel per la letteratura dall'accademico August Sauer, ma senza successo.[4]
Allo scoppio della prima guerra mondiale divenne un convinto nazionalista tedesco, e mentre l'amico Dehmel partì volontario per il fronte Falke fu dispensato per motivi anagrafici.[1] Morì ad Amburgo nel 1916, nel quartiere di Groß Borstel dove viveva.[2] Ad Amburgo è ricordato da una stele, mentre a Berlino gli è intitolata una scuola e varie città tedesche gli hanno dedicato delle strade.[1]
Stile
Gustav Falke fu rilevante soprattutto dal punto di vista lirico. La sua poesia, dai riconoscibili toni impressionisti,[1] si concentra su temi esistenziali come vita, morte, i moti della coscienza e la ricerca dell'armonia[2] e della semplicità.[3] Il suo stile risentiva profondamente delle influenze di Detlev von Liliencron, presentando tratti modernisti pur senza distaccarsi dalle correnti letterarie tradizionali.[1] Fu inoltre uno dei primi autori di lingua tedesca di letteratura per ragazzi.[1]